di Nello Vegezzi
*
ci crediamo
dei…
noi piccoli uomini
giunchi
in balìa del vento…
(da Terra e carne d’amore, 1995)
*non sono più solo
Io cammino
il tuo ventre con me
fra le case
Io cammino
la tua bocca
con me fra le case
Io cammino
i tuoi occhi con me
tra le case
Cammino cammino cammino
io sempre più solo
tra le case
(da Dal dissenso alla esteterotica, 1969)
*
radice
è bello la sera sentire
il taglio duro delle stoppie
bruciarti la pelle
il suono secco delle paglie
schiacciarsi sotto il piede
e l’allodola spaventata
salire salire salire…
Allora tu
uomo
la faccia
sopra quella della terra
affondi la mano
nel calore forte di una crepa
e discendi
(da Le radici dell’esserci, 1972)
*
guancia di mare
posare pian piano
la guancia
su tepida sabbia
al calar del sole
è baciare
labbra morbide
di tenera donna
(da Le radici dell’esserci, 1972)
*
il po
calmo
rispecchi
antichi castelli
di fronde turriti
gonfi
borbotti
i piedi mi bagni
fiume che hai?
Ti secca
lo so
correre chiuso
entro due rive
(da Le radici dell’esserci, 1972)
*
sempre
questa notte fiume
silenzioso v a i
notte notte notte
perché così invano
ti vengo a cercare?
Luna fammi pietra
che acqua lambisca
levighi lisci baci
notte giorno notte
e notte ancora
s e m p r e
(da Le radici dell’esserci, 1972)
*
acqua fiore
come acqua del fiume
alla sua pietra
a me la tua acqua
e come fiore
all’acqua del fiume
a me il tuo fiore
acqua e fiore
senza vano amore
(da Le radici dell’esserci, 1972)
*
esserci
vecchio vecchio leccio
quant’anni c’ai
sei gobbo sghembo
hai la panza
picchio tarlo vento
ti han roso dentro
tronche hai le braccia
secche le dita
epperò sei in vita
e pur io ci sono
(Le radici dell’esserci, 1972)
*
elena
ti amo elena
venere ed afrodite
nata di giove e di diana
ma venuta dalla spuma del mare…
e come giove si cangiò in formica
per godere di clitoris
figlia del mirmidone
io
mi cangerò in aria
affinché tu mi respiri
io
mi cangerò in terra
affinché tu mi calpesti
io
mi cangerò in acqua
affinché tu ti bagni
io
mi cangerò in fuoco
affinché tu ti riscaldi
poi mi cangerò in nello
affinché tu mi ami…
(da Un amore così, 1984)
*
afrodite
paride non sbagliò
donandoti il pomo
d’oro destinato alla
più bella…
o bella delle belle
nata da spuma di mare
riportami anna…
avrai melo mirto rosa
a te cari se mi tornerai
anna…
(da Terra e carne d’amore, 1995)
*
gli occhi di anna
è notte
la luna lassù
mostra due occhi
color caffè
due occhi
ferìni…
son gli occhi
di anna
mai baciati
abbastanza…
(da Terra e carne d’amore, 1995)
Nello Vegezzi (1929-1993) fu un poeta, pittore e scultore piacentino, la cui opera poetica è stata raccolta soprattutto nelle antologie Le radici dell’esserci e altre poesie scelte (1967-1991), a cura di V. Scheiwiller, edizioni Scheiwiller, Milano 1992 e Tam tam la vita la morte l’amore. Poesie inedite e edite 1966-1993, con prefazione di A. Cortellessa, a cura di E. Gazzola, F. Toscani, A. G. Vegezzi, Diabasis, Reggio Emilia 2009. Sulla sua opera di pittore e scultore si veda soprattutto La rivolta e l’incanto. Poesia, pittura e scultu ra in Nello Vegezzi, “Nota critica” di M. Cucchi, a cura di O. Gobbi, P. Soffientini, F. Toscani, G. Zambianchi, libro-catalogo della Mostra antologica presso la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi (8-30 maggio 2004), Edizioni Kairos, Piacenza 2004. Su Vegezzi hanno scritto, fra gli altri , P. P. Pasolini, A. Zanzotto, F. Leonetti, D. Maraini, G. Vicari, P. Bellocchio, A. Berardinelli, M. Cucchi, A. Cortellessa.
Meravigliose. Non so , qualcuno dirà che la poesia è cambiata. Lascio dire . Quel che ho letto è così bello, vitale che mi consola e mi rende felice. Non lo conoscevo. Grazie
…un fiume di tenerezza e una terra di radici. Bellissime poesie, anch’io ringrazio
A me sembrano poesie consolatorie, per chi le scrive e forse anche per chi ( ma chi?) legge. Memorie scolastiche leopardiane, ma forse la selezione non fa giustizia e certo sbaglio a valutare tanto sommariamente.
…La poesia “Sempre”
il terzo verso é quasi ipnotico
“notte notte notte”
riesco a vedere il fiume scorrere nell’oscurità e diventare immenso come una realtà assoluta di tempo e di spazio, poi la pietra di fiume mi trasmette la frescura dell’acqua.
Trovo che il poeta, in economia di parole, abbia una grande capacità di farmi entrare nelle cose.