2 pensieri su “RIPRESE Da “Variazioni belliche” di Amelia Rosselli”
Confesso che l’onnipresenza di Marcel Duchamp mi è venuta a noia da un pezzo, non tanto lui quanto il fatto che si continui a parlarne “a prescindere”. Capisco, ma il ready-made e l’assemblaggio, che hanno determinato l’avvento dell’arte concettuale, forse a causa di un palese fraintendimento critico, ha dato una mano ad affossare il manufatto artistico; e dio sa se ce n’era bisogno, di questi tempi, dove regna il preconfezionato e il ben servito. Passi per gli esperimenti di Balestrini, ma della Rosselli non si può dire se non per contestualizzare. Le sue sono variazioni di sé, nello stesso rigo e nello stesso verso. Anafore assai creative che dispiegano il senso rinnovandolo e producendo nuovi significati; quasi sempre variazioni dello stesso sentimento, a sostenere un canto vero, primordiale, che solo perché apparve inusuale consideriamo difficile e sofisticato. Anche a me sembra vero che, musicalmente, la si possa tenere in compagnia, tra Stockhausen e Cage, però non ha mai ceduto all’astrattismo tout court, il senso arriva forte, se non per logica conseguenza, per timbro e intensità espressiva. Inoltre è anche vero che Amelia Rosselli ha concesso ben poco all’autobiografismo, ma ha un senso se si pensa alla poesia come puro accadimento, a un farsi nel presente, che in scrittura avviene come attraverso una lente di ingrandimento, e l’insieme poi, o durante per i poeti eccellenti. Quindi nel suo modo di scrivere, che è certo di un primitivismo colto, postcubista, c’è molto di umano e naturale, tanto che arriva struggente.
Un ascolto per me molto difficile, l’ho risentito parecchie volte e poi ,come nebbia che piano si dissolve, mi si è chiarito il mistero profondo della forza delle parole in un contesto di miserie , affanni e malinconie , che si toccano quasi con mano. La bravura di questa poetessa la dovevo conoscere e penso che poesie così, come una catena con un anello infilato all’altro con grande maestria siano sempre da leggere e da tenere come uno dei migliori studi . Grazie
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Confesso che l’onnipresenza di Marcel Duchamp mi è venuta a noia da un pezzo, non tanto lui quanto il fatto che si continui a parlarne “a prescindere”. Capisco, ma il ready-made e l’assemblaggio, che hanno determinato l’avvento dell’arte concettuale, forse a causa di un palese fraintendimento critico, ha dato una mano ad affossare il manufatto artistico; e dio sa se ce n’era bisogno, di questi tempi, dove regna il preconfezionato e il ben servito. Passi per gli esperimenti di Balestrini, ma della Rosselli non si può dire se non per contestualizzare. Le sue sono variazioni di sé, nello stesso rigo e nello stesso verso. Anafore assai creative che dispiegano il senso rinnovandolo e producendo nuovi significati; quasi sempre variazioni dello stesso sentimento, a sostenere un canto vero, primordiale, che solo perché apparve inusuale consideriamo difficile e sofisticato. Anche a me sembra vero che, musicalmente, la si possa tenere in compagnia, tra Stockhausen e Cage, però non ha mai ceduto all’astrattismo tout court, il senso arriva forte, se non per logica conseguenza, per timbro e intensità espressiva. Inoltre è anche vero che Amelia Rosselli ha concesso ben poco all’autobiografismo, ma ha un senso se si pensa alla poesia come puro accadimento, a un farsi nel presente, che in scrittura avviene come attraverso una lente di ingrandimento, e l’insieme poi, o durante per i poeti eccellenti. Quindi nel suo modo di scrivere, che è certo di un primitivismo colto, postcubista, c’è molto di umano e naturale, tanto che arriva struggente.
Un ascolto per me molto difficile, l’ho risentito parecchie volte e poi ,come nebbia che piano si dissolve, mi si è chiarito il mistero profondo della forza delle parole in un contesto di miserie , affanni e malinconie , che si toccano quasi con mano. La bravura di questa poetessa la dovevo conoscere e penso che poesie così, come una catena con un anello infilato all’altro con grande maestria siano sempre da leggere e da tenere come uno dei migliori studi . Grazie