di Anna Cascella Luciani
– domani
gli amici in viaggio –
S. a Venezia – appena
il tempo per un’ombra
di bianco – così si chiamava
negli anni ’70 un bicchiere
di vino – poi di corsa
ancora il lavoro
a Milano – a Napoli –
a Roma – F. a Roma
– a teatro – o magari
a Milano – o a Firenze –
B. – giorni fa – in sms
mi ha scritto “sempre
in treno – tra Bologna –
Venezia – Milano –
matrimoni -.battesimi –
sarà la stagione – a Milano
– sai – le nipoti –
poi – forse in ottobre
di nuovo andrò in Puglia –
ti ho detto l’amica vuole
andare e m’invita” – R.
invece – da dove
non so – a Roma
da M. – sua amica
E. – in settimana –
a Londra per qualche
giornata – va lì da Catania –
V. è stata in vacanza
in costiera – l’amalfitana –
con S. suo figlio – poi
ad Acicastello – l’origine
sua siciliana – in viaggio
da Roma – che ama –
e lì lavora da tempo –
tra manoscritti – gli antichi –
C. – pochi giorni –
in Sicilia- ma questo
d’estate – C. ed M.
a Berlino – in agosto –
chi altro? – M. dalla Bretagna
o Normandia – ha spedito
una cartolina – gli avevo
inviato – in plaquette –
una poesia – L. da Milano
in Spagna – G. – invece –
a Catania da Genova –
S. in Umbria – domenica
scorsa – P. – ma solo
sul palco d’un teatro
romano – a Dublino – fino
a dicembre – questo
è un mese ottobrino –
ed io? devo solo
fare – all’indietro –
250 chilometri – pochi
a dirsi – a pensarsi –
ma poi – lì arrivata –
nella città dove sono nata –
devo trovare una casa –
per potere – io romana –
rientrare – T. ed M.
domani da Roma
a Pescara – hanno
una mostra – in collettiva –
chi sa se avranno del tempo
per vedere la riva –
autunnale – a Pescara
c’è il mare – G. – per un giorno –
a Roma in agosto – io vorrei
il mio rientro per il solstizio
– invernale – trasloco – casa
libri – conchiglie – plaquettes –
– ritrovare la via con il bar
– che vedevo da casa –
chiedere a D. “Come sta
la famiglia? i due figli?
V. e A. – e M. – e la madre?
R. il fratello? – e il negozio
dove lavavo i capelli – G.
la signora – L. il marito –
S. la cara persona –
romana – e A. la vicina
di pianerottolo a Roma –
anziana – che – gentilissima –
mi portava i giornali – due
volte a settimana – voi tutti
sapete che sono ammalata –
e L. – il giovane – edicola
grande – giornali – riviste –
metrò Ottaviano-San Pietro
– 2001-2012 – io sempre
cliente – fin quando
ho potuto andavo da sola –
bastone – stampella – i muri –
umbertini – gentili –
in appoggio – gli eredi
– ancor prima che la madre
morisse – piombati su via
Vespasiano – la casa!
la casa! – noi la vogliamo!
e via con legali – ricorsi
– timbri – avvisi – pattuglie
invocate – milizie – uffici –
e via a violare il mio
domicilio legale – Roma
terzo piano – 69 interno 9 –
nessuna barriera
– architettonica –
scale – gradini
perfetta per la malattia –
ma avanti – i forzati –
i legali! – a scrivere
ai tribunali! – “no, sta
benissimo, vogliamo,
per i nostri ricchi
clienti, la casa in via
Vespasiano, a loro
non serve ma noi
la vogliamo!, che
c’importa degli altri,
legali noi siamo!”-
domani – giorno
di Venere – chi in aereo
chi in macchina – in treno
– caselli – aeroporti
autostrade – bagagli
panini – giornali – e tutte
le vie virtuali “arrivo –
ti aspetto – t’incontro –
ritardo – c’è traffico
son dentro – in bottiglia –
è tutto intasato – bloccato
aspettami – non te ne andare
– ma potevi metterti
in macchina prima –
non è colpa mia – ti amo
tu non mi odiare – va bene
ti aspetto – cucino – ho
comprato un vino d’annata –
ma ho risparmiato – il prezzo
abbassato con la crisi che c’è –
il figlio di S. ha trovato
un lavoro – comincia domani
– ho visto suo padre – è
acciaccato – in aeroporto
alle nove – ma sì – da Roma
solo due ore” – messaggi
parole traversano l’etere –
regioni – province –
intanto – domani –
noi avremo notizie: massacri
bombe – attentati – corpi
migrati nel mare – l’Isis
attacca Kobane – la ragazza
– armata – col cane vicino –
vista in un video – curda –
a Kobane –
poema d’ottobre/ poemi del tempo che scorre/ veloci d’autunno/si vive o si muore
Da leggere tutta d’un fiato!
E’ vero è un oggi un ieri un passato
datemi l’Ossigeno dimenticato
Son io sei tu e dimmi che m’ami
e non ci penso più.
Un pianto un fragore uno stupro
una bomba un gelato
un gelato?
sì sì un gelato da mandar giù
e non ci penso più.
Bravissima Anna Cascella Luciani!!!!
@Anna Cascella Luciani
Tutta la vita in una poesia, istantanee veloci, messaggi da ricomporre con il battito del cuore. Complimenti
…struggente questa poesia, di persona che ha molto vissuto e amato…la casa se la portava dentro, in qualsiasi città soggiornasse tra amici, compagni di viaggio e di sentire…ma poi viene il momento della fragilità e il bisogno di scegliere la casa in mattoni, che per un giro di affetti e di abitudini e per sue caratteristiche peculiari ti é cara e ti sostiene…Se ti viene ingiustamente tolta, ti senti scoperta, non meno dei tanti che nel mondo con la violenza sono allontanati dalle loro abitazioni, sempre in nome di un interesse superiore…Spero per te, Anna
Rispondo a Cristiana Fischer, ad Emilia Banfi, ad Annamaria Locatelli, che ringrazio per le diverse risposte (l’abbraccio di Locatelli, i versi scatenati, audaci, di Banfi – difficile mettere insieme, in poesia, le parole “stupro” e “gelato”, e quindi quello che le due parole sono – che fine hanno fatto le 200 studentesse, portate via, rubate a se stesse, in uno degli Stati dell’Africa, che vita staranno facendo, mentre io, lei, Ennio Abate, e tutti noi, facciamo colazione, portiamo i figli piccoli a scuola, e portiamo avanti, in modo alterno, a volte più leggero, a volte più faticoso, le nostre vite? -, sa. Emilia, la sua poesia mi ha fatto tornare alla mente un titolo: (le aperte stanze), in cui scrivevo, anche, di “…coni / (gelati)…” -, e rispondo al “veloce” rigo – verso in più versi – frantumato dalle barre, di Fischer, dove la scelta dell’aggettivo “veloci”, tra i non molti, della nostra lingua italiana, a indirizzarsi, senza specificazione di genere , racchiude e fa “scorrere” l’essere, che siano le vite umane, che siano poesie, versi, poemi, che sia il “labuntur anni” oraziano).
A tutte voi grazie,
A.C.L.
(Ho da poco un mezzo virtuale che permette l’accesso a quanto viene chiamato Web, e così rispondo ora, a distanza di più di tre anni, ad una risposta del luglio 2011 – e credo fosse – e sia- di Mayoor, per la segnalazione, in “Moltinpoesia”, di un mio libro).
*** *** ***
(morte per acqua – 2006)
terra d’Africa – pietosa
e impietosa – disperata
mite – uccisa – in rivolta –
sfruttata e corrotta –
speranza ammalata spiaggiata
in Sicilia di migranti
in Europa – carpiti dall’acqua
le rocce ultimo letto
l’onda l’unica mano aperta –
sconosciuti – riconoscibili
solo al naufragio – venuti
a morire come conchiglie
disfatte – arrivati da un mare
– non migliore – al nostro
– inospitale degli addii –
quale presente? quale
contemporaneo futuro?