Migrazzione

migrazioni

di Francesco Di Stefano

Da sempre te l’avemo depredati
quelli che so’ der terzo e quarto monno,
ridotti in schiavitù e deportati
che nemmanco le bestie ce se ponno.

Sti fatti so’ recenti e so’ passati,
j’avemo fatto guere a tutto tonno
e magara dar celo bombardati
perché nissuno pò turbacce er sonno.

Così l’Africa è carne nera e pista,
l’Iracche è stata solo na bucia,
la Libbia se pò di’ ch’era na svista,

la Palestina è peggio porcheria.
La gente che mo ariva p’ogni pista
è ‘r risurtato de sta strateggia.

Accojela è riscatto de conquista
ma c’è chi invece vò caccialla via
e chi ce se vò mette in bella vista.

4 pensieri su “Migrazzione

  1. …mi piacciono sempre molto le poesie di Francesco Di Stefano sia per la forma antica del linguaggio poetico in strofe e in rima unita alla scelta del dialetto, sia per il contenuto di saggezza popolare che registra, come verità di sempre, i soprusi dei potenti sui deboli di ogni tempo, ma riportandolo poi all’attualità. Il tema delle migrazioni: l’invito del poeta nell’ultima strofa: “Accojela è riscatto di conquista…” diventa una voce corale, un po’ come quella dei cantastorie di una volta quando, non esistendo giornali e televisione, diffondevano le notizie dei fatti ed anche l’umore popolare, che poteva essere di sdegno, di dolore, di partecipazione…

    1. Francesc,
      ta ghe resun
      ma urmai sèm
      arivà a chel punt chi!
      Lasum a stà i riflesiun
      e dèm mangia a chi gent chi
      L’è non che nunc a navigum in del’or
      ma stem semper mèi de lur
      Nient a ghè pùsè fort
      dèla vita che la voeur vif!
      E alura avanti! Furse furse
      a ghè da mangià
      per tuti quanti!

      traduco và…: Francesco, hai ragione/ma ormai siamo arrivati a questo punto/Lasciamo stare le riflessioni/e diamo da mangiare a questa gente/Non è che noi navighiam nell’oro/ma stiamosicuramente meglio di loro/Nulla è più forte della vita che vuole vivere!/ E allora avanti! Forse forse/c’è da mangiareper tutti quanti!
      ciao emy

  2. Leggo con grande piacere tanto i versi di Francesco Di Stefano che quelli di Emilia Banfi…
    “ridotti in schiavitù e deportati /che nemmanco le bestie ce se ponno”…. “Nient a ghè pùsè fort / dèla vita che la voeur vif!”…
    Un abbraccio a entrambi!

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