di Arnaldo Éderle
Sì, il pianto è bello, anzi bellissimo,
e quando sgorga non è solo una gioia degli occhi
ma un balzo del cuore, una virgola
una grande virgola che chiude le palpebre
dell’anima fiacca la bocca e gli arti
e ti fa sentire vuoto
dei tuoi insopportabili pensieri. E, forse,
chiude l’ansimo delle tue viscere e dei
gangli corporali, e i canali alliscia
e rompe la chiusura del cerebro e le vene
rallenta e pacifica.
Oh pianto, carissimo pianto! Lago di lacrime
benefattrici divine piume delle specie
più pure, coloro che le vibrano dalla cornea
devono essere esserini pieni di misericordia
come gli angeli appassionati.
Le mie gambe mi portavano dovunque mentre
le mie braccia dondolavano come due pendoli
ben organizzati ai miei fianchi,
organismi della macchina fatta apposta
per aiutare il cammino. Oh sì, la proporzione
dei loro movimenti sincronizzati come
il pendolo d’un buon orologio zenit battevano
la marcia e la rendevano piacevole e prestante.
Davvero un bell’ordigno privo di soprassalti
di malfunzionamenti e privo d’incertezze.
Ora vorrei piangere per oliare le mie rotelle
e farle ritornare come allora, ma non posso,
sono stanche le mie povere gambe i muscoli
rispondono a rilento alle mie involontarie
sollecitazioni, ogni tanto le guardo
e nel mio cervello le imploro di camminare
svelte come quando le sforzavo senza forza
mentr’ero bambino e loro correvano giù
dai pendii o si arrampicavano per le salite
come camosci e alla fine ridevano
con me ed esultavano dal piacere.
Pianto! quanta consolazione porteresti
a me affranto a me confuso da queste incertezze
che, forse, mi fiaccano anche il cuore.
Oh Dio, quanto è dolce il pianto!
più d’una caramella d’un cioccolatino
d’una carezza sulla guancia o d’un bacio
sulla bocca. Lo vorrei tanto, ma non sono
più capace di farlo sgorgare non ho più
la debolezza di spingerlo fuori dagli occhi
non ho più la forza di trattenerlo sulle gote
non ho più nulla.
Forse bisognerebbe possedere una macchina moderna
che restauri l’ingenuità e la purezza dei
bimbi la loro spontaneità
il loro timore. Ma non la possediamo.
Così accade anche alle lacrime del mondo
così s’innalza e si abbassa la temperatura
dei nostri cuori e tra l’una e l’altra
si sente la grande virgola del pianto che poco
a poco si rompe e scompare nelle teste.
Così i disastri le guerre gli omicidi continuano
atroci a regnare nelle nostre vite e a produrre
massacri violenze incongruenze
e vani richiami.
Le scappatoie sono sempre più strette
i sentieri del restauro sempre più
impraticabili le soglie del bene ormai
invisibili. Cosa possiamo immaginare sul
recupero della nostra sanità della nostra
verità se non transfughi stralci di ignote
giustizie sempre più nascoste e
incapaci di provocare la pur minima
redenzione il più leggero dei recuperi
la più inadeguata battaglia contro i mostri
della terra vinta.
Non esistono più squarci di puro azzurro
nei nostri cieli e, se ne sono rimasti
alcuni, sono i più deboli che volgono
il colore verso il nero delle catacombe.
Ci vorrebbe, forse, l’angelo appassionato
a ricucire la stoffa stracciata della nostra
storia a ridare alle anime il loro perso
candore e a farle rifulgere nell’oro della
concordia. Ci vorrebbe un dio che ci pensasse.
Ah Dio, perché ci sei solo nel cervello dei
credenti?
Dio! Essere invisibile e impalpabile
che conduci la tua funzione solo nel cervello
degli uomini, e non ti sveli mai, se non
nei versi dei poeti e nelle menti delle madri
delle nostre madri che ti invocano,
ma sempre inutilmente.
Bella!
….ma cercare Dio nel cervello, purtroppo, non lo troveremo mai.
A seguire solo il significato espresso nelle tue parole finali:
* Dio compie una funzione solo nel cervello degli uomini, cioè il cervello degli uomini funzionando produce Dio
* questo cervello degli uomini si svela nei poeti e nelle menti (non “cervelli”) delle madri
* che ti invocano, Dio-cervello degli uomini, ma sempre invano.
Come meglio rappresentare l’originario dualismo umano che nella coppia madre-figlio?
(da vecchia femminista…)
Grazie Cristiana. Belle e vere le tue parole. Ti saluto con affetto. Arnaldo
Sì , Cristiana chiarisce molto bene.
Dio resta comunque in una dimensione così diversa da quella di tutti gli essere umani che non penso basti la nostra mente per trovarlo. Speriamo davvero che la mente produca Dio , un Dio giusto del quale abbiamo tanto bisogno. Per ora non ci resta che piangere.