Il cammino delle comete
a cura di Isidora Tesic
‘Disse che a paura e malattia
Si è ridotta la vita,
che ogni giorno
Era una lunga esecuzione,
e la notte – timore
Di ospiti inattesi. Disse
Che questo mondo non è casa ma stazione,
Sala di sopravvivenza,
dove tutti attendono qualcosa.’
Sergej Georgievic Stratanovskij
Non è verbo da dare, alla vita, ridursi. Implica sempre sottrazione, meno di quanto sia diritto. Questioni di sopravvivenza, di morso a turno al pane, di fiato sulle mani e ferite malcurate. Che lasciano credito aperto con cielo, destino ed altri debitori esperti, che non rendono mai il preso, perché nulla è abbastanza per colmare i giorni, che sembrano patiboli, e i figli mai messi al mondo, e il dolore di soffrire per colpe d’altri.
Forse la carne migra più facilmente e taglia le radici, e viaggia il mondo, sempre stazione di partenza, ma non è di migrazione altrettanto lieve l’anima. La si aspetta a lungo, in esilio.
Isidora Tesic
Ringrazio Isidora Tesic per la sua riflessione sulla riflessione poetica di S. G. Stratanovskij, che ne apre altre, come i petali di un fiore
..per carne e per anima
non è lieve la migrazione,
svelle le radici capovolte
in un cielo impietoso
di stravolgimenti climatici,
come mosche su cadaveri
i ricordi infranti,
e rattrappisce
arbusti verdeggianti
in aggrovigliate piante spinose…
Solo le piogge abbondanti – forse –
risveglieranno fiori…increduli
di una nuova alba
bei versi, molto chiari e precisi ( per me ).
E’ vero : c’è Qualcuno che aspetta la nostra anima in esilio.
Condivido e ringrazio
Che frase! “Ridursi… Che lasciano credito aperto con cielo, destino ed altri debitori esperti, che non rendono mai il preso”.
Coraggio, e giovinezza, brava Isadora.
Anima, esilio e Nazim Hikmet.
‘Non è un cuore, perdio, è un sandalo di pelle di bufalo
che cammina, incessantemente, cammina
senza lacerarsi
va avanti
su sentieri pietrosi (…)’