…sì, è stata davvero una bella serata, con una grande partecipazione. Unanime la convinzione sulla necessità di bloccare la decisione dell’amministrazione leghista di Cologno Monzese di interrompere una presenza e un’esperienza ormai storica nella comunità, sperando almeno in un suo ripensamento. Si tratterebbe della chiusura a breve del Centro interculturale delle donne, presente da diciotto anni, e del Centro di lingua e cultura italiana per cittadini stranieri, presente da ben venticinque anni…Le motivazioni addotte, ovvero i pretesti, sarebbero due: il venir meno della sovvenzione da parte della provincia, che sarebbe già stata rimpiazzata, quindi i costi per il funzionamento dei due centri non ricadrebbe sull’amministrazione comunale, e la supposta scarsa utilità di questi servizi…Quando poi si è proceduto a dar voce agli insegnanti, una vera eccellenza di preparazione e dedizione, che hanno dato vita a molte iniziative e alle decine di persone di varie aree del mondo che hanno frequentato negli anni questi centri – tra loro lavoratori, madri con bambini al seguito, donne di recente migrazione e, senza quella opportunità, relegate nelle loro case, incapaci di comunicare e di sbrigarsi nelle necessità primarie- si arriva a capire quanto sia stridente la decisione presa dal comune…Ci troviamo ancora una volta davanti all’incarnazione della favola del lupo e dell’agnello, sperando che questa volta il finale sia diverso. Il danno infatti sarebbe grave, con una ricaduta su tutta la comunità: si perderebbe l’occasione per un arricchimento culturale reciproco, nonché si negherebbe l’utilità della presenza dei cittadini stranieri in vari settori sociali e del lavoro e, infine, aumenterebbero quelle motivazioni di chiusura e di paura che nascono dalle difficoltà comunicative e dalla scarsa frequentazione reciproca all’interno dell’intera comunità. Mentre le testimonianze e i racconti dei protagonisti, così positive e unanimi nell’elogiare l’attività decennale dei due centri con conseguenze positive sulle loro personali vite e sull’intera comunità, hanno messo in luce come sia stata costruita un’oasi di pace e di integrazione in un clima generale -sappiamo- di tutt’altra natura, che va se mai incrementata e non distrutta…Esistono anche gli sfratti abusivi, quindi è giusto continuare a lottare..
Non eravamo pochi. Adesso dobbiamo vedere come continuare e dove continuare.
Ci stiamo pensando….
…sì, è stata davvero una bella serata, con una grande partecipazione. Unanime la convinzione sulla necessità di bloccare la decisione dell’amministrazione leghista di Cologno Monzese di interrompere una presenza e un’esperienza ormai storica nella comunità, sperando almeno in un suo ripensamento. Si tratterebbe della chiusura a breve del Centro interculturale delle donne, presente da diciotto anni, e del Centro di lingua e cultura italiana per cittadini stranieri, presente da ben venticinque anni…Le motivazioni addotte, ovvero i pretesti, sarebbero due: il venir meno della sovvenzione da parte della provincia, che sarebbe già stata rimpiazzata, quindi i costi per il funzionamento dei due centri non ricadrebbe sull’amministrazione comunale, e la supposta scarsa utilità di questi servizi…Quando poi si è proceduto a dar voce agli insegnanti, una vera eccellenza di preparazione e dedizione, che hanno dato vita a molte iniziative e alle decine di persone di varie aree del mondo che hanno frequentato negli anni questi centri – tra loro lavoratori, madri con bambini al seguito, donne di recente migrazione e, senza quella opportunità, relegate nelle loro case, incapaci di comunicare e di sbrigarsi nelle necessità primarie- si arriva a capire quanto sia stridente la decisione presa dal comune…Ci troviamo ancora una volta davanti all’incarnazione della favola del lupo e dell’agnello, sperando che questa volta il finale sia diverso. Il danno infatti sarebbe grave, con una ricaduta su tutta la comunità: si perderebbe l’occasione per un arricchimento culturale reciproco, nonché si negherebbe l’utilità della presenza dei cittadini stranieri in vari settori sociali e del lavoro e, infine, aumenterebbero quelle motivazioni di chiusura e di paura che nascono dalle difficoltà comunicative e dalla scarsa frequentazione reciproca all’interno dell’intera comunità. Mentre le testimonianze e i racconti dei protagonisti, così positive e unanimi nell’elogiare l’attività decennale dei due centri con conseguenze positive sulle loro personali vite e sull’intera comunità, hanno messo in luce come sia stata costruita un’oasi di pace e di integrazione in un clima generale -sappiamo- di tutt’altra natura, che va se mai incrementata e non distrutta…Esistono anche gli sfratti abusivi, quindi è giusto continuare a lottare..