Teniamo a mente, accanto ai terremoti ideologici, quelli reali. [E. A.]
di Francesco Di Stefano
P’ariavè l’Amatrice de na vorta
co li palazzi chiese e monumenti,
li vicoli cor Corzo e quarche porta,
de anni nun ne basteranno venti.
Magara nell’attesa de sta svorta
sarebbe bona cosa che le genti
ognuno all’uno ajuta e lo conforta
facenno sì che tutti so’ contenti.
Inzomma a città nova nova vita
senza la febbre d’ammucchià quadrino
né voja de truccasse la partita
o faje ar privileggio l’occhialino.
Ma come dice la saggezza avita
er bongiorno se vede dar mattino.
E l’aria de bufera è garantita.
Bravo come al solito.
Tenerezza e forza per Amatrice con tutto il cuore! Deve risorgere
“Magara ne l’attesa de sta svorta
sarebbe bona cosa che le genti
ognuno all’uno ajuta e lo conforta
facenno sì che tutti so’ contenti” (F. Di Stefano)
la speranza nella possibilità che circolino concordia e solidarietà tra gli umani colpiti da un’immane tragedia, anche se in parte “annunciata”, viene messa in dubbio negli ultimi versi:
“…Ma come dice la saggezza avita
er bongiorno se vede dar mattino.
E l’aria de bufera è garantita” (F. Di Stefano)
Leggo molto amarezza in questa poesia, come a ribadire che la storia umana si ripete tra egoismi e corruzione, in alto come in basso