di Erminia Passannanti
Marco e Gloria, questa non è una poesia, è una lettera
ai due italiani seduti accanto a me
sul volo diretto a Londra
che chiedevano come sistemarsi nella City,
ad una come me che aveva vissuto
in Inghilterra per 15 anni
ed era poi tornata alla sua madrepatria.
Quella volta stavo tornando ad Oxford
solo per un viaggio di piacere.
Chiacchierammo, seduti gomito a gomito,
consumando tè e snack britannici.
“Dove cercare casa, come cambiare gli euro?
Cosa mangiare e non mangiare? Cosa dire e non dire
per non infastidire gli inglesi?”
Dopo il check-out dei passaporti, ragazzi, vi guardai
scendere con la scala mobile,
tenendovi per mano. Vi giraste
e mi donaste i vostri sorrisi
pieni di vita e speranza.
E vi guardo adesso nel vostro photo-album
su Facebook, a Londra, con l’aria di residenti, non turisti.
Uno scatto vi incornicia sullo sfondo
di un palazzo britannico in stile neoclassico,
costruito in pietra d’avorio, con alti archi. E, fianco a fianco,
vi vedo in un’altra foto mentre reggete due birre lager:
Marco, tu indossi una giacca di pelle nera stile Camden Market,
e tu, Gloria, hai capelli lucidi, da poco schiariti.
Gli stessi sorrisi aperti, ora, in qualche senso, enigmatici.
In altre due foto siete seduti
su una panchina alla stazione della metropolitana di Latimer Road
e poi sdraiati sull’erba, a Hyde Park,
da poco assunti, con un futuro assicurato davanti.
E vi guardo mentre fisso la pira di fuoco.
Gloria, tu mandi SMS alla tua migliore amica:
“Ricordati di me, sto morendo.”
Marco, tu sei seduto sul pavimento, la faccia nascosta tra i palmi.
Continua ad ardere, ad ardere, ad ardere, quel fuoco,
E vi innalza verso il cielo per sempre
tenendovi per mano.
Questa non è una poesia; è una lettera.
La poesia è nei vostri sorrisi.
Erminia Passannanti (Salerno, agosto 2017)
La Grenfeel Tower, il grattacielo situato a nord Kensington, a ovest di Londra (United Kingdom) ha preso fuoco nella notte tra martedì 14 giugno e mercoledì 15 giugno 2017.
Nell’incendio persero la vita due giovani espatriati italiani, Gloria Trevisan e Marco Gottardi, che stavano abitando da un paio di mesi al 23esimo piano del grattacielo.
Gloria Trevisan, 27 anni di Camposampiero, in provincia di Padova e Marco Gottardi, 27 anni di San Stino di Livenza, in provincia di Venezia, entrambi architetti, si erano trasferiti a Londra per motivi di lavoro.
Intorno alle 3 di notte del 14 giugno i due giovani italiani avevano contattato al telefono i loro genitori. “Grazie per tutto quello che hai fatto per me, mamma”, aveva detto Gloria a sua mamma, la signora Emanuela Trevisan. Altri contatti via SMS furono stabiliti da Gloria con amiche italiane in Italia.
A Londra, nel mese successivo alla tragedia, si è mobilitata una grande protesta popolare perché si faccia giustizia alle vittime, condannando i responsabili di questa tragedia, determinata dalla non rimozione dei pannelli altamente infiammabili che ricoprivano l’intera facciata del grattacielo, un provvedimento urgente già da tempo sollecitato alle autorità di Londra, ma non eseguito.
A Oxford si è fatto promotore di una antologia di poesie in memoria delle vittime della Grenfell Tower, il poeta Rip Bulkeley, già fondatore del gruppo “Back Room Poets”, attivo dalla fine degli anni Novanta.
L’antologia dal titolo, Poems for Grenfell Tower (Marzo, 2018) ha una copertina con una immagine che invoca giustizia. Nell’antologia è inclusa una elegia in memoria dei due ragazzi Italiani, Gloria e Marco, dal titolo “Questa non è una poesia, è una lettera”, di cui è autrice la poetessa italiana Erminia Passannanti, che da anni vive e lavora tra Salerno e Oxford.
Gli introiti della vendita di questa antologia sono interamente devoluti alle famiglie delle vittime.
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