Nella setta

Nella setta. Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni, Fandango, 2018

 

di Marisa Salabelle

Nella setta, di Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni, appena uscito ha fatto subito scalpore. Gli autori lo hanno presentato alla Camera dei deputati il 21 novembre e il giorno dopo, il 22, c’è stata la prima presentazione in una libreria: Les Bouquinistes, a Pistoia. C’è una ragione per cui Flavia si è messa in contatto con Elena, la titolare della libreria, e ha voluto debuttare proprio a Pistoia: perché nel libro, che parla di un argomento scottante, ovvero l’esistenza e il grande successo di numerosissime sette in Italia, si parla per la prima volta di un’associazione pistoiese, l’Associazione Archeosofica, nella quale i due giornalisti hanno ravvisato le caratteristiche di una setta, dietro la facciata di belle iniziative culturali e spirituali. Nei giorni successivi all’uscita del libro, il Tirreno, uno dei due quotidiani che si occupano di cronaca locale, ha pubblicato una serie di articoli, sia presentando il testo in generale, sia dando particolare attenzione al caso di Archeosofia, sia ospitando le repliche dell’Associazione e le controrepliche di un nutrito gruppo di testimoni che sono usciti allo scoperto denunciando i soprusi subiti, i rituali di iniziazione, le somme consistenti versate all’associazione.
La presentazione del libro ha avuto un grande successo, con una notevole affluenza di persone, alcune mosse da semplice curiosità, altre spinte dal bisogno di saperne di più sulla realtà di tanti gruppi, circoli, associazioni e movimenti dietro la cui apparenza religiosa, culturale, benefica… si nascondono vere e proprie sette. Ma cos’è una setta, e cosa la contraddistingue? Ci sono alcuni elementi costanti: la segretezza, il carattere iniziatico è una spia. Se entrate in un gruppo con l’idea di praticare yoga, frequentare un laboratorio di pittura o ascoltare una serie di conferenze, e a un certo punto, vedendovi assidui, qualcuno dei responsabili vi prende da parte e vi parla di un livello ulteriore, di qualcosa di riservato a pochi, di mistero e di arcano, state in campana: questo è uno degli indizi più comuni e più importanti del fatto che rischiate di trovarvi coinvolti in una setta. Se poi vi vengono proposte delle prove o delle attività di volontariato, se venite invogliati a comprare gadget o prodotti dalle qualità particolari, se vi viene chiesto di versare delle quote a qualsiasi titolo, ecco, questo è un secondo e importantissimo indizio. La setta è un circolo chiuso, ma non del tutto: infatti si apre alle new entry. E per chi si avvicina ha pronta l’arma da fine del mondo: il love bombing, letteralmente bombardamento amoroso, col quale vi seduce, vi fa sentire accolti, apprezzati, amati, e chi di noi non ne ha bisogno? Grazie al love bombing entrerete in quello che ancora vi sembra un innocuo gruppo, un’associazione magari un po’ bizzarra ma simpatica, sarete sempre più coinvolti, invischiati, farete tutto ciò che vi diranno… no, non sto esagerando: è quello che accade a molti. Si calcola che quattro milioni di persone in Italia facciano parte o abbiano fatto parte di una setta.
Per scrivere il libro, Piccinni e Gazzanni si sono impegnati per circa due anni, visitando le sedi di molte associazioni più o meno note, intervistando adepti e fuoriusciti, familiari, testimoni vari, si sono infiltrati in alcune di esse fingendosi interessati a entrarvi. Tra i vari gruppi di cui hanno parlato (abbiamo dovuto selezionare, scartare molto materiale, scegliere solo le testimonianze più certe e documentate, dice Flavia, concentrarci su alcuni gruppi e sacrificarne altri, perché il libro rischiava di diventare un mostro di 500 pagine, una Bibbia, ma abbiamo in progetto di proseguire la nostra indagine) ce ne sono alcuni molto noti, come Scientology, presso la cui lussuosa sede milanese i due, fingendosi potenziali adepti, hanno ricevuto la loro dose di bombardamento amoroso; i Testimoni di Geova, con la testimonianza di alcuni giovani che, nati e cresciuti nella congregazione, hanno dovuto affrontare enormi difficoltà per venirne fuori e hanno sperimentato l’esatto contrario del love bombing, ossia l’isolamento e la solitudine completa; la potente Soka Gakkai, riconosciuta religione a tutti gli effetti grazie all’interessamento personale di Matteo Renzi. Ci sono anche esperienze apparentemente pittoresche, come quella di Damanhur, una sorta di piccolo stato indipendente tra Torino e Ivrea, dove si vive alla maniera dei figli dei fiori e ci si ribattezza con nomi come Stambecco Giglio, Falco Tarassaco, Calamara, Dromedario Ravanello. Dietro quest’apparenza bucolica e un po’ naïf, però, si cela un’economia basata sul turismo, sulla vendita di oggetti di artigianato, sulle solite quote versate regolarmente dagli aderenti e sul lavoro coatto dei membri della comunità; ma la cosa più sorprendente è un clamoroso abuso che non saprei se definire edilizio o ambientale: in pratica i damanhuriani hanno scavato una montagna e ne hanno fatto un tempio sotterraneo, oggi oggetto di visite guidate e sanato col pretesto che trattasi di opera d’arte di grande valore…
Ma la storia più brutta, quella che davvero ti colpisce al cuore, è quella del Forteto, una storia che Gazzanni e Piccinni non sono i primi a raccontare. Il Forteto, nel Mugello, è un’azienda agricola che produce ottimi formaggi. Per molti anni è stata considerata un modello sia per la tipologia del suo impatto sul territorio, sia per la qualità dei suoi prodotti, ma soprattutto per essere una comunità aperta, accogliente, il rifugio ideale per ragazzi e bambini in situazioni di disagio. Molti le venivano affidati dal giudice dei minori: ai tempi, tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80, lo stimato Gian Paolo Meucci, già amico di don Milani. Bene, al Forteto, come è emerso nel corso degli anni attraverso numerose testimonianze, la comunità si era trasformata in una vera e propria setta, sotto la guida del leader carismatico Rodolfo Fiesoli, nella quale venivano perpetrate le peggiori violenze, soprattutto nei confronti di quei minori che erano stati inviati là proprio per trovare un ambiente familiare in cui crescere. Io, personalmente, ho conosciuto un ragazzo, ai tempi in cui, col gruppo parrocchiale di cui facevo parte, portavamo in campeggio tutte le estati i più disadattati, matti e strambi ragazzini di Pistoia. Questo ragazzo approdò al Forteto in seguito a complicate vicende familiari e personali, e ricordo che noi del gruppo fummo molto contenti della svolta significativa che la sua vita avrebbe avuto in un ambiente tanto favorevole… non so cosa ne sia stato di lui, se abbia subito abusi, se la sua fragile vita sia stata ulteriormente danneggiata, né dove viva e cosa faccia oggi.

13 pensieri su “Nella setta

  1. Il problema è serio, infatti dove è setta, e dove invece partito, gruppo, comunità o cenacolo? Il “love bombing” non serve a discriminare, l’identità viene gratificata anche sentendosi parte di un partito, di una comunità. E sostenere economicamente o col lavoro la comunità di cui si fa parte è cosa naturale. La gerarchia poi comporta di suo una sfumatura iniziatica e riservatezza, e gerarchia c’è in tutti i gruppi, formali e informali. Chiunque abbia fatto parte di partiti, gruppi politici, parrocchiali, cineforum, ne ha esperienza: i membri più importanti sono riservati, e sono anche quelli più coinvolti e più responsabili.
    Forse che si può riconoscere una setta per gli obbiettivi eccentrici, di tipo etico e religioso, che vuole raggiungere? Di Scientology fanno parte attori di successo affatto desiderosi di uscirne. Di Soka Gokkai ha fatto parte una signora cui era morta la figlia, amica dei miei figli, e vi ha trovato consolazione.
    Occorre allora individuare le emozioni dominanti nel gruppo, e scoprire se quel clima emotivo mette alcuni in condizione di minorità, incapaci di autodeterminarsi? Ma siccome non siamo uguali per carattere e temperamento qualcuno è dominante e altri si accodano. Questo accade anche in rapporti di amicizia e di amore.
    Per valutare una setta può forse servire un criterio di misura: viene richiesto “troppo” lavoro, o “troppi” soldi, oppure gli scopi dichiarati raggiungono “sistematicamente” obiettivi differenti da quelli dichiarati. Qui entra però in campo il penale. Non è poi da trascurare l’eventualità che il fine “oscuro” che si propone la setta/gruppo sia proprio qualcosa che gli aspiranti intendono raggiungere. Senza evocare mafia e massoneria, in certi gruppi si entra per raggiungere vantaggi. Segretezza e iniziazione servono per spartire tra pochi i vantaggi che i molti producono. Ecco di nuovo il criterio di misura per valutare la setta: molti sono i chiamati ma pochi gli eletti. (sic)

  2. Indico un libro di Mira Furlani, Le donne e il prete. L’isolotto raccontato da lei, Gabrielli editore 2016, in cui Mira analizza molti anni dopo i problemi interni al gruppo dell’Isolotto da un punto di vista di politica delle donne.

  3. … che non era una donna, anche se ha avuto un rapporto prima con Luisa e poi con Lea, e qualcosa avrà probabilmente acquisito.

    1. E già!
      Freud non c’entra e su Hegel abbiamo sputacchiato abbastanza!
      Eccolo Elvio tra Luisa e Lea in un quadro intitolato: “Allegoria della femminodipendenza”.

      1. Genealogia solo maschile, come da dio padre nasce il figlio, Freud produce Elvio, e tanto basta. Figurarsi se in quegli anni il rapporto con due intelligenze femminili di primordine poteva scalfire la lucente interezza di una mente maschile!

          1. cattivo è stato lui
            cattiva è stata lei
            ha preso i miei giocattoli
            e lei ha preso i miei
            ha rotto la mia bambola
            ha rotto il mio orsacchiotto
            e il mio cavallo a dondolo ha il naso tutto rotto…

            viva il confronto!

  4. È vero, Cristina, che alcune delle caratteristiche della setta sono presenti anche in comunità che sette non sono. Ma quello che ha la setta è la concomitanza di tutti gli elementi in un “dosaggio” elevato: ad esempio per love bombing non s’intende la naturale accoglienza che si rivolge a chi entra in un gruppo, in un’associazione, ma qualcosa di molto più coinvolgente, di stordente, il cui scopo è letteralmente sedurre e prendere all’amo il nuovo arrivato. Così l’aspetto economico o quello “lavorativo” non va confuso col contributo che tutti coloro che fanno parte di un gruppo (politico, culturale, etc) danno spontaneamente, sia in denaro che in attività, a titolo di volontariato o con una retribuzione più o meno simbolica: qui si parla letteralmente di versamenti consistenti e periodici e di lavoro coatto, in certi casi di riduzione in schiavitù. Gli abusi sessuali sono frequenti, uscire dalla setta è difficile, molto difficile, e chi riesce a venirne fuori viene abbandonato da tutti coloro che fino a quel momento si professavano suoi amici. Una setta inoltre ha sempre un suo gergo, un linguaggio speciale… Insomma, qui non si sta parlando di aderire a un gruppo o a un movimento, ma di una vera e propria cooptazione, di sfruttamento e di abuso. Chi è vittima di una setta o lo è stato, che ha familiari o amici che ne fanno parte, lo sa. Infine, in Italia dal 1981 non esiste più il reato di plagio: fu giustamente abolito, perché si trattava di una fattispecie inadeguata, ma non è stato sostituito con nulla di paragonabile. Le vittime delle sette possono denunciare i loro aguzzini per truffa, per violenza, per stalking, ma non per il crimine specifico, che consiste nel subornare la volontà di qualcuno con false promesse e instillando false speranze.

  5. …un fenomeno davvero inquietante, che ci invita a vigliare in maniera obiettiva, senza cadere nell’ingenuità, quanto nella demonizzazione…a volte, infatti, può accadere che pericoli di manipolazione o peggio si nascondano per i più giovani in realtà associative “istituzionalizzate”, come può essere la parrocchia…Inoltre un gruppo può formarsi all’insegna della trasparenza per gli obiettivi culturali, politici, ludici e poi evolversi, per dinamiche interne o per la trasformazione di un leader in “santone”, in una setta. I segnali della metamorfosi non vanno trascurati e, nell’articolo, sono ben presentati. Alla base comunque da una parte stanno la volontà di dominio, l’assenza di scrupoli morali ma anche la follia, dall’altra la fragilità della natura umana…A volte la “mascheratura”, avvalendosi di un presunto filo diretto con un dio, si vanta di finalità filantropiche o in difesa della natura…I risultati possono essere terribili: non lontano da dove abita ora mia figlia, Losanna, nel 1994 negli adepti alla setta del Tempio Solare si verificò un suicidio di massa, bambini compresi, pertanto omicidi compresi…In Francia e in Canada altre vittime della stessa setta. Sembra che esista ancora oggi

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