Segnalazione. Marco Corvaia


Post Somnium – di Marco Corvaia.
Edizioni Ensemble
  
#14

Non avrei mai smesso di...
eh, l'ipocrisia in un avverbio
 
se fossi di piombo peserei le parole con maggiore precisione
ma le leggi della fisica non mi rispondono più
avvisto simboli nel cielo che è un brano sincopato
e la giusta postura si adegua all'inclinazione dell'asse terrestre
ho della sabbia tra le dita dei piedi – che agognano baci –
forse sono stato in una clessidra, oppure sulla luna
 
sto vibrando in lampi onirici
ero una foglia d'acero, oppure di castagno, o di frassino
non ho capito, non ricordo, non so
ho visto la Guernica in un centro sociale
la bottiglia mi amava e io amavo lei
in un dramma che ci bastava per risorgere
più forti delle scosse del tormento
e Marlene Dietrich era un transessuale
che cantava desideri di miele
dalle pagine di una rivista anarchica
mosse dalla sua voce d'avanguardia
crepitavo – di eresie ustionanti –
e sto masticando lampi onirici
mentre le stratificazioni chimeriche si schiudono
parlavo in una lingua che non è la mia
lei era una grondaia e si lagnava... forse
 
ci rompiamo le ossa a forza di stiracchiarci
con i visi ancora accartocciati
appassiranno quei pensieri che non abbracceremo
al nostro risveglio, di frastuono immateriale
sospinti dai riverberi intransigenti
di nature primitive che non ci perdoneranno
 
più tardi le dirò qualcosa che non sa
ma non fra questi stralci confusi... non ora.




Qualcosa che non sai
 
 
Mi sveglio in un deposito di allusioni
nell'occhio di un ciclone allegorico
sulla cima di un monte capovolto
in un treno che viaggia a ritroso
nei calcoli cibernetici, nell'Iperuranio
su un vassoio rinascimentale, in Portogallo
in spontanee contaminazioni sessuali
sull'ideale ricerca d'autonomia poetica
negli abbracci rifiutati, tra le separazioni radicali
sui dispetti dell'istinto e in ogni prova contraria
ma non voglio parlarne.
Cerco parole sin dal primo rumore di ciglia
nei monumenti psicologici non ancora inabissati
nei sobborghi filosofici in lotta con l'isolamento
nelle brezze che suonano un melodico weltschmerz
nell'ozio fluttuante, negli assalti sintetici
nei rapimenti sociologici, nei frammenti di timidezza
nei telescopi puntati sulla storia di qualcuno
in lei che spesso non dice niente viola di ametista
nella parte peggiore di me, fra i ritagli dell'invidia
nei fatti che (non) avvengono e nelle resse inumane
ma non voglio parlarne.
Dovrei dirti qualcosa che non sai
stanare l'ignoto e rivelarlo, per te
snidare dogmi, idoli, fenomeni e sotterfugi
per fartene dono, nell'orgoglio che dilania
abbattere muri, recidere tranelli e sciarade
illustrare rivelazioni al rosmarino o alla cannella
ma tu sei da qualche parte con qualcuno
a far qualcosa
oppure sei in nessun luogo da sola
a far niente
e io non voglio parlarne... non mi va.












Post Somnium - di Marco Corvaia.
Casa Editrice: Edizioni Ensemble
 
Sinossi:
 
Post Somnium è una silloge di poesie (36) sul mondo onirico e sull'influenza che ha sulla vita cosciente, trattando il tema in modo personale, ovvero dal punto di vista dell'autore; è un progetto poetico nato da un'intima esigenza ed è stato stimolato dal momento della giornata più proficuo per l'ispirazione, la fase subito successiva al sonno, quando appena svegli le immagini, i suoni e le suggestioni prodotte dal subconscio nella fase REM sono talmente vivide da confondersi e fondersi con la realtà.
Gli esseri umani dedicano al sonno un terzo della vita, per necessità biologica, e la raccolta difatti è divisa in tre parti: la fase che precede il sonno (addormentarsi), i sogni (in una selezione di quelli più comuni) e il rapporto con il mondo esterno (condizionato da quei sogni che lasciano specifiche sensazioni per molto tempo); sono tre condizioni differenti tra loro, così come lo stile dei componimenti. In questi versi non mancano riferimenti alla biologia, all'astronomia, alla fisica, alla matematica e all'arte; la scrittura filosofica si impregna di terminologie scientifiche, mescolando emotività a un forte spessore culturale. E tanti dei misteri di quest'opera vengono rivelati nell'ultima lunga lirica.

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