Fantastica in esercizio
di Filippo Nibbi
IL LAGO DI MILANO Il lago è l'Idroscalo. Il fiume è il Naviglio. Gabbiani saranno, o sono stati, gli idrovolanti. Ricordo soltanto piscine, a Milano. Collina non era collina di terra, ma un mucchio formato dai materiali di scarico. Eppure la chiamano il colle, a Milano, o Montagnola (la vera è a Bologna). Lontano, apparivano le vere montagne: Prealpi, se il vento puliva il bel cielo dai fumi, che insieme alla nebbia diventano smog. Milano ebbe un cielo stupendo. Ricordo che uscendo (lavoro un po' fuori, a San Donato Milanese), talvolta, io sono rapito dal cielo che è sopra Milano. Ha un azzurro un poco color verderame, sul verde, se visto al tramonto, rientrando. Lo stesso colore dei fondi marini. avevo scoperto. Andai spesso per tutti i giardini che sono a San Donato Milanese. Nel parco. Facevo due passi, fumando, un'ora o due prima di entrare al lavoro, che intanto è iniziato, per gli altri. Mi disse il Gervasio, che è il capoufficio del centro di calcolo: «... Il Nibbi l'ho visto fumare la pipa ». Ricordo anche i nomi, degli altri: il Bisi, la Docci, il Serpetti e lo Spallanzani. Ricordo che c'erano i cervi, nel parco. Rammento le piante, le anatre, i cigni. Rammento anche i campi da tennis. Guardavo quel gioco. Rammento i vapori che scaldano case e gli uffici, in inverno, partendo da qualche centrale che è posta tra l'erba. Starò alla piscina, domenica e il sabato (giorni di festa). Ricordo quel popolo unito che andava alla Messa, e sta al sole (se c'era), portando i bambini. Ci sono stradine che vanno tra l'erba, intorno a San Donato. Rammento la nebbia, in estate. Vapori scaldati dal sole mi vennero incontro un 8 di agosto, così appiccicosi, che neanche la spugna li toglie di dosso, facendo la doccia... La nebbia in agosto! Ricordo la mensa. Le uguali giornate trascorse alla Snam, divisione progetti, al centro dì calcolo, memorizzando i numeri e i fatti del giorno (la madre mi è morta) dentro a una Elea 6001 Olivetti, che è separata dai vetri (in uno stanzuolo) dagli uomini posti dentro a un locale immenso, di un ettaro quasi, quadrato... Fui assunto nel mese di dicembre millenovecen- tosessantadue al calcolo elettronico. Stagioni, da allora, si eguagliano tutte. Uguale l'estate divenne all'inverno. E solo un'arietta costante trasudano i muri e il soffitto, insieme a una luce costante, che è luce artificiale (col sole di fuori, e anche senza). Cioè il sole era escluso, e la nebbia. Sognavo gli aranci... da vendere, meglio che stare alla Snam! La gente importata veniva dal Sud. Il Broccia (Michele) veniva su dalla Sardegna. La sua scrivania è accanto alla mia. Il Broccia Michele mi disse: «... Tu sei uccello di bosco, Filippo». Lavoro con lui. Chi è dentro, lavora sui tavoli messi per fila di tante scrivanie. Non sento parole sul tempo. Fermato che fosse il lavoro, si andava alle case, la sera. In camere prese in affitto, neppure si pensa a giornate diverse da quella che è appena trascorsa.
NUGOLA GRANDE
steroide alla Leonardo
… già sopra a Milano, inverso lago Maggiore, vidi una nuvola in forma di grandissima montagnia, piena di scogli infocati, perché li razzi del sole, che già era all’orizzonte che rosseggiava, la tignea’ del suo colore; e questa tal nugola attraeva a sé tutti li nugoli piccoli che intorno le stavano; e la nugola grande non si moveva di suo loco, anzi riservò nella sua sommità il lume del sole insino a una ora e mezzo di notte, tant’era la sua immensa grandezza; e infra due ore di notte generò sì gran vento, che fu cosa stupente, inaudita; e questo fece nel riserrarsi, ché l’aria, che infra quella si rinchiudeva, essendo premuta dalla condensazione del nugolo, rompea e fuggìa per le parte più debole, scorrendo per l’arie con ispesso tumulto, facendo a similitudine della spugnia premuta dalla mano sotto l’acqua, della quale l’acqua, di che era imbeverata, fuggìa infra le dita della man che la premea, fuggendo con impeto infra l’altra acqua. Così facea il nugolo, ricacciato e ristretto dal freddo che lo vestìa, scacciando l’aria con l’impeto di sé.
MARIE NASCENTI
“… Cosa succederebbe se Milano la si trovasse circondata dalle acque?” si chiederanno i Promessi Sposi appena riusciti dalla Rinascente scatologica / escatologica rinomata da Gabriele D’Annunzio accanto al Duomo dedicato, appunto, a M A R I A E N A S C E N – T I … “È la Notività, bellezza!” Diranno. Per quanto sia acerbo dire. Perché le Marìe sono in ascesa. I ghiacci si sciolgono. Sale la temperatura media. Appena un grado, “Ed è subito sera”… Ma è la catastrofe! Cataste di strofe non ci salveranno.