2 pensieri su “Su Attilio Mangano

  1. Eravamo un bel po’ di amici di Attilio Mangano l’altra sera – 24 gennaio 2020 – alla Libreria Popolare di Via Tadino per la presentazione del libro “La generazione che ha perso” a lui dedicato.
    Si tratta di un primo ritratto della sua figura di “militante, studioso e uomo” curato da Antonio Benci e edito dal Centro di Documentazione di Pistoia.

    Qui non farò un resoconto della serata, molto bella perché ho rivisto vari amici dei tempi della mia militanza in Avanguardia Operaia – tutti invecchiati come me certamente, ma pronti a ricordare e a riflettere evitando i rischi di retorica delle commemorazioni. E neppure dirò dei vari saggi su Attilio (di Toscani, Grispigni, Marchetti, Giachetti, Billi e Muraca) non avendoli ancora letti.

    Mi limito a ricordare che nella sua introduzione Franco Toscani ha valorizzato soprattutto la ricerca di Attilio sull’immaginario sociale, che fu anche una scelta per chiudere con la sua fase di militante in AO e di prendere le distanze da un “marxismo-leninismo” troppo politicista e partitista.
    Lo stesso ha fatto Aldo Marchetti, contestando anzi lo stesso titolo del libro e insistendo sulla natura carsica dei movimenti sociali che non sarebbero stati affatto sconfitti ma hanno le loro filiazioni in altri nuovi ( composti non più da operai ma dalle donne, dai contadini).

    Io ho esposto i miei dubbi sia su questa “non sconfitta”, sia sulla continuità dei movimenti – che non nego in assoluto ma è sempre da verificare se non la vogliamo ridurre a certi aspetti ideali; ed anche sulla tentazione di “cancellare” o ridimensionare il peso del periodo di militanza in AO di Attilio per valorizzare esclusivamente il suo successivo prima solo “castigato”?) socialismo libertario. Non so dire quanto l’intervento successivo di un altro ex dirigente di AO, Franco Calamida, che ha indicato come “valore perso” proprio quello della politica, sia vicino ai miei dubbi.

    Ma credo sia giusto mantenere aperta la questione, affacciatasi nella discussione: siamo, con Attilio, “la generazione che ha perso” o no? E, se sì, cosa abbiamo perso. E, se no, dove continuerebbe (sotto altre forme e con altri soggetti) quella che fu la “nostra” lotta.

  2. Un altro racconto della serata di presentazione del libro su Attilio Mangano alla Libreria Popolare di Via Tadino

    SEGNALAZIONE

    Maurilio Rino Riva
    25 gennaio alle ore 13:55
    Una serata straordinaria per un uomo straordinario

    Ieri sera, per la prima volta dopo tantissimo tempo, sono andato alla presentazione di un libro speciale, “La generazione che ha perso” – scritto da autori diversi – sull’opera di Attilio Mangano, persona straordinaria e polidriedica. Cultore appassionato di tutto.
    La sala della Libreria di via Tadino per le presentazioni era stracolma. Ricchissime le introduzioni di Guido Duiella, Antonio Benci, Franco Toscani.
    Bellissimo il dibattito a più voci.
    Alla fine, mi ci sono buttato anch’io e come ogni volta che accade mi sembrava di essere fuori tema. Ho affrontato la questione non dal punto della specifica opera di Attilio – tanto ben argomentata dai relatori e da Aldo Marchetti e Ennio Abate e i contributi di Franco Calamida, Ermanno Tritto, Antonio (?) Abate – ma da quello dell’amicizia e del rapporto quotidiano con Attilio nella promozione/conduzione del movimento dei lavoratori-studenti.
    Un’amicizia 50ennale che non ha mai subito scosse, nonostante il distacco che ogni amicizia può subire per le casualità della vita.
    Ma quando ci siamo ritrovati era come non ci fossimo mai lasciati.
    Bisogna prendere atto che ci sono delle persone straordinarie, che hanno una marcia in più e che fanno e disfano con una velocità, duttilità, profondità che i più non hanno. Possiamo emulare queste persone ma dobbiamo essere consapevoli che non potremo mai essere come loro.
    Ricordo quando mi recavo nella sua abitazione milanese di via Giason del Maino con in mano il sacchetto di libri appena acquistati e destinati alla mia non semplice lettura e acculturazione e lui me lo “requisiva” restituendomi i libri intonsi tre giorni dopo, avendoli letti tutti.
    A quei tempi Attilio e io eravamo i promotori del Movimento dei lavoratori-studenti, lui era la testa (e che testa) e io ero il braccio. Ricordo che camminavamo per ore attorno a Piazza Vetra e io gli facevo il quadro della situazione della scuola serale e lui ne ricavava un articolo di linea su “Politica Comunista”.
    Eravamo privi di mezzi eppure riuscimmo a convocare una manifestazione serale cittadina di migliaia di persone. Il debito che Avanguardia Operaia deve ai lavoratori-studenti non è stato ai tempi riconosciuto (e nemmeno successivamente) eppure il radicamento diffuso di fabbrica viene da questa esperienza eccezionale. Ricordo la Crouzet per tutti e so di fare torto a molte altre situazioni.
    Ma Attilio non era un teorico serioso, era il compagno generoso e gioviale. La sua chitarra, le sue canzoni lo resero un fraterno amico per ogni lavoratore-studente che frequentava insieme ad altre 49 persone l’attivo serale del sabato sera nella sede di Piazza Richini e “Alicudi è un’isola” quasi un inno, una bandiera per tutti quanti, tanto da essere cantata da pezzi di corteo anche alle manifestazioni.
    Attilio oltre a leggere testi su testi su più questioni, aveva una rapidità di scrittura impressionante, elaborava testi su testi con una straordinaria profondità che se fossero stati messi in pila, pagina su pagina, non so quali altezze avrebbero potuto raggiungere. E quali mete se solo avesse voluto mettere all’incasso, nelle sedi appropriate, la sua rara creatività.
    Negli ultimi tempi si era riscoperta una vena poetica non indifferente. Me lo ricordo insieme ad altri presso il Centro Puecher di Ulisse Dini recitare i suoi brani con grande verve la prima volta e una seconda volta con molta meno dinamicità in cui forse si manifestava l’inizio della sua malattia.
    Uomo affettuoso, lo ricordo più con il cuore che con il cervello – come invece altri hanno fatto dovutamente questa sera in modo acconcio – e gli mando un bacio in qualsiasi luogo si trovi.

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