——————————
di Filippo Nibbi
I bachi, quando si suicidano, si lasciano morire di sete.
1 – INTERIORA
«Di colpo ho capito. È abbagliante, abbacinante nella sua chiarezza: tutti i motivi degli odi, delle lotte, delle guerre, di tutte le guerre di tutte le epoche, sono falsi, sono pretestuosi, sono grotteschi falsi. Tutte le ragioni dell’odio che divide – da sempre! ovunque! l’umanità in due fazioni contrapposte, tutte quelle ragioni sono inventate, sono scuse, sono alibi, sono fumo negli occhi. L’unica cosa vera è il bisogno atavico del nemico. L’insopprimibile necessità dello scontro.
Scontro funzionale alla sopraffazione: “… quando l’amante, tenebroso duce, abbandona le redini del sangue…” (A. Merini): sopraffazione funzionale alla distruzione dell’altro. Le ragioni che sono state (inconsciamente) strumentalizzate nel corso della storia sono infinite.
Ma non contano niente: l’unica cosa che conta, che andrebbe furiosamente, ossessivamente studiata è l’incoercibile bisogno di spaccarsi in due fazioni, di odiarsi reciprocamente, di tentare l’annientamento dell’altro. Il BISOGNO di odiare. Ecco di cosa dovremmo occuparci. Uno di qua e l’altro di là . ALLE RADICI DELL’ODIO. Ferocemente nemici. Tutte le guerre di tutti i tempi nascono di lì, dal nostro istinto alla spaccatura, al bisogno di dividere in due il mondo, dal nostro indomabile bisogno di odio. Credo che, forse, questo sia la proiezione nel mondo oggettivo della tragica spaccatura interiore di ogni individuo: fatto di carne e di spirito, di etica e di ferinità, di vita e di morte. L’odio che eternamente insanguina il mondo è l’odio che spacca il fondo di ciascuno di noi». Così diceva uno legato al lettino di contenzione di una casa circondariale. E non si cheta più! Fuori. In pelle in pelle, una fuga di cervelli proviene dall’Italia avvelenata dalla rabbia e dall’intolleranza. Un contingente ingente di gente indigente, che ha FAME. È insaziabile quella di amicizia, pace, libertà.
2 – IN LINGUA
The year is 1961. After political division, civil and governmental unrest, and conflict between the East and West Bloc of Germany, the Berlin Wall was erected, separating West Berlin from East Germany, and preventing emigration and flight from the communist East Bloc. The Berlin Wall stood from 1961 until 1989, when the wall’s dismantling began. The destruction of the Berlin Wall represented an end to the violence, separation, and oppression consistent throughout the Cold War. However, portions of the Berlin Wall still remain to remind us of the importance of cohesion and peace, and to warn us of the oppressive effects of separating people, in order to prevent such events from recurring.
Now, in 2016, Donald Trump, the Republican frontrunner, has exploited the American people’s misdirected anger, by proposing the construction of a wall, abutting the border between the United States and Mexico. Trump’ s proposal bears a striking resemblance to the original proposition for the construction of the Berlin Wall.
The construction of the Berlin Wall was primarily proposed as a solution to halt mass emigration from East Germany into West Germany. Similarly, Trump’s proposal was presented as a “resolution” to address illegal immigration from Mexico into the United States. This uncanny parallel between Trump’s proposal and the East German, or the German Socialist Unity Party’s, proposal to construct the Berlin Wall provides evidence for the inherent repercussions that come with an abrupt decision to separate two territories.
Overall, Trump’s proposal to build a wall bordering the United States and Mexico resembles the original proposal to construct the infamous Berlin Wall, promotes xenophobic and isolationist practices, and exploits the fear of the American people, showing the terrifying reality of the power of anger over knowledge.
3 – IL MATTO
Vocabolo del dialetto aretino pronunciato tra l’Olmo e Rigutino dove c’era una volta il mattatoio comunale delle carni.
4 – LA POESIA
Fava è due verbi: Fa e va Oltre schizzata Erettile e rettile Duro del toro Dentro ogni vacca Macellata al Matto. 5 – IMBESTIATI D’AMORE Sei un bravissimo scavatore di buchi di dolore Alcuni piccoli ma curatissimi, fitti fitti Una catena di buchi che mi hanno perforato il cuore Migliaia di buchi mi hai scavato dentro Scavi col tuo tagliente badile di silenzio. Leggo: “Alveare è un verbo. Al mondo servono api, aria e ali per spazzare la terra. Così come sono, gli uomini non bastano” (A. Bergonzoni)
Filippo Nibbi in questa ‘Fantastica in esercizio’ mi ha fatto pensare a un’interessante recensione fatta da Claudio Piersanti all’ultimo film di Ken Loach “Sorry we missed you” apparsa su Doppiozero alcuni giorni fa.
Lui fa una comparazione – non politica, intendiamoci – tra gli operai/padroncini di oggi rappresentati nel film di Ken Loach, sempre in continua competizione tra di loro e consapevoli che la vita dei propri figli sarà addirittura peggiore della loro, e il libro del giovanissimo Friedrich Engels “La situazione della classe operaia in Inghilterra” scritto tra il 1842 ed il 1844. Anche in questa prima fase dell’industrializzazione capitalistica i figli vivono peggio dei genitori. “Tutto è cambiato ma niente è cambiato” scrive ad un certo punto Claudio Piersanti nel suo articolo, Sorry We Missed You: dalla parte degli sfruttati.
Suggerisco di leggerlo su: http://www.doppiozero.com.
…la Matta( jolly nel mazzo delle carte) da (s)legare
Meno di una scia di lumaca
il nostro passaggio sulla terra
meno di un alito di vento
il nostro respiro
meno di un solo piccolo raggio di sole
l’amore di una vita
meno del lontano brontolio di un tuono
il nostro tormento
meno di un solo granello di sabbia nel deserto
la nostra solitudine
più dell’universo intero
il nostro desiderio di pace
C’è chi è una direzione tracciata su una mappa e chi fa i passi, chi è il cammino.
POESIA
Si sente appena la mi voce
È in disparte, nell’ultima fila del coro
Eppure è magnifico fare parte del canto dell’oro