Testi tradotti da Angela D’Ambra
Author’s Prayer poem by Ilya Kaminsky If I speak for the dead, I must leave this animal of my body, I must write the same poem over and over, for an empty page is the white flag of their surrender. If I speak for them, I must walk on the edge of myself, I must live as a blind man who runs through rooms without touching the furniture. Yes, I live. I can cross the streets asking “What year is it?” I can dance in my sleep and laugh in front of the mirror. Even sleep is a prayer, Lord, I will praise your madness, and in a language not mine, speak of music that wakes us, music in which we move. For whatever I say is a kind of petition, and the darkest days must I praise. Ilya Kaminsky, “Author’s Prayer” da Dancing in Odessa. Copyright © 2004 di Ilya Kaminsky. Ristampato con l’autorizzazione della Tupelo Press. Source: Dancing in Odessa (Tupelo Press, 2004) Preghiera dell’autore traduzione di Angela D’Ambra Se parlo per i morti, lasciar io devo l’animale che è il mio corpo, la stessa poesia scrivere e riscrivere io devo, ché una pagina vuota è bandiera bianca della loro resa Se io per loro parlo, camminare devo sul ciglio di me stesso, vivere devo come un cieco che attraversa stanze in corsa senza toccare il mobilio. Sì, io vivo. Posso passare per le vie chiedendo “Che anno è?” Nel sonno danzare posso e ridere davanti allo specchio. Persino il sonno è preghiera, Signore, Io loderò la tua follia, e in una lingua non mia, parlerò di musica che ci ridesta, musica in cui ci muoviamo. Perché tutto ciò che dico è un tipo di preghiera, e i più scuri giorni lodare io devo. * Dancing in Odessa Da Dancing in Odessa: Poems, Tupelo Press, 2004 In a city ruled jointly by doves and crows, doves covered the main district, and crows the market. A deaf boy counted how many birds there were in his neighbor’s backyard, producing a four-digit number. He dialed the number and confessed his love to the voice on the line. My secret: at the age of four I became deaf. When I lost my hearing, I began to see voices. On a crowded trolley, a one-armed man said that my life would be mysteriously linked to the history of my country. Yet my country cannot be found, its citizens meet in a dream to conduct elections. He did not describe their faces, only a few names: Roland, Aladdin, Sinbad. Danzando a Odessa In una città dove tortore e corvi governavano in comune, le tortore gestivano il quartiere principale, e i corvi il mercato. Un ragazzo sordo contava quanti uccelli c’erano nel giardino sul retro del vicino, ottenendo un numero di quattro cifre. Compose il numero e dichiarò il suo amore alla voce all’altro capo. Il mio segreto: a quattro anni sono diventato sordo. Quando persi l’udito, iniziai a vedere voci. Su un filobus affollato, un uomo con un braccio solo disse che la mia vita sarebbe stata connessa misteriosamente alla storia del mio paese. Ma il mio paese non si sa dove sia, i suoi cittadini, per indire elezioni, si incontrano in un sogno. L’uomo non me ne descrisse i volti, solo una manciata di nomi: Rolando, Aladino, Sinbad. * A Farewell To Friends after Nikolai Zabolotsky Yes, each man is a tower of birds, I write my friends into earth, into earth, into earth. Here, with lantern in hand, a beetle-man greets his acquaintances. You stand in white hats, long jackets, with notebooks of poems, you have for sisters wild carnations, nipples of lilacs, splinters and chickens. Go now, I write as the pages turn to the shuffle of your steps across the room. Addio agli amici alla maniera di Nikolai Zabolotsky Sì, ogni uomo è una torre d’uccelli, scrivo ai miei amici nella terra, nella terra, nella terra. Qui, con la lanterna in mano, un uomo-scarabeo saluta i conoscenti. Voi in piedi, cappelli bianchi, giacche lunghe, con taccuini di poesie, avete per sorelle garofani selvatici, mammelle di lillà, sverze e pollastre. Vai ora, io scrivo mentre le pagine si voltano allo strascichio dei tuoi passi per la stanza. * Paul Celan da Dancing in Odessa: Poems He writes towards your mouth with his fingers. In the lamplight he sees mud, wind bitten trees, he sees grass still surviving this hour, page stern as a burnt field: Light was. Salvation he whispers. The words leave the taste of soil on his lips. Paul Celan Scrive verso la tua bocca con le dita. Al lume della lampada, egli vede mota, alberi morsi dal vento, vede l'erba che ancora sopravvive a quest'ora, pagina stecchita quale campo bruciato: E luce fu. Salvezza egli sussurra. Le parole gli lasciano sapore di terra sulle labbra.
Nota
ILYA KAMINSKY è nato a Odessa, nell’ex-Unione Sovietica, nel 1977. È arrivato negli Stati Uniti nel 1993, quando la sua famiglia ha ricevuto asilo politico dal governo degli Stati Uniti. Ilya è autore del libro Deaf Republic (Graywolf Press) e di Dancing In Odessa (Tupelo Press). È anche co-curatore e co-traduttore di molti altri libri, compreso Ecco Anthology of International Poetry (Harper Collins) e Dark Elderberry Branch: Poems of Marina Tsvetaeva (Alice James Books). Le sue poesie compaiono regolarmente nelle antologie Best American Poetry e Pushcart Prize. Fra i premi ricevuti segnaliamo la Guggenheim Fellowship, il Whiting Writer’s Award, l’American Academy of Arts and Letters’ Metcalf Award, la Lannan Foundation’s Fellowship and la NEA Fellowship. Ha anche ricevuto il Poetry magazine’s Levinson Prize. Dancing in Odessa è stato nominato Miglior Libro dell’Anno dal Foreword magazine. Ilya è stato incluso nella rosa di finalisti per il Neustadt International Literature Prize. Le sue poesie sono state tradotte in oltre venti lingue, e i suoi libri sono stati pubblicati in molti paesi compresi Turchia, Olanda, Russia, Francia, Messico, Macedonia, Romania, Spagna e Cina dove la sua poesia ha ricevuto lo Yinchuan International Poetry Prize. Kaminsky ha lavorato come assistente legale per San Francisco Legal Aid e per il National Immigration Law Center. Al momento svolge le mansioni di Court Appointed Special Advocate for Orphaned Children nella California del sud. Attualmente, ricopre la Bourne Chair in Poetry al Georgia Institute of Technology. Vive ad Atlanta.
ANGELA D’AMBRA ha conseguito la laurea quadriennale in Lingue e letterature straniere presso l’Ateneo di Firenze (2008); un diploma di Master II in traduzione di testi post-coloniali in lingua inglese presso l’Ateneo di Pisa (2009). Si è laureata in Lettere moderne presso l’Ateneo fiorentino nel 2015. Nel 2017 ha conseguito un diploma di Master I in traduzione di testi biomedici e legali presso ICON (Pisa). Nel 2019, la LM in Teorie della Comunicazione presso la Scuola di Studi Umanistici dell’Ateneo fiorentino. Dal 2010 traduce non-profit testi poetici (En > IT). Le sue traduzioni sono state pubblicate su varie riviste italiane e straniere tra cui El Ghibli, Sagarana, Mosaici, Semicerchio, JIT, Gradiva, Osservatorio Letterario. Ha pubblicato (in traduzione italiana) una selezione di testi dall’antologia poetica On Being Dead in Venice di Gary Geddes (novembre-dicembre 2019) e una selezione di testi dall’antologia poetica Dancing Birches di Glen Sorestad (febbraio-marzo 2020).
Versi chiari, comprensibili, ma non comprensivi, orizzontalmente semplice…
non so cosa scrivere ancora perché il materiale mi è insufficiente
…trovo queste poesie belle e suggestive. L’ autore, Ilya Kaminsky avendo perso un senso in età infantile, sembra aver acquisito canali di comunicazione con mondi lontani, altri: “Sì, ogni uomo è una torre di uccelli…” (Addio agli amici), aver decodificato voci e linguaggi non umani o non più umani, aver intercettato musica, armonie e suoni, in una dimensione extrasensoriale…