Il Narratorio di Tabea Nineo è soprattutto grafico. Tra 1976, anno in cui riprendo a disegnare con una certa costanza, e anni ’80-’90 ho soprattutto lavorato in b/n usando il vecchio pennino intinto nella boccetta d’inchiostro di china. Mano mano e più tardi ha preso spazio il colore. E ho usato soprattutto l’olio. Sia disegnare a china che dipingere a olio sono tecniche “superate”. Perché sono rimasto ancorato ad esse? Non per astratta nostalgia. Credo di aver risposto (tardi, ma questa è un’altra questione) al sogno che mi ero costruito sulla base dell’esperienza vissuta da ragazzo e da giovane. L’inchiostro da usare col pennino era d’uso comune (e spesso difficile) per noi ragazzi del dopoguerra che arrivavamo a scuola. E la pittura ad olio era quella di cui avevo potuto vedere qualche esempio dal vivo in qualche vetrina di negozio a Salerno. Ma fu quella che m’impressionò di più attraverso le riproduzione della grande pittura moderna (dagli impressionisti a Cezanne alle avanguardie del Novecento) apparse negli inserti illustrati del settimanale Epoca (mi pare di ricordare tra 1956 e 1959), che mio padre acquistava.
[6 gennaio 2013]