Lode del dubbio ma difesa del singolo

di Ennio Abate

La vicenda è penosa. Sembra confermare tristi presagi mentre fa riemergere viscidi fantasmi del passato. Sul contrasto fra Farid Adly e la “Direzione” di Radio Popolare la penso per il momento così:

Chi ha più tirato la corda? Il singolo (Farid) o la “Direzione” di Radio pop? Chi ha più poteri di scelta in un confronto/scontro sempre latente tra io e noi in un qualsiasi gruppo o collettivo? Davvero parlare di “ricatto” di un singolo e fermarsi soltanto all’aspetto giuridico-economico del confronto/scontro tra Farid e la “Direzione” sarebbe una buona difesa dell’immagine pubblica di Radio pop “BENE COMUNE”? Casi critici simili a questo sono avvenuti nella storia di partiti e associazioni di “movimento”sia riformisti che rivoluzionari. E fanno scattare – troppo tardi purtroppo – l’allarme. E però, anche in questo caso, sto più col singolo (Farid) che con la “Direzione”. A prescindere? No, colgo più verità POLITICA nella diretta di Farid su You Tube che nella “comunicazione […] condivisa da: Amministratrice Delegata, Presidente di Errepi SpA, Presidente della Cooperativa Radio Popolare e dalla Reggenza Editoriale”. E trovo più dannoso il “ricatto” (visto che si è voluto usare questo termine) del noi che quello del singolo. Non siamo, infatti, di fronte a un confronto/scontro tra pari. Saggia sarebbe stato che chi ha più potere (la “Direzione”) avesse saputo cogliere in tempo quella verità POLITICA che oggi Farid deve “gridare”, fosse pure pronunciata «con le parole dell’errore» (Fortini). Ma forse chi guadagna in potere perde mano mano in saggezza.

Aggiunta

E’ poi vero che “la polemica pubblica non giova a nessuno”? D’accordo a metà. Non possiamo trascurare che esiste sempre una tensione reale (e immaginaria) tra singolo e gruppo. E che, se non viene mantenuta in termini accettabili con una corretta mediazione tra questi due poli che si confrontano e scontrano, scoppia. E spesso è il disastro.  Ho  militato in Avanguardia Operaia dal 1969 al 1976 e questa tensione l’ho sempre sperimentata fino a quando, purtroppo, scoppiò: si arrivò alla scissione tra  i due tronconi contrapposti e al fallimento definitivo di quel tentativo di costruire un partito diverso, nuovo, rivoluzionario, comunista. Certo, quando il “caso” scoppia,  pochi conoscono i fatti e le cause.  La loro conoscenza è sempre parziale e relativa. E, se il conflitto si è andato esasperando (o oscurando) nel tempo, diventa persino più difficile orientarsi. Una conoscenza totale e accurata dei fatti è, dunque, impedita proprio dall’acuirsi del  conflitto e credo sia illusorio pensare di accedervi in tempi  certi e non lunghissimi. Insomma, a me non pare che questa via, pur necessaria non sia risolutiva. Una  ampia zona di opacità  resta sempre. E allora si pone il problema di giudicare in base a quel che si sa ma anche in base alla propria esigenza di scommettere a favore della ricerca di verità (magari parziali). “Ma è sempre necessario schierarsi?” mi si potrebbe chiedere. A favore della ricerca di verità sì, risponderei.  A me, una neutralità o equidistanza assoluta mi pare impossibile e reticente. Altrettanto inaccettabile mi pare assumere la sbrigativa posizione del tifoso a favore del singolo o del gruppo. E poi, anche se non mi mettessi in gioco o non commentassi, in privato o nella mia testa so di avere una propensione più favorevole verso uno dei due poli in conflitto.  Magari provvisoria, non granitica, non acritica, rivedibile. E renderla pubblica, argomentarla, sottoporla anche a eventuali critiche, mi pare una buona scelta. La ricerca della verità si fa sia con se stessi sia con gli altri. Non separando le due ricerche.

Nota
La comunicazione di Radio Popolare comparsa sul suo sito si legge qui
La presa di posizione di Farid Adlysi può vedere qui: https://youtu.be/Q3ouFzQl6o0

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