di Elena Grammann
L’articolo è ripreso dal blog “Dalla mia tazza di tè” (qui). [E. A.]
Volete esercitarvi a essere tolleranti, a dirvi che ognuno ha diritto di esprimere le proprie opinioni, a reprimere l’impulso di affogare i cattolici radicali in una botte di lambrusco? Volete mettere alla prova la vostra imperturbabilità, l’equilibrio zen, l’equanimità del saggio? Volete dirvi che come Dio ha pensato bene di creare le zanzare, così evidentemente ritiene giusto che esistano individui insignificanti e fastidiosi, che a differenza delle zanzare non hanno neanche la scusa di posizionarsi in qualche utile punto della catena alimentare?
Se sì, leggete Lamillo Cangone:
“Contro la De Micheli. Il potere dato alle donne è antibiblico
Non condivido l’entusiasmo dei collaboratori del ministro. Credo in un Dio Padre onnipotente, non madre
Sono lì che bevo il mio Lambrusco e si avvicina qualcuno che si presenta come collaboratore del ministro De Micheli e io mi ricordo un ministro De Michelis, con la S, ma purtroppo è morto, oltre che un editore De Michelis, mio editore Marsilio, purtroppo morto anche lui, e conosco un altro editore De Michelis, il figlio, che grazie a Dio è vivo ed è mio editore tuttora. Lui, il collaboratore, mi informa compiaciuto che il ministro è una ministra e sarebbe la prima volta nella storia del dicastero. Non posso condividere l’entusiasmo, da lettore di Costanza Miriano e da credente in Dio Padre onnipotente: Padre, non madre. Un potente di sesso femminile (ammesso che il ministro di un governo italiano sia un potente) mi appare antibiblico, antimaschile.”
Tanto per incominciare sono tutte balle. Voglio dire che il Lamillo sia stato avvicinato da un collaboratore del ministro De Micheli. Non ci credo. Cosa mai dovrebbe volere uno del Ministero Infrastrutture e Trasporti da Lamillo Cangone? La medaglietta di San Cristoforo? Ha l’aria di una balla, ma così può parlare della Ministra e pure sentirsi tanto ibam forte via Sacra (“Sono lì che bevo il mio Lambrusco…” wow!)
Però veniamo a sapere delle cose interessanti. Per esempio ci viene confermato che il suo editore è Marsilio, quindi, come già raccomandato, BOICOTTATE L’EDITORE MARSILIO!
Inoltre ricaviamo delle informazioni sullo spessore culturale del Cangone: è un lettore di Costanza Miriano (per chi non lo sapesse, l’autrice di Sposati e sii sottomessa – sul serio, non per scherzo). Livelli alti. Detto questo, sembrerebbe, detto tutto.
Ma no invece, c’è ancora qualcosa. Cangone crede in Dio Padre onnipotente: “Padre, non madre”. E fa bene, perché il Pontefice che osò affermare che Dio è anche Madre non durò a lungo.
In una cosa però ci prende: quando dice che un potente di sesso femminile gli pare antibiblico, antimaschile. Ciò è senz’altro vero, ovviamente nella misura in cui il potere biblico e maschile è antifemminile: si guardi dunque la ministra De Micheli dai profeti e dai cani.
Ma se Cangone è così affascinato da un Dio onnipotente certificato con le palle, perché ce l’ha tanto con i mussulmani? In fondo professano la stessa religione, come anche gli ebrei ortodossi; le differenze sono questioni folkloristiche, quisquilie di principio, puntigli di etichetta. Non si capisce perché non vada a vivere in Israele, o in Arabia Saudita, o negli Emirati, nel Pakistan rurale (grande cultura biblico-patriarcale il Pakistan rurale, provare per credere). Se è per il lambrusco, non deve preoccuparsi. Glielo mandiamo.
Ottimo. Ma che piccola misura di potenza ha il Lamillo! Determinata da quella particolarità che è il sesso: come La Via Lattea e come L’Universo, del resto. Ma temo che il Cangone non si limiti al linguaggio (che ha ormai quasi dappertutto perso il neutro come Impersonale). No, no, per lui sesso e linguaggio contano e si corrispondono: quindi dio è maschio. (Allora il maschio è dio, si diceva una volta…)
Dio è maschio, la femmina è in ordinato subordine – e la cosa incredibile è che queste religioni abramitiche, in cui con o senza gerarchia comandano gli uomini, poggiano solidamente su una larghissima, supina e consenziente base di donne. Mah.
il soggetto non merita -o merita pietà, secondo i gusti.
Io però ho un appunto: l’appello a boicottare Marsilio. Non sono affatto d’accordo. Un conto è boicottare un libro, tutt’altro conto, per un singolo libro -per quanto meschino- boicottare l’intera casa editrice.
Marsilio, cha in catalogo ha buone e anche ottime cose, in un certo senso si boicotta da sé nel pubblicare uno che scrive robe del genere.
Ma perché punire anche tutti gli altri autori Marsilio?
Fra l’altro, cosa mai avrebbe a che fare con la tolleranza, invocata in apertura di articolo?
A me sembra che pubblicare un settario provocatore misogino e identitario come il Cangone sia un fatto piuttosto grave. Fra l’altro, dà anche qualche indicazione su dove si colloca l’editore Marsilio.
Quanto al resto del catalogo – anche la Nike fa belle scarpe, e i prodotti Nestlé sono senz’altro di buona qualità.
Ma naturalmente non è mia intenzione nuocere a autori innocenti.
Però il titolo è “esercizio di tolleranza” – un esercizio al limite di quello che si può onestamente richiedere (il famoso problema della tolleranza nei confronti degli intolleranti). E la prima parte dell’articolo è decisamente antifrastica.