Editore: youcanprint, Formato: EPUB, € 1,99
di Cristiana Fischer
Della materia vivente la parte femminile è più o meno oscuramente autore consapevole. L’Ignoto Assoluto invece, ugualmente vivente non biologico, forse si nutre dello stesso amore.
*
La mia gatta grigia detta Gigia
conosceva gattità e umanità
e i rapporti reciproci senza attendere
da me solo il nutrimento. La Gigia tornava
dopo dieci giorni vagabonda altrove
a rinfrancare corpo e anima gattesca
alla sua origine umana. Una volta
tornò col forasacco nell’occhio
alla finestra e glielo tolsi con
una pinzetta e non mosse un pelo
perché di me si fidava la gatta. Poi morì
non so dove di me
per morire non aveva bisogno. Così io
sia e di noi umani
sia come deve essere.
*
respira la piccola bestia
che corre tra le pietre
la mente selvaggia non si arresta
difende i margini lo spazio
tra i piedi e i fuochi e lo trapassa
il vuoto la accolga e le possibili
strade dell’unico osservare
*
si inoltra e infittisce una foresta
di alberi astratti secolari
templi e meridiani celesti
anime di ferro in creature di argilla
e cespugli serpi e radici
allacciate e vibranti in buchi e nodi
foreste e frattali
lampi in reti neurali camminare
nei boschi in fiore
femmina sapiente da duecento
millanni intenta a generare
*
Le incontro in lontananza
tessuto sfilato e specchietti
forse scuri e riflessi.
A più concrete distanze
misurabili in anni centoni
migliaia e milioni l’estranea
esistenza mi arriva in parole
che mungono latti e portenti.
L’avversario dal fiume costeggia
ha in mano la mia consistenza
mi tiene sveglia mi chiede
conosci l’assenza?
*
ascoltavo un parlare di vecchie
quasi desiderando la smentita
della vita che oltre l’aria aspira
ascoltavo un parlare di vecchie
alludeva a qualcosa che vedono gli occhi
all’interno – all’esterno le forme
verissime di bello e buono amministrare
giustizia con mitezza il tempo sazia
e il senso sopravanza
*
era il solo
a bordo del traghetto
e resterà con me
fino in fondo –
l’ospite tormenta
la mia domanda inconsapevole
spoglia
di amore e voglia
*
parole brevi come me e te
le due le tre persone
che si giocano in noi come in vita
parola unica e persona differita
così sei in ogni cosa l’alto e il basso
il prima e il poi le nubi e le montagne
e il te di chi è persona? sono chi
sei e chi raggiunge amore
*
l’infinito
ma credi davvero sia un caso
l’esistenza pensante il pensiero
desiderante? mosso
dall’oggetto mirabile
agita la morte oltre la vita
ci aggrappa all’inaudita
bontà godendo
la sua infinità
*
la forma d’amore che bastarda
in forme sempre estreme ci sorprende
la forma quella vera
ricchezze che doni amministrare
senza conoscere il padrone.
Ah! impersonale, unico vivente
amato e amante, e niente
più di questo voglio dire.
Gatta: felina domesticità!
Cristiana sei come una piccola bestia che corre fra le pietre, una mente selvaggia, ma va bene molto bene così! Stupende
Parole che sembrano, a momenti, il soffio di una Sibilla, proiezioni che rimbalzano, presenze-assenze; aperture verso l’alto e l’oltre espresse con passi, accenti e spinte di libera danza, senza la rinuncia allo sguardo, al sentire, all’umano.
Lieve lo stile e il suono del lessico, che si addice a una natura narrata. La sottile vibrazione per una incertezza sommessa e sottesa, di uno che ha aperto gli occhi e la voce al canto.
…vedo queste poesie di Cristiana come dei dipinti di arte astratta, in cui le forme sono al massimo assolutizzate. Piu’ raramente un fiume, una gatta, una piccola bestia, alberi secolari, le vecchie, un traghetto si concretizzano davanti agli occhi…Eppure proprio questa stilizzazione solleva piu’ veli all’immaginazione e costruisce universi dalle dimensioni spazio-temporali infinite, in cui è la “femmina sapiente” a portare avanti la cura e la vita… La domanda, e la ricerca, di risposte è fortissima ” ma credi davvero che sia un caso/ l’esistenza pensante e il pensiero/desiderante?”