Disegni. Sviluppo della ricerca grafica in prevalenza solo a partire da una memoria sedimentata, mai da immagini presenti. Clandestinità, privatezza della mia ricerca artistica. Corrosione che subiscono le immagini nella memoria quando le disegno. L’occhio non riesce a percepire un’istantanea. La contemplazione mi è vietata. Sopravvivono nei mie disegno temi di cose viste in passato (albero, bosco, cascina, campi, chiesa). Ma forse sono ormai citazioni. Le immetto in un contesto di immagini d’oggi (strada, segnali stradali, etc.), di suoni (clacson, radio, ecc.), di sentimenti (paura per la velocità o indecifrabilità di parte delle cose percepite) che non erano operanti nella mente dei pittori di una volta o di chi semplicemente guardava attorno a sé un mondo diverso da questo. Mi è impedita anche l’impressione, che ha una certa pacatezza. Resta una labile sequenza di istantanee, forse ripensabili o recuperabili dopo, a memoria. A disegnarle al momento non vai oltre lo schizzo scarabocchio che al momento non mi dice nulla.
..questi appunti evidenziano come nel 1978 nell’artista fosse forte la percezione di una mancanza, di prospettiva completa, di conseguenza di un’ acerba immaturità, evidentemente insoddisfatto della sua attività di disegnatore,pittore…non si sente inserito in nessun filone, sente i vuoti e l’indecifrabilità delle cose …in effetti la sua raccolta di schizzi, scarabocchi, che attinge alla memoria di mutevoli esperienze passate, suona come un archivio in formazione..Il giovane Ennio Abate, come per un processo di gestazione, va affastellando testimonianze di vita e visive, quando un giorno la sua arte avrebbe potuto mettersi al servizio di idee, di valori, di storie passate e presenti nella compilazione di un piu’ completo NARRATORIO GRAFICO