Fantastica in esercizio
di Filippo Nibbi
Regalo di Natale
<< Nello scavare le fondamenta per la mia casina di campagna i muratori hanno incontrato e sfasciato un muro etrusco: ho i Lucumoni in cantina! Porsenna mi regge la tazza del cesso… Che farete, adesso? Allibirete, finalmente?>>
- Toh!…Il Nibbi …
L’ultimo riconoscimento avuto da Gianni Rodari in vita è stato al Museo Nazionale Etrusco di Chiusi: il MNEC, al contempo, dilatazione quantistica del tempo. Fino a quest’anno, compiuti 100 anni dalla nascita di Rodari
Guardo azzurro
Guardo al largo
Faccio una nave del mio sguardo
Da Cortona, “mamma di Troia, nonna di Roma”, tra “sì” e “meno”, tutto il mare è il Trasimeno. Dicevano gli oracoli: << Se vuoi costruire una barca, non radunare uomini per tagliare i boschi, ma insegna loro la passione per mare vasto e infinito>>.
Scrive un ragazzino della scuola media: <<Ci sono molte teorie su quando gli Etruschi sono arrivati, ma a causa dei testi brevi non si comprende molto. Inoltre, scrivevano da destra a sinistra poi da sinistra a destra come rigirando un aratro, con caratteri greci rovesciati. Pensavano che l’uomo potesse conoscere il futuro,
quindi ricorrevano all’interpretazione dei segni navigando in mare aperto come in una collezione perduta>>.
LA COLLEZIONE PERDUTA E IL SOGNO ETRUSCO DEL RAGAZZINO
S’era sdoppiato il nome per gioco il ragazzino: Napo Leone: << L’interesse per l’archeologia di Napoleone Passerini, discendente del ricco conte Pietro Passerini di Cortona, fu eccezionalmente precoce. Nel 1877, appena adolescente, possedeva già una collezione di antichità etrusche di raro valore, con oltre quattrocento vasi di terracotta, alcuni dei quali di bucchero, risalenti all’età arcaica. Napo Leone, che come vocazione aveva in realtà la scienza, la botanica e l’agronomia, a un primo nucleo ereditato dal padre aveva subito aggiunto i risultati degli scavi effettuati nei suoi possedimenti di Bettolle e nel territorio di Sinalunga, dove i suoi contadini avevano portato alla luce una trentina di tombe etrusche. Alcuni dei più vasi attici e bronzi etruschi della collezione li acquistò invece dagli scavatori della zona i quali, nel 1879 a Foiano della Chiana, avevano dissotterrato una necropoli con settanta tombe… Che delusione!!! Quando Napoleone Passerini, esponente della nobiltà della Val di Chiana, cominciò presto a vendere molte delle opere in suo possesso, tanto che una parte si sparpagliò in tutto il mondo, dal Metropolitan di New York al Bible Lands museum di Gerusalemme, e di un’altra Bonaparte si persero le tracce. Ecco perché suona straordinario il fatto che la collezione, o almeno il grosso di essa, fantastica e realistica!, si trova oggi esposta al museo Archeologico di Firenze. Non meno affascinanti dei 293 reperti nuovamente riuniti (tra i quali vasi ateniesi con icone rarissime, e uno dei più antichi vasi etruschi della produzione a figure rosse) sono le vicissitudini che le hanno portati fino a noi. Quando aveva diciassette Napo Leone aveva diviso la sua collezione tra la tenuta di Bettolle e la sua villa a Scandicci Alto, detta “Le Rondini”, dando origine a una video novella. Dopo 150 anni, eccola qui! Una collezione che oltre alla sua ricchezza e varietà ha un altro grande pregio, l’essere testimonianza di un contesto territoriale e culturale ben preciso: quello della Val di Chiana e in particolare dell’aristocrazia di Chiusi tra il VII e il II secolo a.C., di cui si documentano il pensiero, le abitudini, il credo, i gusti. Ad accogliere il pubblico della mostra, in corso fino al 30 giugno, ci sarà poi la nuova app del museo Archeologico, finanziata dalla Fondazione Cr di Firenze, che facilita e arricchisce la visita>>…
E la cosa non finisce qui!… Prima di essere riassunto in celo, il ragazzino redasse questo manifesto degli Antirealisti a oltranza:
FARE FOTOGRAFIE IMMAGINARIE!…è bellissimo!!!… Che gioia! Mi piace tantissimo!!!… Liquefare la realtà, disfarla, confonderla. Rendere molli i muri. Farli colare… Scaraventare la realtà giù dalla sedia. Anzi, dal suo pacchiano trono di cartapesta dorata su cui sta seduta a darsi tutte quelle arie seduta stante, distante le mille miglia e una notte…
The MNEC, founded in 1871, amongotherthings,aims to promote, inspire and developcreativity in individuals…
p.s.
Cos’è il Passato remoto?
Una minestra di verdura dell’anno scorso?
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Caro Filippo, questa mattina alzandomi ho trovato la montagna del Pratomagno con un cappello di neve, e poi c’è stato uno spiraglio di sole ma sulla stessa montagna tutto si è coperto di nuvoloni neri.
Grazie per la tua gioia inventiva della fAnTAsticA IN EserCizIo…. !!!
T’ho mmisse le parole ‘n Cima! Telo ricordi?
…trovo che gli esercizi “di fantasia” sulla lingua di Filippo Nibbi comprendano qualcosa in piu’, come un lavoro di scavo sulle parole e sulle frasi, di genere esplorativo e , in qualche misura, archeologico…Quello di scomporre parole e frasi in pezzi di puzzle da ricomporre diversamente, suscitando vuoi sorriso, vuoi sorpresa ha un suo significato…Razionalità e realtà non mi sembrano affatto escluse da questo esercizio, se mai rivisitate in una chiave diversa…Anche la Storia si scompone, mostrandoci la nullità nel tempo di rigide strutture di potere: cosi’ i lucumoni etruschi fanno compagnia alle filastrocche di Rodari, il re Porsenna “mi regge la tazza del cesso”, in seguito a lavori di muratura…come “scaraventare la realtà giu’ dalla sedia. Anzi dal suo pacchiano trono di cartapesta”..Penso alla realtà irrigidita in schemi, in gerarchie…
Vorrei riferire, intanto per stare al “gioco”, quello che recentemente ho visto scritto su un cartellone, visitando la collina svizzera di Mormont. Una collina occupata ad oltranza, nonostante il freddo pungente, da un gruppo di giovani attivisti pacifisti che intendono difenderla dall’avanzata di una cava di dimensioni devastanti:
Carpe diem
car paix dit aime
Hai centrato in pieno l’obiettivo … E’ obbiettivo! brava! Bino Biflippi