Un episodio della Resistenza scoperto da Mauro Fiorini

di Franco Tagliafierro

Mauro Fiorini è un ricercatore dell’Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica di Milano, è cultore di storia militare e autore di saggi su problemi tecnici degli armamenti pubblicati su riviste specializzate. Mentre effettuava una ricerca sugli aerosiluranti si è imbattuto nel documento di cui diamo la trascrizione, che rivela un episodio di “resistenza” al fascismo da parte di un gruppo di giovani della Lombardia, che andavano a presentarsi al distretto di Varese per essere arruolati in ottemperanza al “Bando Graziani” emanato dalla Repubblica Sociale Italiana nel novembre 1943. Si tratta di una resistenza disarmata, che potremmo definire goliardica, ma non ingenua, tanto è vero che gli 85 giovani si sottomettono tutti indistintamente al castigo senza dare ai militi fascisti la soddisfazione di individuare la “minoranza” antifascista. 

Sottosegretariato per l’Aeronautica

Ispettorato Aerosiluranti

Posta da Campo, 851 li, 9/3/1944

Al Presidio Militare di Varese

e p. c. Al Sottosegretariato per l’Aeronautica- Gabinetto del Ministro

e p.c. Al Comando della 1ª Zona Aerea Territoriale

           Posta da Campo 795

Oggetto: Personale da reclutare che cantava in treno inni sovversivi

È mio dovere informare Codesto Presidio di quanto è avvenuto il giorno 8 marzo alla stazione di Venegono Inferiore.

In detta stazione era in sosta verso le 14,10 un treno proveniente da Milano e diretto a Varese. Su questo treno prendevano posto circa 85 giovani che, in seguito ai sistemi persuasivi della legge di guerra, andavano a presentarsi al Distretto di Varese.

Da questa massa di giovani proveniva il canto di “Bandiera Rossa”. Elementi dell’aeroporto di Venegono, Ufficiali, Sottufficiali e truppa in attesa alla stazione, intervenivano prontamente fermando il treno e facendo scendere tutti i giovani, che inquadrati venivano accompagnati in aeroporto.

Si effettuava un sommario interrogatorio per stabilire chi cantava, ma nessuno dava indizi esatti. Stabilito di dare una lezione sommaria a tutta la massa dei cantanti rammoliti [sic], per prima cosa si procedeva a una rasatura generale dei capelli, indi a tutti veniva imposto sulla fronte il timbro portante l’emblema repubblicano.

Da una perquisizione fatta nelle loro valigie si rinvenivano circa 40 kg, di salami e di pane bianco. Il pane veniva consegnato all’Ospedale di Tradate e i salumi inviati al campo n.º 22 Posta da Campo 775 ove esistono nostri reparti operanti colà distaccati.

Come finale, tutti gli 85 giovani inquadrati, attraversavano il paese obbligati a cantare inni della Patria, quindi sempre a piedi portati a Venegono Superiore ed accompagnati in treno fino a Varese.

Un cartello in testa al corteo diceva: “abbiamo cantato Bandiera Rossa, cosa ci meritiamo?”

Mentre essi, obbligati, cantavano inni patriottici con voci tremanti, un gruppo di avieri cantava canzoni della Patria in Guerra con voce ferma e tonante. Era una chiara dimostrazione che coloro che hanno sofferto e hanno dato se stessi alla Patria sono pronti a rifarlo con animo sereno e con ardore, mentre quelli che fino ad ora sono stati nascosti non potranno essere altro che dei pavidi e dei [sic] esseri negativi.

A parere dello scrivente la gente che cantava Bandiera Rossa era una minoranza, ma anche gli altri tacendo hanno dimostrato di essere completamente assenti di amor patrio e di senso del dovere.

Timbro:

L’ISPETTORE f.f

(Ten. Col Pil. Buri A.)

Firmato A Buri

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *