di Annamaria Locatelli
Quando gli inverni erano tanto rigidi, bambina, di ritorno dalla scuola o dalla spesa, sulla stufa di ghisa strofinavo le dita finché di geloni paonazze. La legna crepitava, ma l’ampio locale della vecchia osteria poco si scaldava… Fortuna c’erano le ascelle della nonna che non perdeva mai la sua postazione sul treppiedi vicino alla fiamma e, invitante, accoglieva il pulcino intirizzito tra le sue ali calde di piuma. Dietro di me si formava la fila per assaporare quel calore di chioccia... Alla vecchia stufa il cuore batteva forte: su un ripiano di ferro richiuso da uno sportello, proprio vicino alle braci, gelosa, accoglieva le ”schisette” di avventori infreddoliti con la frugale cena e dal ripiano di sopra profumava l’aria, mescolando gli aromi di cibi, di corpi, di fumo, di vino a quelli d’arancia e di mandarino... Era un vecchio trani del nord intriso della terra del sud. E di antiche storie stufa, o nonna che sia, raccontava: di terre di briganti di migrazioni per oceano e di gelide contrade, lei fragile precaria il porto rosseggiante in un’ansa ventosa
La mescolanza di aromi “di cibi, di corpi, di fumo, di vino/a quelli d’arancia e di mandarino…”, e terre, briganti, migrazioni, gelide contrade… chi non ha nella sua storia personale questa eredità preziosa? (anche senza una nonna-stufa, per quanto di nonne non stufe ce ne erano poche…)
C’è un giovane signore, Dario Fabbri, che due anni fa su Limes ha scritto un articolo che mi ha colpita “l’insospettabile omogenietà degli italiani”, abbiamo una unica lingua, una sola tradizione religiosa, una unica comunità etnica (talmente miscelata nei secoli/millenni da risultare… unica, questo lo aggiungo io), una sola costruzione geopolitica. Su questa unità quasi non pensata Fabbri fonda un ottimismo che “potrebbe consentire all’Italia di conservarsi”, e giù a elencare le contraddizioni politiche ed economiche mondiali cui stiamo andando incontro.
La tua poesia Annamaria dà esattamente questo senso di comunanza, per cui ci troviamo nordici e sudici, dialetti gallici e albanesi, memorie che risalgono a storie diversissime… eppure abbiamo una comune fiducia nei profumi di frutta e di stufa, nel lavoro, nelle fatiche delle terribili migrazioni di fine ottocento, nell’incontro: in queste eguaglianze. Sa il cielo, in effetti, chi ne ha potuto approfittare, ma anche, anzi soprattutto, in mano a chi davvero questa comunanza è finora rimasta e speriamo resterà.
“La tua poesia Annamaria dà esattamente questo senso di comunanza, per cui ci troviamo nordici e sudici, dialetti gallici e albanesi, memorie che risalgono a storie diversissime…” (Fischer)
Purtroppo a volte la poesia c’inganna.
Una comunanza, abbellita dalla nostra nostalgia dell’infanzia, stempera nel mito le divisioni passate e può distrarci dalle presenti.
Per queste ultime occhio a quello che sta succedendo sulle vaccinazioni e le piazze che ieri hanno visto le manifestazioni dei NoVax e NoGreenPass.
Sui vaccini (non sulle manifestazioni novax – anche se la distinzione tra pensieri privati e manifestazioni collettive una volta non valevano) si *deve* osservare che: 1. Il vaccino ha sostituito le cure; 2. I vaccini sono tuttora esperimenti in corpore vivi. Come dimostrano le liberatorie che occorre firmare.
Io sono vaccinata perché vecchia, cioè le eventuali future conseguenze negative del vaccino non mi colpiranno. I miei figli e i loro amici non si affidano a questo tipo di esperimenti, tanto meno affidano i loro figli. Non sono “i no vax”, sono normalmente colti e normalmente diffidenti nei confronti delle soluzioni tecnologiche invece delle cure non sviluppate.
Scusa ma non sono d’accordo su nulla di quello che dici.
“invece delle cure non sviluppate” Come si fa a parlare delle cure non sviluppate? Se non sono state sviluppate non si sa nemmeno se ci siano, direi. Sicura che si possano sviluppare cure per tutto? Così tanta fiducia nelle cure, quando è chiaro da decenni che il vero obiettivo della medicina non dovrebbe essere curare (spesso impossibile), ma prevenire (anche con i vaccini, ovviamente)?
Quanto alla insufficiente sperimentazione (per ora insufficientemente dimostrata). E’ una situazione di emergenza. E nelle situazioni di emergenza soprattutto, i paraculi non stanno simpatici.
“Non sono “i no vax”, sono normalmente colti e normalmente diffidenti nei confronti delle soluzioni tecnologiche invece delle cure non sviluppate.”
https://www.corriere.it/cronache/21_luglio_16/no-vax-covid-vaccino-scienza-a3223a92-e59a-11eb-b02e-abf05f14a13d.shtml
A me pare che la bella poesia di Annamaria parli di coraggio e di solidarietà, e non di “faccio quello che è meglio per me e me ne frego del resto – e comunque quello che è meglio per me, in qualsiasi campo, lo so io”.
Ti pare che sia una sostenitrice di “faccio quello che è meglio per me” eccetera? Come minimo mi preoccupo dei piccoli, con autorevoli medici e scienziati. E poi, come dichiarato, mi sono vaccinata appena potevo, perché sono in là con gli anni quindi a rischio. Ma non trovo concludente il tuo ragionamento per cui le cure non sviluppate non può dirsi non ci siano. Invece il miracolo dei vaccini sì?
La prevenzione si fa anche con l’igiene, senza i mondiali di calcio e la festa per tutti, e poi via agli attacchi ai novax che sarebbero tutti quelli che si fanno legittime domande. Non voglio caderci, in questo schieramento avvelenato.
Meglio che aggiunga una precisazione: chi ha creato la divisione presente tra eletti e untori? Non sono forse gli eletti – i vaccinati – a indicare nei riluttanti il Nemico?
Teniamo conto che la altissima percentuale dei morti riguarda i vecchi, in un periodo in cui mancavano guanti visiere e mascherine, e in cui le cure consigliate erano novalgina e attesa.
Certo che i giovani possono infettare involontariamente ma è anche vero che i vecchi vaccinati possono ri-essere infettati: la potenza del vaccino è modesta. Meglio diffondere protezioni serie e cure efficaci, invece di dividere la popolazione tra fan e antivax.
Noi vecchi comunque dobbiamo proteggerci, anche col vaccino, che non ci ammazza più che, di suo, l’età. Per non finire come alla Baggina insieme ai medici e infermieri senza mascherina.
Ma gli schieramenti, per favore NO.
che questa cosa dei vaccini sia diventata una guerra culturale mi preoccupava; ora sta diventando anche tribale, con amici e parenti insospettabili che diventano dubbiosi e schivi, issando alla finestra le mutande della nonna a mò di bandiera.
Eppure ai tempi ricordati dalla poesia i vaccini erano la manna, che salvava dalla polio e dal morbillo famiglie povere senza possibilità di interventi precoci.
Ribadisco con un dato e un’osservazione: il vaccinato ha 8/1 milione di probabilità di ammalarsi e 1/1 milione di trasmettere (dati sperimentali in USA e Israele) (tranne purtroppo per la nuova variante delta verso cui le difese si dimezzano);
il vaccino (che è ‘sperimentale’ solo perchè con approvazione di emergenza, peraltro su decine di migliaia, ma entro 1 mese diventa definitiva) è la forma più intelligente e naturale di cura: stimola il sistema immunitario che poi fa da se (come far annusare un’usta a un cane); cure non ce ne sono, oggi, eppoi sarebbero in ogni caso più stupide (e care..)
Torneremmo ai tempi in cui si curava la polio, ma dopo che la bimba aveva già una gamba più corta. La nonna di Annamaria avrebbe fatto altrimenti.
Aggiungo una nota di costume: la metà dei post mondiali (!) dubitosi del vaccino provengono da una sola fonte: l’osteopata usa Joseph Mercola e la sua fidanzata…che hanno fatto milioni vendendo integratori e surrogati ..a quelli che preferiscono far aggiustare la moto dall’idraulico
Ma la varietà di motivazioni dei dubitosi mi ricorda i tempi delle rivoluzioni, quando contro il re ogni motivo era buono
–ma ancora una volta si sale a Quarto ma ci si ritrova in America…
Sul sito dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù un breve video che spiega come funzionano i vaccini a mRNA:
https://www.youtube.com/watch?v=AbFugsBJkfM&t=131s
Questo procedimento fa parlare alcuni (medici e scienziati) del rischio di manipolazione genetica: infatti siamo noi vaccinati che produciamo ex novo la proteina spike e la riconosciamo come estranea di modo che, dovesse arrivare il visrus, riconosceremmo estranea anche la sua proteina spike. Non è esattamente come funzionano il vaccino antipolio o antidifterite.
In ogni caso Paolo Giordano invita a ragionare in termini non binari: “È quindi il pensiero che va corretto prima di tutto il resto, prima di affrontare ogni discussione politico-giuridica sugli obblighi e i pass, ma anche prima di prendere le nostre decisioni personali. Il minimo teorico pandemico prevede che abbandoniamo, una volta per tutte, il ragionamento binario, e accogliamo al suo posto quello statistico.” https://www.corriere.it/cronache/21_luglio_25/minimo-teorico-capire-cosa-ci-aspetta-7d27c24c-ecb8-11eb-ab05-0303bb7b6464.shtml
@ Cristiana
Meglio evitare di mettere link che non permettono di accedere all’articolo ma richiedono l’abbonamento.
grazie Ennio per la pubblicazione ed il commento…Sono d’accordo con te sul fatto che quanto in passato come nel presente non si possa parlare di spirito di facile e, tantomeno vera, comunanza nella nostra storia di Italiani. Tuttavia in quella osteria del dopoguerra a Lodi, la nonna Chiarina faceva una certa differenza…o meglio uguaglianza. Era di età molto avanzata, parlava solo il dialetto pugliese, scherzava spesso e accettava lo scherzo ma sapeva suscitare il rispetto che si deve ai vecchi. Inoltre la sua esistenza era stata molto vagabonda: tra Argentina, Milano della Mala, Cornogiovane ed infine Lodi…di osteria in osteria. Aveva maturato un carattere forte, ma molto altruista: perfettamente analfabeta, guaritrice e mangiapreti…Da noi si perse a poco a poco l’abitudine delle benedizioni natalizie, era un porto franco “fiammeggiante”…La comunanza, tuttavia, nasceva anche dalla povertà e dalla solitudine condivise delle persone in quel luogo di ritrovo. Un passo verso la consapevolezza di classe?
“La comunanza, tuttavia, nasceva anche dalla povertà e dalla solitudine condivise delle persone in quel luogo di ritrovo. Un passo verso la consapevolezza di classe?” Hai aperto un bel vaso di Pandora: certo che quella comunanza è rimasta a lungo e in gran parte in mano a chi conosceva il passato di “povertà e solitudine”. Tuttavia il primato della consapevolezza di classe, 100 anni dopo, va anche profondamente e criticamente attraversato.
@ Ennio: mi spiace, avevo trovato l’articolo su fb, pensavo fosse disponibile a tutti.
Ringrazio Cristiana, Elena e Paolo per i loro commenti…
Vorrei esprimermi riguardo ai vaccini e al pass covid free, anche se faccio fatica ad allontanarmi dal “non so”, quindi dai miei dubbi. Non so cosa ne avrebbe pensato mia nonna ma per quanto mi riguarda mi sento vicina alla posizione di Cristiana, senza essere negazionista o NO-Vax. Infatti trovo giusto sollecitare all’adempimento della vaccinazione, e personalmente l’ho completato, ma non me la sento di criminalizzare chi per sé o per i figli ha un atteggiamento prudente…Il diritto a pensare diverso che non dovrebbe essere negato, rendendo di fatto obbligatorio il covid pass. Insomma il diritto a fare qualche distinzione, senza negare la pericolosità del virus, ad esempio in caso di soggetti con patologie allergiche o di giovane età…Una volta vaccinati i vecchi, allentando il rischio di contagio per se stessi e per gli altri, sarebbero molto rare le forme gravi di covid per i giovani e forse piu’ frequenti le morti post-vaccino delle stesse persone…Se poi è vero il pericolo di manipolazione genetica meglio, potendo, risparmiare le nuove generazioni. Spero di non essere confusa con chi sfrutta la situazione e le contrapposizioni per avere consensi elettorali e metterci gli uni contro li altri…
Sempre a proposito di “comunanza”…
SEGNALAZIONE
Piazze malate (quando la “cultura del sospetto” si fa Pop)
26-07-2021 – di: Marco Revelli
https://volerelaluna.it/commenti/2021/07/26/piazze_malate_cultura_del_sospetto_pop/?fbclid=IwAR1sXDQvj2vR_GygIX0Cnqmm-Wa1vttB03rPWormdgmZnZIK55ynkPZ4rd0
Stralcio:
Ma quelle piazze non sono riducibili solo a quell’anima nera, sono molto più eterogenee, trasversali, articolate, coacervo di sentimenti contraddittori, e per questo tanto più preoccupanti, perché parlano di una “crisi della ragione” più vasta. Di un disorientamento più diffuso, se in tanti sentono di doversi mobilitare per danneggiare se e gli altri, credendo di difendere giustizia e libertà.
Per questo tento disperatamente di seguire l’amletico motto che ci dice che, nonostante tutto, “c’è della logica in questa follia”. O quantomeno bisogna cercarla. E il primo pezzo del dispositivo logico che sta dietro questo sconquasso si chiama “cultura del sospetto”. O meglio il ribaltamento di essa da raffinato strumento filosofico in “fenomeno Pop”. Con quell’espressione – la formulazione originaria era “la Scuola del sospetto” – il grande fenomenologo francese Paul Ricoeur aveva indicato il pensiero di “maestri” come Marx, Nietzsche, Freud, oltre a Schopenhauer che avevano insegnato, per vie diverse e divaricate, a non confondere le immagini di superficie con la verità, e a cercare “sotto” e “oltre” le narrazioni ufficiali (a lacerare, appunto, il “velo di Maya”). Quell’approccio – la motivata denuncia della “verità come menzogna” o, se si preferisce, della “falsa coscienza” coltivata a proprio vantaggio dal potere – aveva alimentato il pensiero critico delle minoranze ribelli novecentesche, delle avanguardie culturali e rivoluzionarie. Poi invece, nel nuovo passaggio di secolo, era diventato atteggiamento di massa, senso comune popolarizzato e aizzato dal web: diffidenza sistematica e disprezzo delle élites. Non senza ragioni (per spiegarlo): le menzogne del potere, delle sue classi dominanti, dei suoi mezzi di comunicazione, diventate totalizzanti negli ultimi decenni, sono sotto gli occhi di tutti. Ma senza l’uso della ragione per selezionare il vero e il falso. E per orientare i comportamenti di risposta che sono stati, appunto, quelli che vanno sotto il nome di populismo, orientati a una sorta di rozzo “fai da te” informativo e da una passiva dipendenza operativa dal demagogo di turno.
Solo un pochino si salva, il sinistro Revelli, quando richiama “l’uso della ragione per selezionare il vero e il falso” senza, peraltro, attribuirlo alle persone che “erano state private degli strumenti (dell’esperienza) per ragionarci sopra, per praticare l’arte *difficile* della separazione tra gli elementi di un fenomeno, cosicché oggi *non ci possiamo stupire se non riescono più a distinguere* (c.vi miei) tra la truffa sugli antidepressivi e la risorsa salvifica di un vaccino” (dall’articolo di ieri l’altro, e non dalla versione di oggi che citi, più forcaiola).
Beninteso il richiamo “solo il ricupero di esperienze autentiche di relazione e di lavoro può frenare la caduta” diventa flatus vocis nel momento in cui vengono disegnati i due tronconi di umanità, gli sviati e populisti no vax e gli eletti vaccinati (come me?) razionali e filogovernativi.
Rinnovo la domanda, proprio a proposito di comunanza: chi sta dividendo l’opinione pubblica (e forse il paese) -senza ragionare- tra la unica strada corretta e gli a ogni costo buzzurri?
Scrive Stefano Delrio sulla sua pagina fb: “Sono vaccinato, miei figli hanno fatto tutti i vaccini obbligatori e facoltativi; faccio un lavoro che prevede il contatto continuo con il pubblico, quindi rispetto e faccio rispettare tutte le norme di sicurezza previste dalle linee guida, dalla mascherina, all’igiene al distanziamento. Evidentemente lo faccio pure bene, visto che per virtù o per fortuna, nei centri di cui ho responsabilità non si è, per ora e facendo tutti gli scongiuri del caso, manifestato alcun contagio.
Tutto ciò evidentemente non basta per non essere etichettato come no vax, complottista, egoista/individualista, antiscientista, ogni volta che esprimo una critica relativa alla gestione della pandemia, della campagna vaccinale e a quanto ruota intorno a questa situazione.” Poi analizza le mancanze della *gestione* passata e presente. “Permetterete che quando mi si dice, ‘dobbiamo fidarci dei competenti’, tendo a preoccuparmi parecchio”. Altro che non riuscire più a distinguere, come scrive Revelli codista.
@ Cristiana Fischer
Non capisco la diffidenza verso argomentazioni – certo, non originalissime o entusiasmanti -, che riscontro quando segnalo interviste o articoli (adesso di Tronti e Revelli). A me paiono ragionevoli, anche se provengono da intellettuali di una sinistra nel suo insieme disfatta e colpevole. Né vedo che altri (provenienti da posizioni di destra) “si salvino” meglio o propongano qualcosa in più di quel che dice alla fine «il sinistro Revelli»: « Per tutto questo – perché la cosa è dura e tetra, le sue radici profonde e di improbo rimedio – non dissolveremo le nuvole minacciose che salgono da quelle piazze con gli esorcismi o le deprecazioni. Tantomeno confondendoci con quelle figure istituzionali che hanno enormi responsabilità nell’aver scavato l’abisso che oggi le separa da pezzi consistenti di società sfarinata. Se un luogo c’è, per quelli come noi, per lavorare, è al livello del suolo, dove le vite si compiono o si perdono, e dove solo il ricupero di esperienze autentiche di relazione e di lavoro può frenare la caduta».
Non ritrovo neppure nello scritto di Revelli un’accettazione della superficiale e purtroppo molto propagandata ed enfatizzata divisione, che tu (non lui) sembri accettare tra « due tronconi di umanità, gli sviati e populisti no vax e gli eletti vaccinati (come me?) razionali e filogovernativi». Al posto di chiedersi: «chi sta dividendo l’opinione pubblica (e forse il paese) -senza ragionare- tra la unica strada corretta e gli a ogni costo buzzurri?» – la stanno dividendo sia i buonisti sia i cattivisti, sia le forze che sostengono il governo che quelle che mirano a sostituirlo per continuarne la politica del navigare a vista – o di dare la parola a un qualsiasi dei tanti benintenzionati Stefano Delrio, che s’indignano e, dopo aver analizzato «le mancanze della *gestione* passata e presente», partorisce il topolino: «tendo a preoccuparmi parecchio». Ma daì! O si costruisce una prospettiva politica capace di ricomporre questa “guerra dei poveri di conoscenza” (non vax e vax) o meglio tacere.
Non è un bell’invito il tuo “meglio tacere” (credere obbedire combattere?)(taci il nemico ti ascolta?)
Fossi solo io a temere questo massiccio schieraramento tra i migliori e i buzzurri! È questo procedere alla divisione in peius che temo e su cui molti danno l’allarme, qualunqui come me o meno. La political correctness avanza.
“Non è un bell’invito il tuo “meglio tacere” (credere obbedire combattere?)(taci il nemico ti ascolta?)” (Fischer)
Tacere sulle “fesserie” per concentrarsi sul “che fare” col massimo di responsabilità etica e politica.
Ma, perpiacere, basta. Le fesserie a chi? e la responsabilità a chi?
Se volete ascoltare il parere molto interessante sui vaccini di questo ricercatore di genetica molecolare presso l’università di Paris-sud, Christian Vélot, in lingua francese Un’informazione che mi ha passato mia figlia
cara Annamaria, cara Cristiana: questo è un esempio da manuale dei pericoli di internet: voci interessanti, opinioni dotte…e nessun dato su cui controllare. Le uniche informazioni serie provengono dalle pubblicazioni scientifiche, dove ogni affermazione viene corroborata da dati, e lei e loro controllati da altri esperti. Anche così non è tutto oro, ma perlomeno non è letame.
Speravo la mia bibliografia ragionata sul Covid fosse stata utile…lì ad esempio le affermazioni di Velōt sull’idrossiclorochina venivano smentite coi dati.
Qusto signore dice cose interessanti nel campo di cui è esperto, la biologia molecolare, su OGM e dubbi sull’origine del virus; ma dice anche sciocchezze in campi di cui non sa come medicina ed epidemiologia. E lo dico basandomi sulle pubblicazioni che ho letto (circa 600).
Come del resto il suo illustre conterraneo e Nobel, Montagnier, aveva detto sciocchezze anche nel proprio campo (sempre in una intervista) dato che poi non aveva pubblicato nulla a sostegno (essendo preso in esperimenti d’altro tipo piuttosto approssimativi).
E’ bello internet per la quantità di cose che si possono sentire, ma altrettanto pericoloso in campi delicati come la salute.
Per fare un passo di lato sarebbe interessante una disamina delle mostruosità che vengono spacciate come diete…e in cui milioni di ingenui cadono.
Col Covid è anche più pericoloso.
E con la libertà vera non c’entra nulla.
@ Cristiana Fischer
“Ma, per piacere, basta. Le fesserie a chi? e la responsabilità a chi?”
Devo precisare che non mi riferivo alle cose da te scritte ma alle affermazioni viscerali o peggio che si leggono nei commenti dei social in questo momento del tipo ( “80.000 decerebrati in piazza contro il passaporto vaccinale”, “Lasciamo pure ragliare gli asini”, etc.)?
Cari Paolo e Ennio, magari fossimo a scientia locuta causa absoluta, e anche alle sole affermazioni di derecebrati sui social&luoghi più seri. Invece è la famosa virologa Ilaria Capua a dichiarare in tv che “il no vax si paga le cure ospedaliere se si ammala”. Allora anche il fumatore col tumore si deve pagare le cure, l’obeso idem, per non parlare dell’alcoolista.
Mi pare che sia davvero necessario ragionare, tornando ai fondamenti del confronto democratico che ammette interessi differenti nell’ambito della libertà negativa. Trovo su fb il rimando a un articolo del Tempo di oggi in cui due filosofi non amatissimi su Poliscritture, Cacciari e Agamben, tuttavia ragionano con un certo buonsenso tracciando dei limiti al di sotto dei quali non è possibile scendere se non con grave rischio democratico. “L’Istituto italiano degli studi filosofici di Napoli pubblica un clamoroso intervento di Cacciari a doppia firma con un altro importante filosofo, Giorgio Agamben … La discriminazione di una categoria di persone, che diventano automaticamente cittadini di serie B, è di per sé un fatto gravissimo, le cui conseguenze possono essere drammatiche per la vita democratica … Nessuno invita a non vaccinarsi! Una cosa è sostenere l’utilità, comunque, del vaccino, altra, completamente diversa, tacere del fatto che ci troviamo tuttora in una fase di ‘sperimentazione di massa’ e che su molti, fondamentali aspetti del problema il dibattito scientifico è del tutto aperto … in Inghilterra su 117 nuovi decessi 50 avevano ricevuto la doppia dose … Le stesse case farmaceutiche hanno ufficialmente dichiarato che non è possibile prevedere i danni a lungo periodo del vaccino, non avendo avuto il tempo di effettuare tutti i test di genotossicità e di cancerogenicità”. https://www.iltempo.it/attualita/2021/07/26/news/massimo-cacciari-vaccino-green-pass-obbligatorio-regime-dittatura-discriminazione-giorgio-agamben-28109411/?fbclid=IwAR3ZjDtCFPNlf1rCnWzQ3RsRKuAIk6orGKfk46YBnJCOcxR1TUi7AiFQPiY
(Ho aperto l’articolo su fb, spero che si apra anche qui. )
Forse sono allarmista, ma vedo segnali reali di questa divisione tra vaccinati ed eretici (di solito anche ignoranti, obnubilati, inconsapevoli e … antiscientifici!)
forse qualche distinguo aiuta:
-1-tra vero e falso: come fare su internet a capirlo è difficile, ma ho cercato di dire che non ci si può fidare di nessuno se non abbiamo letto gli articoli scientifici cui si appoggia; e nessuna delle tesi no-vax ha dei fondamenti comprovati
2- vaccini e no vax: anche su questo avevo già scritto qualcosina; in sostanza oggi chi crede alla propaganda no-vax è un boccalone; il fatto poi che in questo modo si renda pericoloso agli altri lo degrada ancora; se poi è operatore sanitario il suo è comportamento contrario ai suoi doveri e giuramenti
3- ma ci rendiamo conto che stiamo a discutere seriamente di un problema risolto 100 anni fa? E che ognuno di noi aveva affrontato a 5 anni senza traumi? Solo perchè è diventato la bandiera di una tribù di dementi? (ma ricca di sponsor, dai governanti eletti dagli evangelici in USA, Brasile e Australia agli omeo/osteopati che sulla polemica hanno fatto miliardi vendendo acqua,zucchero e adesso anche cloro)
4- il pretesto che questo sia un vaccino sperimentale e noi le cavie è una sciocchezza dal punto di vista medico: l’approvazione ‘d’emergenza’ ha saltato la fase del lento emergere di effetti collaterali a lungo termine, ma da un punto di vista epidemiologico i vaccini sono stati un grande successo , col 5% in più di efficacia del previsto; se emergesse un assai improbabile 5% di effetti collaterali sarebbe già ampiamente compensato. (l’approvazione definitiva negli USA per Pfizer e Moderna si concluderà entro un paio di mesi)
5- va tutto bene? No! I governi, col nostro felicemente in testa, si sono dimostrati dei pressapochisti incapaci nelle misure di prevenzione; hanno forzato delle restrizioni di libertà del tutto inutili e quindi doppiamente sciocche e pericolose; l’occidente ha praticato una politica egoista e miope della distribuzione dei vaccini, cogli scaffali USA pieni di fiale che scadono e i paesi africani a secco, in una situazione che ha favorito, coltivato quasi, l’emergere di varianti pericolosissime (e rispetto alle quali l’efficacia dei vaccini è dimezzata o più). Ma tutto questo c’entra poco col vaccino in sè e molto con la politica (e la propaganda)
morale: demonizzare i no-vax? no di certo, il demonio non è un boccalone!
ma se il mio infermiere è no-vax mi inquieto….
ritornando sull’intervista inviata , vorrei chiarire che Christian Vélot, genetista e professore universitario, non è affatto un sostenitore delle tesi NO VAX. Ho cercato di riassumere in maniera semplicata e per punti le sue tesi, in parte già diffuse in parte originali almeno per me, facendomi aiutare per la traduzione:
1) I vaccini adottati in Europa (Pfiser, Moderna, Astraseneca) si appoggiano su una tecnologia nuova (vaccini genetici) sulla quale non abbiamo un’idea precisa degli effetti a medio / lungo termine, tossicità, reale protezione, per esempio contro le varianti, durata della protezione,… la fase di test non è stata portata avanti secondo le “regole”, in particolare i tempi della sperimentazine sono stati accorciati in maniera a suo avviso inaccettabile
2) Si mette in guardia sui rischi di “ricombinamento”, creazione di nuove varianti nelle quali incorreremmo quando il vaccino fosse somministrato a soggetti già portatori del virus (per esempio asintomatici). Si tratterebbe a suo avviso di un reale rischio collettivo, piu’ che di un rischio individuale, visto che basta un solo caso, o pochi casi, di una nuova variante del virus perché quest’ultima si diffonda esponenzialmente
3) Vaccinare tutti (o una grande maggioranza della popolazione) è a suo avviso un enorme errore medico e strategico. Infatti, una vaccinazione generalizzata avrebbe come conseguenza l’estinzione del ceppo originale del virus, a profitto delle nuove varianti, resistenti al vaccino. Ammettendo che i vaccini siano buoni, efficaci, non tossici sarebbe comunque sbagliato vaccinare tutti in una fase pandemica, perchè questa strategia favorirebbe le varianti, magari piu’ aggressive del ceppo originale. Meglio lasciar circolare il ceppo originale del virus nella popolazione giovane non a rischio (esente dagli effetti gravi del virus) di modo che il ceppo originale continui a fare concorrenza alle nuove varianti, magari generate dal vaccino stesso
Queste tesi mi trasmettono diversi dubbi, ma anche una (quasi) certezza: non ne usciremo molto presto da questa pandemia e dalle sue varianti sia che saremo ligi alle limitazioni e agli obblighi vaccinali, sia che lasceremo piu’ spazio alle possibilità di autodifesa del sistema immunitario, almeno nella fetta di popolazione piu’ giovane e sana…
Ha detto anche altre cose, come l’efficacia presunta dell’idrossiclorochina, portando prove aneddotiche di Marsiglia; ma non è importante; ho anche sentito l’intervista al Nobel Montagnier; come ho intravisto centinaia di interviste di personaggi più o meno seri…ma tu compreresti una macchina usata basandoti solo sulla descrizione del venditore?
Come ai tempi della nonna quando faceva freddo ci si metteva il maglione di lana, oggi io seguo un principio analogo: se non vedo i dati non ci credo.
Anche il più grande scienziato in perfetta buonafede può sbagliare…ma quando pubblica i suoi colleghi glielo fanno gentilmente notare.
Tu dirai: ma io che non capisco cosa vado a leggere? Non è essenziale: controlla che ci sia il rimando a qualche articolo pubblicato
Caro Paolo la Scienza con la maiuscola non è un monolite. Ci sono perfino scienziati cauti rispetto al vaccino… e comunque la maggiore rivoluzione scientifica è stata… l’igiene. Leggo stamane sul Sole di studi avanzati in Canada su un vaccino che non si occupa della sola proteina spike ma di due proteine presenti in tutte le varianti del virus conosciute. Investimenti miliardari. Speriamo.
la Scienza non è monolite anzi, un gran casino, piena di gente di tutte le risme che litiga e se le dà di santa ragione; pensa che qualche tempo fa su un blog del fatto sbugiardavo un astrofisico che non aveva capito che l’energia oscura, il suo pane quotidiano, è così oscura che non esiste proprio; e addirittura anche l’igiene viene messa in discussione perchè se si esagera non si addestra più il nostro sistema immunitario, e soprattutto quello dei bambini…
insomma, tutto e il suo contrario: col grande vantaggio che è, in qualche modo, controllabile.
Quello che è nuovo di questa fase è che tantissima gente intelligente ha messo da parte ogni remora razionale e si abbevera alle fonti più incontrollabili.
La mia ipotesi, se faccio un paragone con le mie escursioni giovanili, quando si arrivava affamati alla malga dove il formaggio correva dietro ai vermi e tutto ci appariva squisito, è che ci sia un vuoto tale di certezze, anche là dove una volta c’era la sinistra, da risucchiare tutto avidamente.
Chè d’altronde già il termine sinistra è sempre stato ambiguo…tanto che io prudentemente da mancino son diventato ambidestro.
… e che mi dici della notizia letta sul Sole, di un vaccino che punta a 2 proteine onnipresenti in tutte le varianti? Mica male, no?
visto che prima o poi il virus becca tutti, (ed è la cosa che i novacs non han capito, così saranno loro le vittime del Gran Complotto) meglio affrontarlo subito con uno scudo..anche se rotto a metà; poi vedremo…
Così diventa un raffreddore o un’influenza.