PiazzaFontana #strategiadellatensione #12dicembre
Con questo primo video prende le mosse la mia nuova serie dedicata alla strage di Piazza Fontana. In sei episodi cercherò di portare alla luce gli aspetti ancora oscuri e inediti della vicenda, attraverso l’analisi comparata delle testimonianze che i protagonisti dell’epoca ci hanno lasciato all’interno di diari, memorie e articoli di giornale. Insieme scopriremo come il dossier Piazza Fontana sia tutt’altro che chiuso.
Segnalazioni
1. Qui la seconda riflessione di Aldo Giannuli sul 12 dicembre 1969:
Aldo Giannuli
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Un aspetto poco chiaro riguardo la strage di Piazza Fontana è quello delle testimonianze postume di coloro che affermano di aver avuto notizia della strage prima che si verificasse, ma che per un motivo o per un altro non riuscirono ad impedire l’eccidio. Nel video di oggi andremo ad analizzare il racconto dell’Avv. Fusco di Ravello, noto legale romano vicino al servizio segreto militare (SID), che afferma di aver saputo della strage il giorno stesso e di aver fallito nell’evitarla. Vedremo come una notizia apparentemente incoerente come questa nasconda invece interessanti spunti di riflessione.
https://www.youtube.com/watch?v=v0D6kW64ob0
2.
Dalla pagina FB di Adriano Sofri
Conversazione con Adriano Sofri
12 dicembre 1969. Dissi che quel giorno avevamo perso l’innocenza. Più tardi dissi che non si è mai del tutto innocenti, che nemmeno noi lo eravamo del tutto prima di quel giorno. Qualcuno abusò della mia considerazione. Mi spiegherò così: io non riesco a ricordare dove fossi né che cosa facessi il 12 dicembre del 1968. Chiaro?
COMMENTI:
• Guglielmo Bianco
Fu una guerra svolta sulle strade italiane.
Guerra snocciolata tra superpotenze in conflitto tra di loro sciorinatasi sugli spalti delle nostre città.
Una guerra, trucida e sanguinaria, sgranatasi per ingessare una divisione del mondo ed in Italia scaturitasi dopo il 1945.
Una guerra, inoltre, per spezzare le gambe ai movimenti di emancipazione, di riscossa operaia, di rivendicazione femminile e studentesco sviluppatisi allora.
Fu una guerra ancora per ridimensionare ed arginare l’avanzata della sinistra italiana ed in particolare per svigorire il P.C.I.
Una guerra, insomma, sdipanatasi tra servizi segreti interni ed internazionali a colpi di bombe e sangue innocente seminato tra le strade.
Fu guerra intestina.
Una guerra per minare anche la nostra fragile democrazia.
Una guerra concertata sul teatro italiano, posto al confine di una guerra appaltata a conti terzi ( leggi P2) rivolti ad una destra eversiva o a una sinistra armigera che ha sezionato tante vite e coartato tanti sforzi di mutamento nella vita di tutti noi.
La strategia della tensione fu una guerra micidiale.
Fu una guerra omicida.
Un guerra di cui conosciamo solo alcuni suoi barlumi, mentre le responsabilità politiche sono rimaste a guardare dalla finestra, purtroppo.
Una guerra contrastata, comunque, da tante donne e da tanti uomini che hanno difeso con le mani intrecciate insieme per resistere prima ed a rafforzare insieme la nostra comunità: in breve, per fare da baluardo alla nostra giovane e quanto friabile democrazia di ieri e soprattutto di oggi…
Eros Maria Lorenzi
… avevano bisogno di colpevoli… ovviamente cercati ossessivamente a sinistra.. O no??
Nicola Cataruozzolo
La gente è impazzita? Ho appena finito di leggere l’articolo di Paolo Morando “Quanta roba falsa e sbagliata ha scritto Aurelio Grimaldi sull’omicidio Luigi Calabresi e Lotta continua https://t.co/Rzvq9o0kPL
MINIMAETMORALIA.IT
Quanta roba falsa e sbagliata ha scritto Aurelio Grimaldi sull’omicidio Luigi Calabresi e Lotta continua
Quanta roba falsa e sbagliata ha scritto Aurelio Grimaldi sull’omicidio Luigi Calabresi e Lotta continua
Giusy Fiorito
Diteci. Avevo 4 anni.
Giorgio Sabato Ferrari
Letto Deaglio oggi su Domani è bello sapere che infondo sappiamo tutto o quasi su Piazza Fontana e soprattutto che, dopo tanti anni, crediamo ancora a Gianadelio Maletti…
Lucia Lazzeri
Nonostante avessi solo 4 anni mi ricordo le immagini della banca e che ad un bambino amputarono una gamba.
Elena Marongiu
Io scrissi un breve saggio su Paolo Volponi intitolato “la perdita dell’innocenza” in seguito alla lettura di una tua riflessione
dal Senato hanno ricinguettato un messaggio missino di qualche anno fa che rinverdisce la pista anarchica….
ma dovremmo leggere gli atti della Commissione Stragi del Parlamento, dove spiega perchè piazza Fontana, anche se dà il quadro generale ma non i passaggi specifici, che come sempre sono i più interessanti.
Un inciso a latere: l’assassinio di Calabresi, dice una fonte dei Servizi, non c’entra con Lotta Continua ma con un’inchiesta scottante che l’ambizioso commissario stava portando avanti su un grosso partito politico e versamenti estero su estero a questo legati…come dire: il diavolo è nei dettagli
Anche perchè queste notizie i ‘grandi giornalisti’ le sapevano, ma non le diffondevano. Ricordate l’inchiesta SIFAR di Scalfari e Jannuzzi?, che lanciò la carriera del primo non solo grazie alla fama (il secondo come al solito sperperò in donne e cavalli)
SEGNALAZIONE
Qui la terza puntata della riflessione di Aldo Giannuli
Per comprendere la strage di Piazza Fontana è necessario approfondire il contesto internazionale in cui si svolse. A questo scopo ho deciso di dedicare un video della serie alla cosiddetta «pista greca» che ipotizza il coinvolgimento del regime dei colonnelli di Papadoupulos nell’attentato milanese. La giunta militare di Atene era vista come un modello dai movimenti neofascisti italiani e non è da escludere che possa esser stata tra le ispiratrici della strage. Questo punto di vista, assente nelle indagini giudiziarie, non può essere ignorato dallo storico. Vedremo come la bomba del 12 dicembre potrebbe aver influenzato la politica estera italiana a favore del regime greco.
https://youtu.be/2GxDzeg-vi8
Il quadro è chiaro, che sono stati gli americani anche, gli organizzatori dei servizi segreti con misto di fascisti pure, gli esecutori fascisti idem.
Non facciamo pasticci, ché il sapore sfuma…bastano gli ispiratori che abbiamo già; poi o ci sono prove o il gioco delle ipotesi è controproducente.
Micromega del 23 novembre del 2009 riporta l’intervista al giudice Guido Salvini pubblicata in appendice al libro di Luciano Lanza “Bombe e segreti. Piazza fontana: una strage senza colpevoli”, Elèuthera, 2009. Salvini è stato giudice istruttore dal 1989 al 1997 di un’inchiesta sull’eversione di destra e su piazza Fontana.
L’intervista si conclude così:
“E’ singolare poi che il fascicolo che contiene il racconto di Casalini, l’unico che ha avuto il coraggio di riconoscere le proprie responsabilità, sia stato aperto e subito chiuso a modello 45. Per i profani del diritto spiego cosa vuol dire modello 45. In quei fascicoli si mettono gli atti che si ritiene non costituiscano notizia di reato, compresi gli esposti dei matti, con la comodità per il pubblico ministero di chiudere il fascicolo (come difatti è avvenuto) con una archiviazione interna.
In questo modo non bisogna trasmettere il fascicolo a un gip, cioè a un giudice terzo che potrebbe anche ritenere necessario qualche approfondimento o qualche indagine.
Insomma, nel 2009 piazza Fontana è arrivata al punto finale, è stata declassata
a fatto che non costituisce reato.
Io continuo a chiedermi, e non sono l’unico, perché per indagini vecchie e nuove, dall’omicidio Calabresi alle Brigate rosse, ad Abu Omar, per non parlare di mafia e corruzione, si siano spese a Milano le forze e l’impegno migliori, si sia lavorato con intelligenza, e perché piazza Fontana sia invece rimasta nell’armadio delle scope.”
SEGNALAZIONE
Aldo Giannuli
Buongiorno,
Come finale della mia serie di video sulla Strage di Piazza Fontana ho deciso di organizzare una live su Youtube venerdì 17 dicembre alle 18.30. Sarà un momento per trovarci e chiacchierare insieme sugli argomenti della serie e per chiarire eventuali perplessità .
Vi aspetto!
Aldo Giannuli
SEGNALAZIONE
Aldo Giannuli
Come spiegato nella serie di video che ci ha accompagnati nella scorsa settimana, la strage di Piazza Fontana non si può capire senza fare riferimento al contesto internazionale dell’epoca. Concentrata tra il 1969 (Piazza Fontana) e il 1974 (strage di Piazza Loggia a Brescia) la strategia della tensione come programma di destabilizzazione del Paese si inserì nel quadro di un contesto globale in cui, a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, diversi Paesi strategici per la strategia degli Stati Uniti furono interessati da manovre volte a instaurare regimi autoritari e fortemente anti-comunisti. Di questo parla InsideOver Italia [1] in un’analisi che cita approfonditamente i miei studi sulla “pista greca” di Piazza Fontana che ho esposto nel saggio “La strategia della tensione”.
[1] https://it.insideover.com/storia/la-strage-di-piazza-fontana-spiegata.html?fbclid=IwAR2_WO4ZznkSwL1VrOaxLAI3qM9YyA26kzOKgWyimHSUpg0FYDOItFencaY