Alla ricerca del Marx perduto (1)
a cura di Ennio Abate
1.
Uno degli esempi più significativi di questa riscoperta [di Marx] è costituito proprio dalla MEGA.[1] Questa impresa riveste grande importanza per la ricerca su Marx, se si considera che una parte dei manoscritti di Il capitale di Marx, delle lettere a lui indirizzate e della immensa mole di estratti e annotazioni, che egli era solito compilare dai testi che leggeva, è sta pubblicata dopo il 1998 o è tuttora inedita.
2.
Le ricerche della seconda sezione della MEGA, “Das Kapital” undVorarbeiten [“Il capitale e i suoi lavori preparatori] si sono soffermati, negli ultimi anni, sul secondo e terzo libro di Il capitale. [Un volume] comprende il testo del secondo libro, scritto da Engels sulla base di sette manoscritti di diversa entità, redatti da Marx tra il 1865 e il 1881. Engels, infatti, in presenza di diverse stesure del secondo libro, non aveva ricevuto da Marx alcuna indicazione alla quale riferirsi per selezionare la versione da pubblicare […] e dovette così operare delle precise scelte editoriali. Le più recenti acquisizioni filologiche valutano che gli interventi eseguiti da Engels su questi manoscritti ammontano a circa cinquemila: una quantità di gran lunga superiore a quella sino ad oggi presunta. [Questo volume, dunque, consente di ricostruire l’intero processo di selezione, composizione e correzioni dei manoscritti marxiani e di stabilire dove Engels abbia operato maggiormente le sue modifiche e dove ha potuto, invece, rispettare fedelmente il testo originario di Marx, che pure, occorre ribadirlo ancora una volta, non rappresentava l’approdo finale della sua ricerca. L’uscita del terzo libro di Il capitale […], l’unico cui Marx non riuscì, neanche approssimativamente, a dare una forma definitiva, rimanda a vicende editoriali ancora più complesse. […] Così, l’intensa attività redazionale di Engels, nella quale egli profuse le migliori energie nel lungo arco di tempo compreso tra il 1885 e il 1894, produsse il passaggio da un testo molto provvisorio, composto di «pensieri scritti in statu nascendi» e appunti preliminari, a un altro unitario, dal quale si originò la parvenza di una teoria economica sistematica e conclusa. [sottolineatura mia].
3.
La terza sezione della MEGA, Briefwechsel [Carteggio], comprende il carteggio intrattenuto tra Marx ed Engels nel corso delle loro vite, nonché quello intercorso tra loro e tantissimi corrispondenti con i quali furono in contatto. Il numero complessivo delle lettere di questo epistolario è enorme. Ne sono state ritrovate, infatti, oltre 4.000 scritte da Marx ed Engels, di cui 2.500 sono quelle che essi si sono scambiati direttamente, e 10.000 indirizzate loro da terzi, gran parte delle quali inedite prima della MEGA.
4.
Le novità dell’edizione storico-critica [della MEGA] sono riscontrabili anche nella quarta sezione, Excerpte, Notizien, Marginalien [Estratti, notizie, marginalia], relativa a quei numerosi compendi e appunti di studio di Marx che costituiscono una significativa testimonianza del suo lavoro ciclopico. Fin dal periodo universitario, infatti, egli aveva assunto l’abitudine, mantenuta per tutta la vita, di compilare quaderni di estratti dai libri che leggeva, intervallandoli, spesso, con le riflessioni che essi gli suggerivano. Il lascito letterario di Marx contiene circa duecento quaderni e taccuini di riassunti, essenziali per la conoscenza e la comprensione della genesi della sua teoria e delle parti di essa che non ebbe modo di sviluppare quanto avrebbe voluto. Gli estratti conservati, che coprono il lungo arco di tempo che va dal 1838 fino al 1882, sono scritti in otto lingue – tedesco, greco antico, latino, francese, inglese, italiano, spagnolo e russo – e ineriscono alle più svariate discipline. Essi furono desunti da testi di filosofia, arte, religione, politica, diritto, letteratura, storia, economia politica, relazioni internazionali, tecnica, matematica, fisiologia, geologia, mineralogia, agronomia, etnologia, chimica e fisica; oltre che da articoli di quotidiani e riviste, resoconti parlamentari, statistiche, rapporti e pubblicazioni di uffici governativi.
5.
Il grande interesse di Marx per le scienze naturali, quasi del tutto sconosciuto, traspare dal volume Karl Marx, Friedrich Engels, Naturwissenschaftliche Exzerpten und Notizien. Mitte 1877 bis Anfang 1883. In esso sono pubblicati gli appunti di chimica organica e inorganica, del periodo 1877-83, che consentono di scoprire un ulteriore aspetto della sua opera. Ciò è tanto più importante perché queste ricerche contribuiscono a sfatare la falsa leggenda, creata da gran parte dei suoi biografi, che lo raffigura come un autore che, durante l’ultimo decennio di vita, aveva rinunciato a proseguire i propri studi e aveva del tutto appagato la sua curiosità intellettuale.
6.
Se i manoscritti di Marx hanno conosciuto, prima di vedere la luce, le più diverse vicissitudini, sorte ancora peggiore e toccata ai libri appartenuti a lui ed Engels. Dopo la morte di quest’ultimo, le due biblioteche, contenente i volumi da loro posseduti recanti gli interessanti marginalia e sottolineature, furono ignorate, in parte disperse e, solo in seguito, faticosamente ricostruite e catalogate. […] Venire a conoscenza delle sue letture – va comunque ricordato che la sua biblioteca restituisce solo uno spaccato parziale di quell’infaticabile lavoro che egli condusse per decenni al British Museum di Londra -, così come dei suoi commenti in proposito, costituisce un prezioso contributo alla ricostruzione delle sue ricerche e serve a smentire la fallace interpretazione agiografica marxista-leninista, che ne ha spesso rappresentato il pensiero come il frutto di una improvvisa fulminazione e non, quale fu in realtà, come un’elaborazione piena di elementi teorici derivati da predecessori e contemporanei.
7.
Resta infine da chiedersi: quale Marx emerge dalla nuova edizione storico-critica? Decisamente un Marx diverso da quello rappresentato, per lungo tempo, da molti seguaci e avversari. Il tortuoso processo della diffusione degli scritti, i limiti e, per molto tempo, l’assenza della loro edizione integrale, insieme con la primaria incompiutezza, le letture tendenziose e le non letture della sua opera, sono le cause principali di un gande paradosso: Karl Marx è un autore misconosciuto, vittima di numerose incomprensioni. Al profilo granitico della statua che, in tante piazze dei regimi illibertari dell’Est europeo, lo raffigurava a indicare l’avvenire con certezza dogmatica, si sostituisce, oggi, quello di un autore che ha lasciato incompleta gran parte dei suoi scritti, per dedicarsi fino alla morte, a ulteriori studi che verificassero la validità delle proprie tesi. Dalla riscoperta della sua opera riemerge la ricchezza di un pensiero problematico e polimorfo e l’orizzonte di lungo il quale la ricerca su Marx ha ancora tanti sentieri da percorrere.
(Selezione da Marcello Musto, “Ripensare Marx e i marxismi. Studi e saggi” , pagg. 205- 216, Carocci Editore, Roma 2011)
Nota
[1] Marx-Engels-Gesamtausgabe, la cosiddetta MEGA (Opera completa di Marx ed Engels). Il progetto, al quale partecipano studiosi che operano in Germania, Russia, Olanda, Francia, Stati Uniti, Giappone, Danimarca ed Italia, si divide in quattro sezioni: la prima comprende tutte le opere, gli articoli e le bozze escluso Il capitale; la seconda Il capitale e tutti i suoi lavori preparatori a partire dal 1857; la terza l’epistolario; la quarta gli estratti, le annotazioni e i marginalia. Fino ad oggi (2011) dei 114 volumi previsti ne sono stati pubblicati 58, ognuno dei quali consta di due tomi: il testo più l’apparato che contiene gli indici ed ogni tipo di informazione aggiuntiva.