In questi giorni, tutti i dirigenti politici dei molti paesi la cui sicurezza dipende dagli USA, si stanno facendo una domanda seria (tranne i dirigenti italiani, che non si fanno mai domande serie): “Ci possiamo fidare degli USA?” e probabilmente si rispondono così: “No. Ci possiamo fidare degli Stati Uniti soltanto se la sicurezza del nostro paese è un interesse vitale degli USA.” Sono molto pochi, i paesi la cui sicurezza è un interesse vitale degli USA.
Il caso ucraino diventerà un caso di scuola.
Gli Stati Uniti hanno guidato l’Ucraina “sul sentiero delle primule”, per usare l’espressione idiomatica inglese, coniata da Shakespeare: “Porter: ‘I had thought to have let in some of all professions that go the primrose way to the everlasting bonfire’ [Macbeth, Act 2, Scene 3]”.
“To lead someone down the primrose path” significa condurre qualcuno sulla facile via del piacere, che conduce all’ “everlasting bonfire”, il fuoco eterno.
È quel che hanno fatto gli Stati Uniti, persuadendo gli ucraini a entrare nella NATO quando sapevano benissimo che a) per i russi era assolutamente inaccettabile b) non avevano la minima intenzione di difendere l’Ucraina con le armi, perché una grande potenza nucleare entra in conflitto diretto con un’altra grande potenza nucleare soltanto se la posta in gioco è un interesse vitale di entrambe, e l’Ucraina è un interesse vitale russo ma NON è un interesse vitale statunitense.
Complici di questa leggerezza imperdonabile, i dirigenti politici europei. Al Summit NATO di Bucarest 2008 Francia e Germania si opposero all’immediato ingresso nella NATO di Georgia e Ucraina, perché sapevano benissimo che era la ricetta per il disastro. Gli Stati Uniti insistettero. Il compromesso che ne risultò fu che la NATO si limitò ad annunciare che Georgia e Ucraina sarebbero entrate nella NATO in futuro, senza indicare una scadenza precisa. Le FFAA russe intervennero immediatamente in Georgia. Negli anni seguenti, i dirigenti europei non fecero nulla per opporsi allo sconsiderato progetto americano; e anzi, nel 2014 i dirigenti europei, anzitutto la Germania, collaborarono al colpo di Stato orchestrato dagli USA in Ucraina.
Il risultato è quello che vediamo oggi.
Ho chiesto:
Ennio Abate
“Negli anni seguenti, i dirigenti europei non fecero nulla per opporsi allo sconsiderato progetto americano; e anzi, nel 2014 i dirigenti europei, anzitutto la Germania, collaborarono al colpo di Stato orchestrato dagli USA in Ucraina.”
Ciao Roberto, mi puoi indicare articoli che portano prove sufficienti per dimostrare la veridicità di questa affermazione? Grazie.
No, mi spiace. Ma guarda che basta osservare quel che ha fatto la UE: la UE è la NATO economica. All’Ucraina gli americani hanno promesso due cose: sicurezza (entri nella NATO) e ricchezza (entro nella UE). A chi non piacerebbe essere ricco e al sicuro? Perdipiù in un paese storicamente diviso tra Occidente e Oriente, Russia ed Europa, con un lascito di odi reciproci terribili dalla IIGM? Quel che gli ucraini hanno ricevuto è guerra e miseria.
P.s.
Anche questo Diego Bettiolo sulla pagina “Conversazione con Adriano Sofri” dà per scontato quanto sostiene Buffagni:
Nel 2014, per chiudere il cerchio e completare il tutto è stato organizzato il golpe in Ucraina (diretto e finanziato, come è stato riconosciuto, dall’Occidente), che ha comportato una guerra di 8 anni tra i governi-fantoccio ucraini e le popolazioni del Donbass che riuscirono a tramutare la loro Resistenza in possesso del territorio e si proclamarono Repubbliche autonome. Si giunse, nel giugno di quell’anno ad un cessate il fuoco e agli accordi di Minsk ma questi non sono mai stati rispettati dagli ucraini che hanno periodicamente continuato a bombardare il territorio di Donetsk e Lugansk causando 13-14.000 morti tra la popolazione civile
*Nota
Le sottolineature e i grassetti sono miei.
“quanto sostiene Buffagni”? Non Buffagni.
Ma quanto dicono le carte e le firme – segrete e non segrete – degli occidentali !
Non è tutta la colpa della Russia, ma in primis degli USA che non sanno la storia russa e la loro fame di espansione capitalistica quasi fossero – lo sono ! – un sistema totalitario speculare a quelli altri sistemi reali. L’ideologia è un pretesto per tutti i generi di poteri occidentali e orientali.
Che poi ci siano dei personaggi psicopatici che appaiono come costanti della storia umana bisogna farsene un ragione…
L’ipocrisia della statua della libertà e l’ipocrisia del “futuro luminoso” dei russi e dei cinesi vanno a braccetto.
Le notizie base sul golpe del 2014 sono riassunte su questo pezzo di Ciotti uscito su Antimafia un anno fa:
‘Correva l’anno 2014. In febbraio una manifestazione anti-governativa con giuste rivendicazioni contro la dilagante corruzione e il peggioramento delle condizioni di vita, venne rapidamente trasformata in un vero e proprio campo di battaglia per rovesciare il presidente eletto Yanukovich. Ha avuto inizio da qui la narrazione ufficiale del racconto di un popolo che democraticamente ha rovesciato un dittatore sanguinario, ma nel suo sviluppo, andando a vedere la reale dinamica dei fatti, si nasconde una storia più oscura. Procediamo con ordine. L’ex presidente, già dal 2010, anno del suo insediamento, si era rifiutato di far aderire l’Ucraina alla Nato che da anni aveva iniziato ad espandersi verso est, fino ai confini della Russia, inglobando: Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria, Lettonia, Lituania, Bulgaria, Romania, Slovacchia, Slovenia, Croazia e Albania. L’assistente del segretario di Stato Victoria Nuland aveva dichiarato al National Press Club di Washington, nel dicembre 2013, che gli Stati Uniti avevano investito 5 miliardi di dollari “al fine di dare all’Ucraina il futuro che merita”. A febbraio, mentre si susseguivano le proteste, si verificò una delle più sanguinose insurrezioni in Europa orientale del dopoguerra dopo quella ungherese del 1956, come confermato dalle registrazioni telefoniche tra l’alto commissario per gli affari esteri della UE Chaterine Ashton e il ministro degli esteri estone Urmas Paet, un gruppo di cecchini sparò sia sui manifestanti che sugli stessi poliziotti. Nel colloquio delle due controparti si ipotizzava che questi mercenari appartenessero non tanto a Yanukovych, ma a “qualcuno della nuova coalizione”. Elemento confermato dall’ex capo della Security Service of Ukraine Alexander Yakimenko e dagli stessi cecchini georgiani Koba Nergadze e Alexander Revazishvili che, intervistati da due televisioni europee e anche dalla agenzia di stampa moscovita Interfax, rivelarono di essere stati reclutati da un membro del governo Usa con lo scopo di provocare vittime da ambo le parti e gettare Kiev nel caos. Il 22 febbraio 2014, attraverso un voto incostituzionale, il parlamento Ucraino votò per considerare vacante la poltrona del presidente eletto, che venne sostituito frettolosamente da Oleksandr Turčynov. A seguito del colpo di stato, il partito di estrema destra Svoboda, il cui leader Oleh Tyahnybok affermò limpidamente di voler “estirpare dall’Ucraina tutta la feccia russa, tedesca e giudea”, entrò nell’esecutivo ottenendo vari ministeri: da quello della Difesa a quello dell’Agricoltura passando poi per la posizione di vice primo ministro, assegnata a Oleksandr Sych e quella di Procuratore Generale. Venne imposto immediatamente l’eliminazione del russo come lingua ufficiale e al contempo, all’imposizione del divieto di essere “comunisti”, si dava adito alla creazione di un arsenale nucleare ucraino e all’adesione alla Nato esclusivamente in funzione anti-russa. Dall’insediamento del nuovo governo iniziò dunque una campagna di violenza contro la popolazione Russa nel Paese e si avviò una sanguinosa guerra nella regione del Donbass. Tutto questo permette di comprendere come nel 2014 ebbe luogo un vero e proprio colpo di Stato con lo scopo di colpire la Russia, provocarla ed isolarla a livello internazionale. Di fronte al Putsch di Kiev ed all’offensiva contro i russi di Ucraina, il Consiglio supremo della Repubblica autonoma di Crimea votò la secessione da Kiev e la richiesta di riannessione alla Federazione Russa. Il 18 marzo 2014 il presidente Putin firmò il trattato di adesione della Crimea alla Federazione Russa con lo status di repubblica autonoma. ‘
Ma questo non impedisce di stare con la popolazione assalita, dato che sono giochi che si svolgono sopra le loro teste (in tutti i sensi).
https://youtu.be/0vuq3QSwhD0
SEGNALAZIONE
Sullo stesso argomento e sulla stessa pagina FB di Roberto Buffagni una commentatrice aveva segnalato anche questo link che rimanda ad una intervista del 24 marzo 2015 comunque interessante di Alessandro Sallusti su Il giornale:
https://www.ilgiornale.it/news/politica/ucraina-golpe-targato-obama-1108688.html?fbclid=IwAR1TS_vAqoU7RKWIocNzxi_3qUNX9m2mOrPkBgSKvAqnmQSbe29g4E-fE7Q
SEGNALAZIONE
Le tesi di Roberto Buffagni pubblicate in questo articolo sono state poi da lui articolate e sviluppate in 32 sintetici punti, che si leggono qui:
https://italiaeilmondo.com/2022/02/28/guerra-in-ucraina-punto-della-situazione_di-roberto-buffagni/?fbclid=IwAR3ls5Pq4jPDlDi24_IgUVKXWoJybDtgeiyLtexRpL2du0Ltek2jGEs0d3g
Ripeto, Sallusti e tanti altri giornalisti credono di sapere , e giocano ad indovinare.
Nessuno di loro è uno slavista e dunque non conoscono a fondo l’evoluzione storica delle varie culture slave. In primis la conoscenza di una delle lingue slave è necessaria, la storia e la cultura e gli infiniti rapporti tra di loro trascorsi, ecc. impediscono ai giornalisti di sapere le singolarità di ogni popolo slavo.
Dunque restano analisi sìuperficiali e senza conoscenza. Perché non appena uno slavista (serio) comincia a dire qualcosa di specifico la persona colta e meno colta manifesta insofferenza e denuncia la propria ignoranza. Fate caso: nessun slavita è stato invitato a dire qualcosa dai media. Questo spiega la paura che hanno i vari giornalisti a far brutta figura.
@ Rita Casale
E allora tiri fuori i suoi slavisti e gli faccia dire cosa pensano. Poliscritture aspetta la loro opinione.
COMMENTI VARI DA “AMICI DI FB” COLTI AL VOLO (OGGI)
(Mantengo l’anonimato delle fonti, non avendo tempo di chiedere ai vari autori l’autorizzazione a pubblicare)
1.
Sulle sanzioni Pechino ricorda che sono “unilaterali”, che insomma nessun “terzo” internazionale le sostiene. E chiede esplicitamente quale sia il loro titolo di legittimità nel diritto internazionale. Tema del tutto sparito in questa crisi: si parla di sanzionare e di “punire”, ma del problema di quale ordine globale mai possa sostenere la legittimazione di “sanzioni” da parte di terzi, che non siano quindi meri atti di guerra contro atti di guerra, non se ne ha più traccia (diritto di autodifesa dell’aggredito a parte, ovviamente). Ancora Pechino qualche giorno fa riproponeva il problema della costruzione di un ordine internazionale “cooperativo”. Non voglio fare alcuna apologetica “cinese”: ma colpisce molto questo dato, che mentre tutti i soggetti in campo sembrano muoversi con logiche “imperialistiche” – come si afferma, si allarga, si difende, e su chi, la propria influenza – sia proprio l'”impero” cinese a giocare le sue carte ponendo un problema molto più “imperiale” che “imperialistico”: chi riesce a controllare la costruzione di un nuovo ordine “multipolare” ma “globale”.
2.
Significativamente, l’Italia ha fatto pressioni con successo per esentare dal divieto di esportazione la vendita delle borse di Gucci ai ricchi russi!
I super ricchi russi (incluso Putin) hanno accresciuto enormemente la loro ricchezza durante la pandemia da COVID. I miliardari russi (ci piace chiamarli “oligarchi” in Occidente) hanno la quota di ricchezza rispetto al PIL più elevata rispetto a tutte le principali economie capitaliste, seguiti da vicino dalla “socialdemocratica” Svezia e poi dagli Stati Uniti come mostra il grafico.
Ecco perché il governo degli Stati Uniti e i governi europei hanno deciso ora di introdurre sanzioni molto più pesanti, essi hanno in programma di bandire le banche russe dal sistema di transazioni internazionali SWIFT e di congelare gli asset della Banca centrale russa. La misura SWIFT complicherà notevolmente la capacità delle banche russe di portare avanti attività internazionali e saranno costrette ad effettuare accordi bilaterali con banche “amiche” o utilizzare vecchie tecnologie come il fax.
3.
Ormai siamo in pieno clima di guerra, e quando questo vince diviene inutile ragionare, cercare di capire le ragioni altrui. Questo serve quando si cerca la pace. Ma non è a quella che si mira. Le posizioni e le dichiarazioni dell’Ucraina parlano chiaro.
Dubito che i negoziati avranno esito positivo, anche se lo spero. Se falliranno avremo un’estensione della guerra, se gli ucraini useranno armi letali fornite da noi i russi risponderanno con armi atomiche tattiche.
Biden è stato chiaro: gli americani non devono temere armi nucleari, ma non ha detto “gli occidentali”, ha detto gli americani. Infatti se il conflitto si estenderà sarà un conflitto sul suolo europeo, con armi nucleari tattiche. Ci coinvolgerà tutti.
Durerà sin quando Putin non sarà rovesciato. Quando un presidente usa inizia la propria presidenza chiamando “killer” il capo di una superpotenza nucleare opposta enuncia un programma. Che si sta realizzando: L’obiettivo è una Russia senza Putin. Spero solo, a questo punto, che lo si raggiunga in fretta e senza troppa distruzione.
Che dire? Inutile litigare tra noi. Abbiamo davanti un periodo buio.
Buona fortuna a tutti
4.
Manca come il pane una centrale informativa e culturale autonoma, che sappia disertare l’arruolamento atlantico senza al contempo arruolarsi nel fronte dei difensori dell’improbabile e anche un po’ ridicola missione eurasiatica della Santa Madre Russia. Tenendo fermo – in questa circostanza come nelle innumerevoli aggressioni degli Stati Uniti verso il genere umano – il diritto internazionale e la ragione.
5.
Io sono equidistante. Ma vedo che Putin non può perdere la faccia di fronte ai più astuti americani. Qualcuno alla “7” ha appena detto che se Putin usasse le armi nucleari sparirebbe immediatamente dalla faccia della terra. Kiev è superarmata e addestrata dagli USA. Il topo russo orgoglioso e irriflessivo finirà nelle ganasce dell’abile e spregiudicato gatto americano. Non ci vuole un genio per capirlo, e lo dicono anche i mass- media.
6.
sull’onda di questa emotività, sì, ho pensato che fosse giusto inviare armi e aiuti all’ucraina e alla popolazione ucraina che sta ‘resistendo’ (uso questo termine al minimo di connotazione politica possibile, che però c’è). Tendo ancora a pensarlo, per quanto non posso non notare che una tale scelta rischia di rivelarsi irresponsabile e controproducente
7.
Credere è una parola grossa. In questo periodo sto facendo così. Seguo diverse fonti: canali telegram, twitter, web, giornalisti sul posto. Quando leggi la stessa notizia da più fonti, riesci a cogliere le distorsioni, le manipolazioni. Quindi sfrondo, mi stacco e trovo altre fonti suggerite da quelli che fino a quel momento ritengo affidabili. Un lavoraccio. Tanta roba da leggere e tanti video sconvolgenti.
8.
Putin e la Russia agiscono da puro realismo politico. Da stato-nazione e da richiamo nazionale e nazionalistico del ruolo storico svolto nel passato, dall’impero zarista e dalla potenza dell’Urss, o da svolgersi oggi e domani. Molto revanscismo dell’umiliazione subita. Nessuna giustificazione della guerra. Ma almeno la comprensione dei processi storici che determinano questi esiti nefasti.
Occidente contro Oriente e contro Sud. Prima la Russia, poi verrà la Cina. Armi all’Ucraina. La Germania si riarma, l’Italia sempre obbediente manda armi.
Non arruoliamoci e adoperiamoci per un mondo multipolare antiegemonico. Dove ogni popolo e ogni stato-nazione possano contare.
Ennio Abate
“Non arruoliamoci e adoperiamoci per un mondo multipolare antiegemonico. Dove ogni popolo e ogni stato-nazione possano contare.”
Questi hanno però già arruolato tutto il Parlamento e i mass media…
Possiamo farci sbranare dai nuovi leoni tecnologizzati come i primi cristiani nel Colosseo.
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Ormai siamo al livello della testimonianza dei primi cristiani.
Ennio Abate
… ma senza cristianesimo! ( Ranchetti, Non c’è più religione). Perciò peggio di quei nostri (probabili) antenati che la fede in un “altro mondo” l’avevano.
Ma, lasciando da parte questa mia analogia, devo dire che se mi fa schifo la propaganda che aizza le folle contro i russi e contro “il barbaro, folle, ultracorrotto, despota, Hitler contemporaneo, Putin” ho dei dubbi che Putin e la “sua” Russia agiscano, come tu scrivi, con “puro realismo politico”. Se si ritroverà isolato e demonizzato, che efficacia ha quel suo “realismo politico”? Ovviamente pongo un problema, non ho certezze.