Per omaggiare – così, di fretta e malgrado l’angoscia incombente della guerra in Ucraina – l’amico e poeta, sempre discreto, Enzo Giarmoleo conosciuto ai tempi del Laboratorio Moltinpoesia. E cominciare a rileggere gli scritti che ci ha lasciato. [E. A.]
Febbraio 2009
Risposta di Enzo Giarmoleo a “Faccio poesia perché”
Quando pensava a Proust, si rammaricava di non “aver sfruttato meglio” l’asma e la bronchite cronica ereditata dal periodo passato con i nonni in Nuova Scozia , che avevano trascurato la sua salute. Elizabeth Bishop grande amica di Robert Lowell, era comunque cosciente che la solitudine patita da bambina aveva dilatato la sua immaginazione in modo abnorme. Elizabeth perse il padre a otto mesi , e la madre,impazzita per il dolore, all’età di cinque anni. La madre era stata ricoverata in un ospedale psichiatrico e lì restò fino alla morte. Ciao Enzo
5 marzo 2009
Sui dialetti
vi invio questo brano sull’importanza del dialetto tratto da “Lettere dal carcere” di Antonio Gramsci anche se nello stesso tempo mi rendo conto di quanto fondamentalismo si trovava e si trova ancora oggi nella cultura tradizionale (credo che anche Gramsci fosse consapevole di questo aspetto). Mi chiedo inoltre in che misura il pensiero unico sia riuscito ad omologare i dialetti appiattendoli alle esigenze del mercato. Ciao enzo giarmoleo
«Franco mi pare molto vispo ed intelligente: penso che parli già correntemente. In che lingua parla? Spero che lo lascerete parlare in sardo e non gli darete dei dispiaceri a questo proposito. E’ stato un errore, per me, non aver lasciato che Edmea, da bambinetta, parlasse liberamente in sardo. Ciò ha nuociuto alla sua formazione intellettuale e ha messo una camicia di forza alla sua fantasia. Non devi fare questo errore coi tuoi bambini. Intanto il sardo non è un dialetto ma una lingua a sé, quantunque non abbia una grande letteratura, ed è bene che i bambini imparino più lingue, se è possibile. Poi l’Italiano che voi gli insegnerete sarà una lingua povera, monca, fatta solo di quelle poche frasi e parole delle vostre conversazioni con lui, puramente infantile; egli non avrà contatto con l’ambiente generale e finirà con l’apprendere due gerghi e nessuna lingua: un gergo italiano per la conversazione ufficiale con voi, ed un gergo sardo, appreso a pezzi e bocconi, per parlare con gli altri bambini e con la gente che incontra per la strada o in piazza. Ti raccomando, proprio di cuore, di non commettere un tale errore e di lasciare che i tuoi bambini succhino tutto il sardismo che vogliono e si sviluppino spontaneamente nell’ambiente naturale in cui sono nati: ciò non sarà un impaccio per il loro avvenire, tutt’altro.»
da A. Gramsci - Lettere dal Carcere - 1927
Poesia in lingua straniera romanza, sardo-campidanese di Enzo Giarmoleo
De su munti
prus artu
apu aspettau
che fessit scurigan
Poi,
a fura
faci a sa mitza
de fueddas anticas
apu fattu
un coffinu
poi poni
custa paraulas
lebias
mas forte
e cantai m’arriscu
Traduzione : Dal monte più alto, ho aspettato che imbrunisse, poi clandestino vicino alla sorgente delle parole antiche ho fatto un cestino per porvi queste parole consumate ma forti e ho azzardato un canto.
Nota : Sa Mitza (sorgente), una delle pochissime parole sumeriche sopravvissute.
22 feb. 2011
Fogliettini-Haiku “on the road”
Per almeno due motivi credo che lo haiku, genere poetico giapponese, possa essere una delle tantissime soluzioni per animare i “fogliettini” .
Lo haiku non è forma poetica descrittiva e quindi si presta di più ad una lettura “on the road”.
Roland Barthes nel suo “L’impero dei segni” conferma : Mentre “..l’arte occidentale trasforma l’impressione in descrizione”..lo haiku non descrive mai : la sua arte è anti-descrittiva nella misura in cui ogni stadio della cosa è immediatamente, caparbiamente, vittoriosamente trasformato in una fragile essenza di apparizione”.
L’altro motivo vede lo haiku come un’illuminazione che ci ricorda il satori del buddismo zen che nasce in uno spazio che non deve essere contaminato nemmeno dall’emozione personale e quindi lontano dalla conoscenza progressiva logica e razionale.
Senza farne un dogma e senza necessariamente abbracciare nuove religioni, questi due motivi fanno venire in mente una serie di applicazioni utili all’arroganza della società occidentale.
Ma Haiku, illuminazione antidescrittiva, non vuol dire superficialità della composizione che invece è il coagularsi di una intuizione estetica possibile solo quando il soggetto, dopo “un lungo apprendistato”, “riesce a sottrarsi e lasciar posto all’oggetto, in cui si concretizzano la leggerezza, la rapidità e l’esattezza”. Un’espressione immediata che non descrive non giudica, non spiega , una manciata di sillabe che crea una pausa, messaggera di un’emozione.
Invio alcuni Haiku che ho dedicato a Onitsura (1661-1738), uno dei tanti discepoli del grande maestro Basho, con il quale condivido alcune immagini.
Solo i primi due rispettano la misura del 5-7-5
Giardini di Via Palestro
(Early in the morning)
Ombre grigie
Sull’acqua dello stagno
Abbandonato
Ora, ondate di luce
Rallegrano lo stagno,
Appena in tempo!
(Mid morning)
Il cielo 1
Nello specchio
d’acqua
nel vento
si inseguono festosi
frammenti di cielo
Il cielo 2
Piccole anatre
tra limpidi
pezzi di cielo
si agitano.
- Vari altri testi di Enzo Giarmoleo si leggono su MOLTINPOESIA e su POLISCRITTURE scrivendo il suo nome nel riquadro ‘ricerca’.
Mi dispiace davvero molto per questa morte!
lo sapevo da tempo che Enzo Giarmoleo era malato, ma la notizia mi ha colto di sorpresa, molto tristemente…
Enzo era un poeta che non amava la retorica, preferiva l’umorismo e il pungente sarcasmo, ma sapeva anche essere accogliente, a suo modo molto generoso. Sempre schierato dalla parte degli ultimi della Terra come della natura nel suo lato selvatico e incontaminato, sopravvissuta, a volerla cogliere ed esplorare, anche nelle città degradate. Comunque una persona sempre molto discreta…
Trascrivo una sua poesia tratta dalla raccolta uscita nel 2019 per Lato Selvatico Libraria: “Meno di questi fili d’erba”
Una poesia che contempla e ammonisce una fulgida cometa dal farsi convincere da chi, dopo aver distrutto il nostro pianeta, è alla ricerca di nuove conquiste…sembra profetica!
Moby Dick
Cometa 67P conseva la tua algida bellezza
Truccati! Non farti riconoscere!
Cometa 67P rifiuta questo nome
Cometa sfolgorante
nel mare del cielo
Moby Dick
dalla infinita coda
azzurra
Spazza via qualsiasi
Lander Philae
Non Phidarti
delle trivelle
Non ti fare adulare
da chi definisce
delicate e dolci
le tue pianure
Chiedono l’Amicizia
L’hanno già fatto sulla Terra
Grazie per aver ricordato Enzo.
La sua famiglia vorrebbe condividere con voi l’ultima poesie che ha scritta, qualche mese prima di morire.
Autunno al Caiifornia Bakery (Ultima Poesia)
Mentre le foglie dell’olmo
volano alto nel cielo
nella sosta rifugio
come saetta mi giunge
un tempo rallentato
Il tempo del distacco
Il tempo dell’abbandono
oltre i confini di questo vivere
senza compiti da svolgere
senza ferite
senza ombra di dolore
Ascolto con stupore
(E.G.)
ringrazio molto Patricia e i familiari per aver pubblicato l’ultima sorprendente poesia di Enzo Giarmoleo, una poesia che ci conduce nella nostra intimità, “oltre i confini di questo vivere”, dove risiede il vero significato dell’esistenza…Abbiamo, credo, tutti bisogno di una riflessione sul distacco e sull’abbandono che ci aspetta, sul superfluo di molta parte delle nostre vite. “Mentre foglie di olmo/vagano alto nel cielo/ come saetta mi giunge/ un tempo rallentato”: le foglie dell’albero, come quelle del nostro corpo, raggiunte infine da un’improvvisa illuminazione, ci additano un luogo supremo di calma e, penso, di verità… Ne suggerirei la lettura soprattutto ai molti che oggi portano avanti guerre sanguinose, mossi da un’assurda e disumana valontà di potenza
Ciao Patricia, ti mando un grande abbraccio insieme ai compagni di Ya Basta!. Enzo vive nei nostri cuori.
Ho avuto modo di conoscere Enzo anch’io nelle stesse circostanze, frequentando il laboratorio della Casa della Poesia di Milano; mi dispiace molto sapere che non c’è più, ne conservo un bel ricordo.
Enzo Giarmoleo è stata una presenza costante per noi di Moltinpoesia.Gli interventi colti e originali sono stati di stimolo e riflessione e ci hanno invitato a volgere lo sguardo a culture e a mondi lontani.Attento e sensibile al lavoro degli altri ha analizzato con cura le nostre poesie…Ciao Enzo e un pensiero di vicinanza ai familiari
Giarmoleo
Spesso ci rammarichiamo – quando un amico ci lascia per sempre – di non aver coltivato più intensamente la sua conoscenza. Così è capitato a me e rimpiango la mia stupida inerzia. Ci siamo conosciuti presso la Libreria Linea d’ombra di Miano, luogo in cui assieme ad altri tentammo un comune lavoro sulla Poesia come strumento di aggregazione e ricerca. o ricordo così: simpatico a tutti perché riservato, quaasi pudico. gentile e determinato ,capace di riuscire a suggerirci altre linee di ricerca. Ci spinse verso l’aiku dietro ai quali celava ma non troppo la sua spinta verso modalità diverse di espressione e mondi dimenticati. Si intuiva un animo libero, sperimentatore mai invadente e dotato di una sottile amabile eironica condiscendenza. Mi mancherà molto. Addio da Giorgio Mannacio