di Antonio Sagredo
ir\riflessione (NON COMPARATA CON ALTRE CULTURE) sulla singolarità russa odierna (o passata – i “tempi torbidi”, insomma non è cambiato nulla tra le mura del Cremlino)… se ne era accorto per primo ìl poeta Alexander Blok scrivendo nei suoi taccuini che non gli sembrava affatto una rivoluzione, ma l’ascesa di un gruppo (o casta se volete) per conquistare il potere che divenne più assoluto del potere degli zar. Il poeta Majakovskij alla vigilia della sua morte (anno 1930) si dichiara convinto e dà ragione al Blok. So che è stato ucciso dagli uomini di Stalin anche se non ho le prove, ma prima o dopo usciranno, stessa cosa per il poeta Esenini.-
Chiamare l’odierno “padrone P.” erroneamente zar, non ha di questo il prestigio di una dinastia… la crudeltà sovrana resta la menzogna,… la bellezza anche se servirà a salvare la Russia\Mondo… l’alleanza con la Chiesa ortodossa è funzionale e opportunistica (il popolo si sente doppiamente più protetto e più se la prende in quel posto…. come da secoli !!!)- ecc. ecc.
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…dunque speriamo che sia chiaro e semplice:
(aggiungo che quanto è scritto l’ho sempre pensato al di fuori della situazione odierna)
i Servizi Segreti russi, fin dai primi tempi (all’origine) dello zarismo, erano soggetti al potere assoluto dello zar di turno, e a questo potere erano soggetti ANCHE (praticamente asserviti) sia la casta sacerdotale (= potere religioso) che l’esercito (= potere militare )e ancora oggi sotto Putin che non è affatto uno zar, ma viene chiamato erroneamente così, si rinnova questo assoggettamento.
Sia i servizi segreti, sia il potere militare e il potere religioso hanno cercato nel corso dei secoli di rovesciare o limitare ognuno a suo modo il potere assoluto dello zar. Insomma ci hanno provato senza riuscire… ma lo zar si faceva credere di essere l’anima della Russia, da qui Santa Russia, Santa Madre russa, ecc., e il clero approvava, altrimenti spariva.
Caduto lo zarismo nel secolo trascorso per merito di Lenin, i servizi segreti, da questo fondato come parte integrante del nuovo potere bolscevico, – ma non al di sopra di questo nuovo potere.
Questo nuovo potere si sostituisce al potere assoluto dello zar, divenendo più spietato (senza pietà di fronte ai nemici veri o presunti: innocenti o colpevoli non fa differenza) e più scientificamente determinato a sterminare tutto ciò che all’interno della Russia era contro di esso (soltanto i poeti e scrittori si opponevano e la maggior parte di questi fu uccisa o condannata a vita, ecc.); e pure all’esterno della Russia venivano perseguitati, uccisi ecc.. La maggior parte dei russi, cioè di coloro che erano stati all’estero (inviati per qualsiasi motivo o funzione) venivano eliminati. (essere contaminati dallo straniero anche senza aver fatto nulla era una colpa assoluta).
Stalin aveva (possedeva) questo nuovo potere assoluto – fine a se stesso e la ideologia comunistica era soltanto un pretesto per esercitare e realizzare al massimo grado questo potere. Combatteva uccidendo chiunque si opponeva – ripeto: vero o presunto nemico –. Casta sacerdotale e casta militare venivano falcidiati: il pericolo era ovunque è l’unica condanna era quella a morte.
Al suo comando – di Stalin – i Servizi Segreti obbedivano e compivano delitti, cioè erano soggetti e asserviti al 100 per cento, allo scopo di conservare un loro proprio potere d’azione, e non solo, ma sempre pronti a sostituirsi al tiranno di turno.
Dopo la morte di Stalin, i Servizi Segreti cercano di prendere questo potere assoluto con Beria, ma Beria viene ucciso da una casta più potente al momento, quella del partito unico: padrone assoluto del potere assoluto
Da qui: tutto si genera nel Cremlino e tutto si risolve in esso… tutto nasce e muore nel Cremlino. (e così sarà adesso con Putin).
E’ il partito che deve avere il potere assoluto, e cioè una casta politica deve regnare e imperare su tutte le altre caste (il partito come zar!!!), compreso ovviamente tutto l’apparato del Servizi Segreti che è la casta più potente dopo il partito; e questa casta ancora una volta viene in secondo piano.
Con Andropov, capo della casta dei Servizi Segreti, si raggiunge il potere assoluto ma questo personaggio muore dopo un anno e non ha il tempo di esercitare e realizzare
e cioè i Servizi Segreti erano stati – ma per poco tempo – per la prima volta nella loro storia al di sopra di ogni potere e potevano fare quello che volevano (e allora Putin lo sta facendo da febbraio 1922 apertamente *- perché di solito questa casta operava di nascosto – e quindi si è scoperto… ha mostrato la vera natura della casta dei Servizi Segreti, apertamente senza finzioni, e la MENZOGNA CHE SEMPRE HA DOMINATO IN OMBRA ADESSO CON PUTIN E’ USCITA FUORI, ALLO SCOPERTO MOSTRANDOSI SENZA RETICENZE QUANTO SIA LA UNICA VERITA’ ESISTENTE!
LA MENZOGNA SOPRA OGNI COSA E OGNI POTERE UCCIDE INCESSANTE E NON E’ MAI SMENTITA, POICHE’ LA MENZOGNA E ‘ LA VERITA’ STESSA!
E NON ESISTE ALCUNA MANIERA DI DISTINZIONE.
* ma per 20 anni ha coltivato questo suo pensiero di nascosto facendo credere di essere in qualche maniera democratico, dando al popolo russo la credenza illusoria di essere libero: astuzia e menzogna insieme ancora una volta il popolo russo è stato fregato!
Sono convinto che P. si sia ben esercitato quando era in Germania democratica in tutte le maniere a sua disposizione combattendo nemici interni ed esterni fino a giungere al delitto, che dal suo punto di vista (del KGB) era la soluzione non normale, ma naturale!
DUNQUE CON PUTIN I SERVIZI SEGRETI NON SONO PIU’ SEGRETI, MA POSSONO AGIRE APERTAMENTE POICHE’ MENZOGNA E VERITA’ HANNO LO STESSO VALORE.
IL POTERE ASSOLUTO PRIMA DELLO ZAR E POI DI STALIN, FINALMENTE ORA APPARTIENE AI SERVZI SEGRETI, E TUTTA LA LORO TRADIZIONE criminosa è estesa a tutti i livelli – E’ OPERATIVA E’ AL MASSIMO GRADO fino al completo compimento o alla propria sparizione
O adesso o mai piu’!!!
Per questo Putin qualche mese fa ha detto che se la Russia non vince non è più la Russia, è la fine!!!
FINE DI CHE?
Lui pensa la fine della Russia, ma invece è la fine della sua casta!!! –
La fine della Russia… così fa credere al popolo russo
(questo popolo si sveglierà dopo secoli di soggezione e sudditanza forzata?!)_
I SERVIZI SEGRETI – NELLA FORMA CHE HANNO SEMPRE NELLA LORO STORIA MOSTRATIO, SCOMPARIRANNO.
Forse le giovanissime generazioni daranno un colpo finale ai Servizi Segreti?!
La tendenza di Putin verso Oriente
La mia resta una “ir\riflessione (NON COMPARATA CON ALTRE CULTURE) “.
Resto e cerco di vedere dall’interno questa Russia di oggi, che nella sostanza non è cambiata per nulla dal tempo che scrittori e critici radicali russi della metà dell’800, come Belinskij, Dobroljubov, Pisarev e Cerniševskij cercavano di far luce nelle tenebre (elaborando le opere dei grandi scrittori loro contemporanei), che di questi tempi sono tornati con Putin.
In effetti la Russia non teme tanto l’Occidente quanto invece da secoli è spaventata dall’ ORDA MONGOLA (per questo da secoli si sentono circondati e per questo che cerca di allearsi con la Cina.
Sono tornati i torbidi dunque nella maniera più eclatante e sorprendente: il KGB che si allea con la casta sacerdotale che ha sempre combattuto e che nonostante la Rivoluzione di un secolo fa è rigogliosa più di prima. È una alleanza opportunistica di Putin, perché sa che il profondo dell’anima russa risiede nella religiosità mai spenta, e quindi si appropria del popolo russo più pienamente e completamente e doppiamente. E la casta sacerdotale ci sta, non che ci sta al gioco di Putin (perché gli sopravviverà!) ma perché ha compreso che con Putin sarà più forte e forse mira al potere assoluto, nel senso che il potere religioso sarà il più forte di tutti i poteri.
Putin non ha futuro, nessuno stringerà le mani di un tiranno distruttore, ma si troverà sempre una scappatoia e anche per questo mi immagino la figura di costui reclusa o finita in uno degli innumerevoli luoghi di culto sparsi nella Siberia.
La tendenza di Putin è Oriente.
SE PIETROBURGO PIANGE, MOSCA NON RIDE
SE KIEV PIANGE, PIETROBURGO GLI FA ECO.
Pietroburgo l’occidentale e Mosca l’orientale.
Chissà cosa avrebbero scritto questi illustri slavisti come Lo Gatto a Cavaion (La città di Pietro e l’intelligenzija ) e Ripellino (e altri) si sono soffermati sulla sedentaria Mosca dei divani in contrasto con la vitalità di Pietroburgo.
Da una mia nota (275, p. 132), commentando una poesia di Mandel’stam che inizia col verso.” Col mondo dei potenti io fui solo infantilmente legato “ dico di parvenze di un nuovo mondo che sostituiscono quelle vecchie, ma “Queste parvenze sono unite a Pietroburgo già di per sé città-parvenza ed estranea per certi versi al popolo russo; si conosce il perché: perché ritenuta troppo occidentale, e per certi versi traditrice, negatrice di quegli aspetti orientali (la Mosca buddistica!) che sono appannaggio della capitale!”
Ecco dunque che il tiranno (Putin non è uno zar!) odia Pietro il Grande e Pietroburgo, sua città natale. Se fosse nato a Mosca sarebbe più comprensibile, invece la serpe si è annidata proprio nella città più occidentale e vicina all’occidente!
E ancora: ” – questa città s’impone… secondo il vecchio diritto : è ancora la romanità che è presente con “il diritto romano assimilato dallo zarismo e poi modificato secondo necessità imperiali!”, così fortemente voluta da Pietro in tutte le sue connotazioni eterne anche nella sua città: “centro di un impero, un impero tanto grande da eguagliare quello romano”, e non è solo grandezza architettonica, ma capitale statale che unifica un popolo, città sacrale, che Pietro chiamerà “città santa” e “paradiso”, (ma migliaia furono le vittime per costruirla); questi due termini tra l’altro furono ripresi da alcuni poeti russi, dopo la sua morte; ma “Pietroburgo non riuscirà mai ad assumere quei caratteri di sacralità, conosciuta da Mosca e da altre grandi capitali”. La città-metropoli, dunque, estranea alla mentalità storico-letteraria-artistica tradizionalmente russa s’impone al poeta, è città che pecca di presunzione, e proprio perché sentita straniera ha osato imporsi “secondo il vecchio diritto”!- E dunque quale è il vero destino di Pietroburgo?
Essa per gli incendi e per i geli è ancor più sfrontata,
altezzosa, maledetta, vuota, giovanile!
E Ripellino così scrive commentando la poesia di Mandel’stam – Mezzanotte a Mosca- Il primp verso recita
“Mezzanotte a Mosca. È splendida l’estate buddistica.
”Accanto a Pietroburgo, anche Mosca figura in molte liriche di Mandel’štam. Secondo Nadežda, Mandel’štam viveva volentieri nella:
….inutile capitale, come egli diceva, perché nel suo animo la vera capitale russa era rimasta Pietroburgo, la Pietroburgo pre-rivoluzionaria. Viveva volentieri nella Mosca buddistica e aveva persino imparato a scoprirne il fascino, nel suo disordine, nella sua dispersione, nella sua immobilità, nella sua millenaria astoricità e persino nel fatto che non smetteva mai di minacciarlo ad ogni passo”. (era perseguitato=
(nota 255, p. 118)
Per ora basta così.
APPENDICE
da Marina C. a Anna Politkovskaja
È successo,
lo presentivo
lo sapevo che m’avrebbero ucciso due volte:
corda o pallottola non fa differenza!
Ti consideravo mia figlia, o mia nipote,
sorella ineducata nel carattere e, nella parola – decisa!
affilata e precisa come il mio estremo pensiero! .
Ti sei abbandonata, fiduciosa: il traguardo
era più chiaro d’una pagina oscura – la verità!
Per te non c’era che l’esilio, il carcere o la bara,
la mia, come la tua fine, è scritta fuori del tempo:
lo stesso destino dei miei e tuoi nemici!
La mia tomba ignota sarà la tua, insieme a te,
sempre piena di fiori,
la tua con la mia!
Dal futuro ti bacia e abbraccia ancora una dura madre,
felice che tra i poeti il posto più glorioso
ti spetta accanto a me, nella stessa terra tradita
dai russi, dai rossi e dai bianchi, dai mercanti di morte
perché la delazione non ci appartiene…
ecc… ecc…
noi donne leali, poeti e scrittrici, di Russia
siamo sempre la prima speranza contro ogni piccolo
piccolo, ma proprio piccolo,
piccolo uomo! *
Antonio Sagredo
Vermicino, 10 ottobre 2006
*(gogolianamente V.Putin è un piccolo pezzo di un uomo qualsiasi)
OBIEZIONI A SAGREDO
1. Più importante di quello che uno pensa è la realtà; o almeno una parte di essa, i suoi ineludibili dati, che possiamo accertare coi mezzi razionali di cui disponiamo;
2. I servizi segreti (russi o di qualsiasi altro Stato) sono solo uno dei fattori che entrano in gioco in politica (e nella storia); mai isolare questo fattore e farne la base principale o esclusiva di spiegazione (“Caduto lo zarismo nel secolo trascorso per merito di Lenin, i servizi segreti, da questo fondato come parte integrante del nuovo potere bolscevico”);
3. La stessa cosa vale anche per le credenze (“ma lo zar si faceva credere di essere l’anima della Russia, da qui Santa Russia, Santa Madre russa”): entrano in gioco ma da sole non spiegano tutto; e isolarle non è mai una buona cosa;
4. Il potere (e non solo in Russia ma dappertutto) è (o sembra a chi lo subisce) sempre «spietato»; nella storia c’è uno scontro (dialettico) tra libertà e autoritarismo, tra chi vuole il potere spietato al massimo (va bene l’esempio di Stalin, ma anche quello di Hitler, ecc.) e chi lo vuole al minimo ( Freud: il disagio della civiltà) o abolirlo (anarchismo); nella realtà storica l’affermazione della libertà è condizionata non solo dalla volontà degli uomini (dominatori e dominati) ma anche dalle condizioni materiali delle società in cui si svolge questa lotta (importanza di Marx); e, in questo senso, è falso sostenere (per la Russia o per altri stati: Usa, Cina, ecc.) che « tutto si genera nel Cremlino e tutto si risolve in esso… tutto nasce e muore nel Cremlino. (e così sarà adesso con Putin)». Non è così, anche se le congiure di palazzo ci sono state sempre e anche oggi possono avvenire (ma anche in altri Stati: ricordi l’uccisione nei democratici USA di Kennedy?);
5. No, una cosa è il partito moderno (dalla Rivoluzione Francese ad oggi), che ha una sua dialettica tra élite e masse, e altra cosa la «casta politica», concetto senza fondamento serio e del tutto metaforico su cui ha giocato abilmente alcuni anni fa il libro del giornalista Stella del Corsera;
6. Altrettanto sbagliato – per le ragioni che ho detto sopra – è considerare i servizi segreti una casta («Con Andropov, capo della casta dei Servizi Segreti»); proprio nessuno può “fare quello che vuole” in assoluto, anche quando mentisse o sapesse mentire “professionalmente” (ricordare Machiavelli!): no, « LA MENZOGNA [NON] E ‘ LA VERITA’ STESSA»; la verità, magari a tratti, viene fuori dalle lotte in alcuni momenti rivoluzionari della storia; e bisogna cercarla e difenderla (https://moltinpoesia.blogspot.com/2012/11/ennio-abate-sulle-cinque-difficolta-per.html) invece di confonderla o equipararla – niccianamente – alla menzogna.
Chi piangerà il secolo trascorso e questa decade?
Chi li dimenticherà, e chi li ricorderà dietro la soglia,
se gli eventi hanno avuto occhi equini e guerci?
È una scala che non ha i gradini di un’epoca seriale,
ma cardini nerastri come i morsi delle blatte!
I festini delle tre fedi sono carnevali interdetti,
e sono in contumacia, e la loro prescrizione è scaduta.
Mi ha detto una donna che le guerre sono il fallimento
di tutte le religioni, come se fosse, a sua volta, un’altra
fede… ma la mia vista non s’addice più a questa terra!
Un’altra Roma vi sarà, e non sarà Mosca: questo gioco
ha tempi teatrali, e le finzioni dei sipari sono occhi di bue.
E non un applauso e non rose nere, né gli auguri delle repliche, ma risacche di pietà,
di rimorsi di iene e di sciacalli, sacerdoti pervertiti dai loro stessi simboli e miracoli,
chiaviche dei credi e delle scritture, ratti neri che rosicchiano croci, corpi e anime,
scimitarre e turbanti sanguinari una volta forieri di cultura…
barbe in lacrime cavatappi riccioluti che si stuprano coi candelabri…
che carosello infame, che schifo, che merde mistiche: profeti, eremiti, santoni, ecc.
Tutti voi siete quei vessilli che sanguinano la storia, in ogni tempo!
Ma questa terra non s’addice alla mia vita.
Una bazzecola gli stermini del secolo trascorso,
vedrete, non milioni, ma miliardi di ossa nelle discariche e nelle fogne.
Odiate la vita, la vita… vita…vita…vita…vita… ita …ita… ta-ta-tà!
antonio sagredo
Vermicino, 3/4 gennaio 2011