di Luca Chiarei
Suona alla porta oggi il delivery e consegna a domicilio perché in tempo di guerra è bello scrivere poesie è quasi spontaneo è naturale siamo tutti concentrati a conservare la concentrazione quando la consegna è quella delle bombe – anche gli spinaci per braccio di ferro, se ci fosse sempre una guerra quando c’è, virgola, sarebbe bello per i poeti domani accarezzarsi lungo il pelo ma ora c’è il delivery, l’ho già detto, delle bombe quelle vere quelle della fine e dell’inizio perché è il tempo che brucino ancora i bambini, quelli di Dresda come fiammiferi, motori bifuel ma ora facciamo il punto. facciamone due: ho provato anch’io, con l’io poetico, con il soggetto da tramortire a circoscriverne una e la pensavo mentre ero alle prese con tartaro da ablare gpl, meglio metano? da cercare – che non è una magia da orti urbani ma poi non sono riuscito, avevo le mani in pasta e sporche di flussi di coscienza che sono già passati 40 anni dalle mie obiezioni ai mondi, ai blocchi, ai muri, alla leva ai servizi militari punto e virgola; tutto questo ora non ha nessuna importanza allora basta una bella prosapoetica poesiainprosa prosainprosa – ma è poesia o non lo è – mentre si svegliano i neutroni, i nuclei, resurrezione delle fissioni virgola cadranno i canini e le gocce di collirio. punto senza a capo non aspettiamo qualcosa da fare, che fare? scuciamoci le schiene, sfiliamo le vertebre schieriamoci dalla parte giusta versus dei giusti governi tecnici – per le costituzioni antifasciste perché il mondo è una arancia da spremere la gente è una arancia da spremere spazio mentre file di elefanti attraversano quello che si deve attraversare navigando nel silenzio degli incroci e non sarà sufficiente il sangue sui semafori e nessuna rima nessuna sinestesia definitiva della morte -sono sempre i bambini tagliati fuori ad aspettare diventare grandi schivare le macerie gli indici di borsa i capitali in fuga – con cani senza guinzaglio e cappotto – con quelli della Nato – con il resto degli imperi a fare aria
ringrazio Luca Chiarei per i due post pubblicati, tra i quali a me sembra intercorrere uno stretto legame: il primo ci invita a considerare la situazione di guerra che stiamo vivendo dal punto di vista razionale: “Re(si)stiamo razionali”, sottotitolo: “breve guida ad uso personale per sopravvivere all’orrore quotidiano della guerra”, mentre il secondo post “delevery”, sembra smentire la calma razionalzzante del primo sia per il contenuto che per la scelta di un linguaggio, poetico o prosapoetico, che mettono in luce lo stato d’animo di molti fra noi, fra angoscia, impotenza e paura…Condivido
Ultimamente in me è insorta anche molta rabbia e ho scritto questa non proprio poesia:
Oh, che ronzio
sulla testa nelle orecchie,
e nei meandri piu’ profondi,
di calabroni, vespe e tafani
per dittatura, vuoi procura
in repentino avvicinamento
shock anafilattico
nero pesto…silenzio!
Siete sordi
o di immaginazione ciechi,
voi i custodi della giuliva famigliola,
occhi e culo alle cadreghe
incollati?
Oh, chi si vede!
fratello di maio
meloni, dai ristretti battaglioni
salvini, sempiterni cucciolotti
zio letta
e, su tutti, protettivo
il benevolo sorriso di nonno draghi…
Ci dite “Su, brava gente, gioite! L’attesa è breve…”
di regalini e ragaloni per compleanni
strenne natalizie luccicanti
di bolidi rombanti
terra aria
famelici giganti…
Nel silenzio che precede
la fine di ogni specie, un urlo:
che c’entro io povero asinello!!
In realtà la poesia l’ho scritta prima e dopo è subentrata la necessità di riflettere, nel modo più razionale possibile, su quello che sta continuando ad accadere. Non che prima quelle cose non le pensassi ma dal confronto tra voci discordanti ho elaborato una sintesi in forma di “decalogo”, probabilmente banale, per cercare di tenere la barra dritta in questo tuonare di tamburi di guerra, in questa illusione che una soluzione militare sia possibile e risolutiva. Che lo pensi Putin non stupisce, che lo pensiamo “noi” lascia basiti…
L’allarme cresce… E a vederla in termini militari c’è davvero da rimanere basiti…
SEGNALAZIONE
Dalla pagina FB di Vincenzo Costa
Ipotesi sul futuro della guerra e il suo prossimo allargamento
Questo è un post che non si basa ne’ su ragionamenti induttivi ne’ deduttivi, ma su una sorta di logica abduttiva. Dunque altamente fallibile. Lo si può anche considerare un mero esercizio speculativo che cerca di immaginare in che modo può evolvere il conflitto.
1) sentiamo parlare di escalation e di “estensione” del conflitto, e da parte di capi di stato e di alti funzionari NATO. Ma il senso di queste parole non è chiaro. Non si allude alla guerra atomica. E allora a che cosa?
2) in primo luogo al tentativo di portare il conflitto dentro il territorio russo. E forse quando si parla di invio di armi, il cui contenuto è secretato dal copasir , si allude a ciò: armi che permetterebbero all’esercito ucraino di colpire il territorio russo. Va da se che i russi non si sa come risponderebbero. Ma certo non sarebbe una risposta leggera.
3) in secondo luogo, è ormai chiaro che l’esercito ucraino, benché rifornito a dismisura di armi, non è in grado di reggere l’urto della seconda fase della guerra;
4) interi battaglioni si arrendono dopo avere ricevuto ordini di resistenza che equivalgono al suicidio, iniziano proteste significative contro l’arruolamento obbligatorio, gli uomini cercano di sottrarsi, benché a rischio di finire fucilati per diserzione, le donne iniziano a dire basta alla guerra che porta via i loro figli e i loro mariti. La realtà non è esattamente quella fanatica che ci viene mostrata dai nostri media;
5) l’invio di mercenari (gente che combatte per soldi, non per ideali), resa necessaria da penuria di soldati, e l’invio di combattenti occidentali senza simboli di appartenenza agli eserciti di provenienza non è più sufficiente a fermare l’offensiva russa;
6) è notizia di oggi che l’esercito polacco sta praticamente mobilitando e che nessuna ripresa dei suoi movimenti mentre si sposta verso il confine con l’ucraina sarà consentita;
7) poiche l’esercito ucraino, per quanto supportato da uomini e mezzi occidentali, non è in grado di fermare i russi è possibile che una fase intermedia della guerra possa consistere NELL’INTERVENTO DI SINGOLI PAESI NATO, non come NATO. Ipotesi ovviamente speculativa.
8 ) ovviamente sarebbe un allargamento provvisorio, poiché creerebbe una situazione di cui nessuno può prevedere gli esiti, cioè le reazioni russe e cinesi, poiché ai cinesi è chiaro che se crolla la Russia poi tocca a loro, e senza l’ombrello nucleare di cui dispone la Russia.
Solo fantasie, che delineano scenari possibili, ma che darebbero senso a un insieme di indizi altrimenti indecifrabili
DA POLISCRITTURE 3 SU FACEBOOK
AL VOLO/ FRANCO BERARDI BIFO
Cosa avrei fatto se vivessi a Kiev
Anch’io mi sono chiesto: cosa farei se vivessi a Kiev. Per giorni questa domanda mi ha tormentato. Mio padre ha partecipato alla Resistenza italiana contro il fascismo, mi sono detto, dunque non sarebbe mio dovere sostenere la resistenza del popolo ucraino? Non dovrei combattere a favore dei valori che l’aggressione russa mette in pericolo?
Poi ho ricordato che mio padre non era un antifascista quando dovette scappare dalla caserma di Padova dove era soldato semplice. Non si era mai posto il problema, il fascismo era per lui un’ovvia condizione naturale, come per la grande maggioranza degli italiani. Quando l’esercito italiano si squagliò dopo l’8 settembre lui scappò come tanti altri, andò a trovare la famiglia a Bologna ma i suoi genitori erano scappati dalla città perché temevano i bombardamenti. Allora, con suo fratello, decise di fuggire verso le Marche, chissà perché. Trovarono un gruppo di altri sfollati, incontrarono dei partigiani e si intrupparono. Per difendere la sua vita divenne partigiano. Parlando con i partigiani gli parve che i più preparati e generosi fossero comunisti, e capì che i comunisti avevano una spiegazione per il passato e un progetto per il futuro, così divenne comunista.
Se io vivessi a Kiev e ci fosse qualcuno che mi spiega che debbo difendere il Mondo Libero, la Democrazia, i Valori dell’Occidente, tutte parole con l’iniziale maiuscola, diserterei. Ma forse deciderei di entrare nella resistenza per difendere la mia casa, i miei fratelli, tutte parole con la lettera minuscola.
Perciò non so rispondere quando mi chiedo se parteciperei alla resistenza ucraina, se sparerei sui soldati russi oppure no. Quello che so per certo è che le ragioni maiuscole per cui il Mondo Libero chiama gli ucraini alla resistenza sono false. E falsa è la retorica degli europei che incita a continuare lo spettacolo.
https://www.altraparolarivista.it/2022/04/27/il-precipizio-di-franco-berardi-bifo/?fbclid=IwAR3DchXjf77fv60BAUnZi2Y0ccLK5DOc8y3pvy9Z6Vgn3t2jmUZy7tFl6TE
Commenti:
Lina Giancaspero
Povera Ucraina!!! Di sicuro c’è che USA e Russia si combattono sulla sua terra. E chi muore è la povera gente…
Giorgio Majorino
Come il solito penso che e’dalla parte in cui vivi che determina, volenti o nolenti, la tua scelta. Siamo all’Ovest e quelli dell’Est, in questo momento sono i nemici. Non difendiamo i ns.valori come superiori(non facciamo altro che criticare il mondo occidentale!). Siamo qui e quindi Putin e’il nemico. Il problema come al solito non e’che si faccia dei bei referundum su quale parte(e guerra)dalla quale stare. La caratteristica del potere e’ la distanza dalla gente nella loro misera esistenza.
Mariella DE Santis
Ci facemmo le stesse domande per la guerra fratricida in Jugoslavia…che triste ritrovarle di nuovo qui, oggi
Ennio Abate
Autore
Amministratore
@ Giorgio Majorino e Mariella DE Santis
Sì, siamo “determinati” dalla parte in cui viviamo e ci facciamo “le stesse domande” che ci eravamo fatti ai tempi della guerra in Jugoslavia. Ma fino ad un certo punto. Non siamo tutti ciechi o muti o chiacchieroni. Dobbiamo farci sentire!
Cfr.
https://www.facebook.com/roberto.buffagni.35/posts/8355049911187913
Cfr.
https://www.facebook.com/stefano.azzara/posts/10224287298184699
Cfr.
https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=3188644028038170&id=100006778116561