di Ennio Abate
Non vorrei distrarre nessuno dall’analisi storica della tragedia in corso in Ucraina ma a me vengono sempre in mente ancora adesso le riflessioni pessimistiche ma lucide e ineludibili di un libro pubblicato nei lontanissimi anni ’90 di Wolfgang Sofsky, Saggio sulla violenza, Einaudi, Torino 1998, che se non ricordo male lessi su segnalazione di Cesare Cases su L’indice dei libri.
Ne voglio citare qui un passo del Cap. 1 Ordine e violenza, che riflette sul mito della nascita della società:”[Il mito] non narra soltanto dell’origine della società e della fondazione dello stato, ma del ciclo della civilizzazione, del ritorno all’inizio. Non raffigura la fine della violenza, bensì il mutare delle sue forme. Allo stato di natura seguono potere, tortura e persecuzione; l’ordine si compie nella rivolta, nel tripudio del massacro. La violenza rimane onnipresente: attraversa la storia del genere umano, dall’inizio alla fine. La violenza crea caos e l’ordine crea violenza. Questo dilemma è irrisolvibile. Fondato sulla paura della violenza, l’ordine stesso genera paura e violenza. Poiché le cose stanno in questi termini, il mito conosce la conclusione della storia.Cosa spinge gli uomini gli uni verso gli altri? La risposta è inequivocabile. La società non si basa su un irrefrenabile impulso alla socievolezza, né sulla necessità del lavoro. E’ l’esperienza della violenza che unisce gli uomini. La società è una misura preventiva di reciproca difesa. Mette fine alla condizione della libertà assoluta. Da questo momento in poi non è più tutto permesso. Il mito lavora secondo un modello essenziale. Non scomoda né l’economia né la psicologia. Non fa cenno all’avidità, alla proprietà e alla concorrenza, e nemmeno alla sete di gloria, alla cattiveria e all’aggressività. Esso si concentra esclusivamente sui fatti fisici e sociali, su regola e potere, su corpo e violenza. Se nessuna convenzione limita l’agire, gli abusi sono sempre possibili. La lotta per la sopravvivenza è inevitabile. Non è il fatto che ciascuno eserciti continuamente la violenza a caratterizzare uno stato di illegalità, piuttosto il fatto che in ogni momento sia possibile colpire, con o senza uno scopo. La guerra di ogni singolo contro l’altro non consiste in un infinito bagno di sangue, ma nella costante paura che esso avvenga. Origine e fondamento della socializzazione risiedono nella paura reciproca degli esseri umani. Per questo il mito parla non degli assassini, dell’oscura natura ferina degli uomini, bensì delle vittime, della loro esigenza di protezione e di incolumità. Tutti gli esseri umani sono uguali poiché tutti sono corpi. Necessitano di contratti, perché sono vulnerabili, perché nulla è per loro più temibile del dolore nei loro corpi. Si stringono l’uno all’altro per difendersi l’uno dall’altro. Si mantengono in vita stabilendo come sopportarsi a vicenda. La costituzione della società si fonda in ultima istanza sulla costituzione corporea dell’uomo come essere vivente”(pagg. 5-6)
Il rimando a Sofsky mi è venuto leggendo sulla pagina FB di Pierluigi Sullo questo suo articolo:
Esagero? Magari sì, ma la prossima volta che un telegiornale parla di un monastero in briciole, di una scuola bombardata, di una città ridotta a uno spettro bruciato, magari pensateci, solo per un momento, chiedetevi: cosa sta davvero facendo l’esercito russo in Ucraina?
Riporto anche le obiezioni venute da Brunello Mantelli e Pierluigi Sullo e le mie repliche:
Brunello Mantelli
Ennio Abate Sofsky è un sociologo. Gente bravissima a teorizzare, poco adusa però a riscontrare se i fatti son così gentili da adeguarsi alle loro teorie. A suo tempo sconsigliai (non solo io) Bollati Boringhieri dal tradurre L’ordine del terrore, il volume di Sofsky sui KL, suggerendo invece I campi di concentramento dal 1896 a oggi. Storia, funzioni, tipologia, di Andrzej J. Kaminski. Suggerimento accolto (il libro lo tradussi poi in parte io).
Pierluigi Sullo
Sto giusto leggendo un libro, “L’origine di tutto”, scritto da David Graeber insieme a un altro, che per l’appunto rovescia questa impostazione (questo incubo), per cui gli esseri umani sono carnivori che solo una frusta può tenere a bada. Ma qui stiamo partendo per la tangente. Non credo che l’Ucraina si spieghi con il fatto che Putin è un vampiro, discendente di Vlad l’Impalatore.…
Brunello Mantelli
Pierluigi Sullo ai sociologi mica servono le fonti…
Ennio Abate
Pierluigi Sullo Di Graeber ha parlato con entusiasmo Paolo di Marco su Poliscritture: https://www.poliscritture.it/2021/12/07/lerrore-di-rousseau/
Io resto un po’ scettico. Ma sarebbe buona cosa mettere a confronto le varie letture.No, non parto per la tangente. Era uno spunto “laterale”. Mi fermo qui.…
Ennio Abate
Brunello Mantelli Io lessi proprio quel libro di Sofsky non altri e anche con molte riserve ( neppure adesso tutte sciolte). Lo trovo, però, ancora importante. Analizza la fenomenologia della violenza per temi (arma, tortura, spettatori, esecuzione, combattimento, caccia e fuga, massacro, distruzione delle cose) e dà un quadro niente affatto edulcorato dei processi di civilizzazione. Certo, non vede vie d’uscita: “Nessun stato è mai nato da una convenzione o da un contratto. La loro fondazione è stata per lo più accompagnata da atti di violenza e assoggettamento in massa. Il monopolio della violenza si è affermato attraverso lacrime e sangue. Gli uomini non si sono mai radunati in un’assemblea che potesse liberarli dalla paura e dalla disperazione. Erano vittime e tali sono rimasti, poiché neanche i tempi precedenti e successivi al potere sono esenti dalla violenza” (pag.18).
Se mi guardo attorno – Ucraina in primo piano ma… ovunque il guardo io giro… -, riflettendoci, almeno una certa chiacchiera me la tolgo di dosso.
Brunello Mantelli
Fonti zero assoluto. Comme d’abitude. Il piccolo problema della divisione del plusprodotto in regime di scarsità mica se lo pone. Sociologo…
Brunello Mantelli Non so se tu hai letto questo libro di Sofsky. Ad ogni conclusione di capitolo ci sono delle note che rimandano ad autori su cui – suppongo io – poggiano le sue “teorizzazioni”. A me è parso uno studioso serio. Mi basta. Poi gli accademici lo potranno strapazzare con migliori argomenti. Ma a me non pare liquidabile in quanto *sociologo*. La sociologia ha un suo statuto e una sua funzione. Con punti di convergenza o divergenza rispetto ad altre discipline.
Brunello Mantelli
Ennio Abate il solito libro fatto di libri. Per inciso l’autore è un accademico, mica uno straccivendolo. La sociologia ha certamente un suo statuto. Solo che antepone le teorie all’analisi di was ist eigentlich gewesen. Tutto lì. Il KL descritto da Sofsky nell’altro libro che citavo non c’entrava nulla con i KL veri, esattamente come l’Auschwitz di Agamben nulla c’entra con la Auschwitz vera.
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La foto di copertina è ripresa dalla pagina FB di Pierluigi Sullo