18 luglio 2022. In occasione del decimo anniversario della morte di Robert Kurz
(Dalla pagina FB di Franco Senia (qui)
a cura di Ennio Abate
1. L’interpretazione di Kurz «Chi non vuole cogliere e combattere la totalità capitalista ha già perso la sua battaglia». E la sua conclusione? «Senza teoria rivoluzionaria, non c’è movimento rivoluzionario»! Con Marx, quindi egli sottolinea «l’importanza della riflessione teorica»: «Marx ha giustamente sottolineato che un autentico rivolgimento rivoluzionario progredisce solo nella misura in cui i suoi inizi e le sue fasi di passaggio vengono criticati, e questo in modo spietato, al fine di superarli e spingerli così oltre le loro mezze misure, le loro conclusioni errate e le loro aberrazioni»
2. «L’attuale compito, storicamente attuale, è la preparazione teorica e pratica di una rivoluzione che liquidi il valore, e pertanto il denaro. Tutto il resto è solo paccottiglia teorica e ideologica. La bomba vera e propria – in quanto nucleo dell’opera di Marx, la sua esplosiva eredità per il futuro – deve ancora essere innescata».
3. […] L’accumulo di “lavoro morto” sotto forma di capitale, rappresentato come denaro, è l’unico “senso” che il moderno sistema di produzione di merci conosce». (Gruppo Krisis, Manifest gegen die Arbeit, pagg. 9-10.)
Tutto vero, verissimo. Non so più di quale verità se… tutto quello che vediamo e sappiamo.
Le grandi utopie, come il cristianesimo, hanno scalfito l’umano orrore: eppure attraverso un crocefisso!
Se c’è una speranza di “civilizzazione” (che vuol dire? Tutti cives, cittadini?) occorre lavorare come formiche, insieme e con divisione dei compiti (il che non è avvenuto). Invece ognuno fa la sua parte, se si ha una visione del tutto.