Fantastica in esercizio
di Filippo Nibbi
I giochi di fantastica in esercizio di Filippo Nibbi sono uno sport fuori da ogni retorica. Si può giocare con tutto, senza mai adeguarsi al pensiero dominante nel trattare gli argomenti. Ne è un esempio questo LA FIGLIA DELLA LUPA, testo che ripudia la guerra fatta in nome della MADRE PATRIA. (A.A.)La prima guerra mondiale inizierà il 28 luglio 1914. L’Italia entra in guerra il 24 Maggio 1915. L’Austria inizialmente unita all’Italia acquista mitragliatrici FIAT 14, le migliori! Passando dalla Triplice all’Intesa, le stesse mitragliatrici falceranno per due anni i soldati italiani. La FIAT14, mitragliatrice italiana, sparava imparziale su Austriaci e Italiani … Sparando cantava:
Io sono la guerra
Io sono il campo di battaglia
Il cannone che disintegra e il palazzo disintegrato
Il cecchino che ammazza e il nemico ammazzato
Dentro di me si spara
Nessuna porta per fuggire
Da anni per vivere fingo di essere morta”
MADRE PATRIA
A mia madre?
Non credo al nostro Grande Aggancio, non credo al legame della mia vita con la tua / non credo ai nostri due metalli fusi insieme, a quello che all’anagrafe ci lega. Non credo che ci sia un nesso tra il tuo travaglio e il mio. Tra il tuo partorire lo stesso giorno del mio apparire al mondo. Tu lavagna nera, io nome scritto in bianco con il gesso. Non ci ho creduto allora, cieca larva, e non ci credo adesso, cieca e vecchia. Siamo state due ladre. Di noi stesse ladre. Non credo al nostro essere madre e figlia, figlia e madre. Troppe distanze, troppe lontananze. Te lo ripeto: non credo al nostro nesso. A questo nostro strangolarci addosso. A questa catena di piombo che ci sta tirando in acque marce / Credo di essere nata altrove. Forse modellata nella creta, forse spuntata o sbocciata, forse ago di pineta. Forse pigolante in buie cove, forse esplosa, o scia di temporale, strato di roccia, scricchiolio di ramo calpestato, forse goccia. O addensata per umido fenomeno, forse nuvola, o scesa con la sera. Forse filata da bava di conchiglia. Certo non figlia.
Sempre divise: una di qua, l’altra al di là dell’orizzonte. Tu padrona delle chiavi della mia galera, io sospesa nella mia Io-no-sfera. Io non sono tua, tu non sei mai stata mia. Niente madre. Levati la d: se proprio sono figlia, se mi lascio catturare, allora mi ha partorito il mare.
un testo altamente poetico…l’intento dell’autore è quello di spezzare il nesso criminale tra MADRE e PATRIA, creato ad arte e condito di molta retorica strappalacrime, da chi, per fini di potere, ci vuole tutti carne da macello con amore…La voce svelante e cangiante ci parla del suo sentire, libera da condizionamenti e dal genere e dalla specie piu’ diverse..”…Forse modellata nella creta, forse spuntata o sbocciata, forse ago di pineta. Forse pigolante in buie cove, forse esplosa, o scia di temporale, strato di roccia, scricchiolio di ramo calpestato, forse goccia…”
Poi tutto si ripete, mi sono venuti in mente alcuni esempi recenti di abuso di sentimenti ai fini del potere: il pranzo organizzato al Cremlino per le madri degli “eroi” di guerra, chissà se sarà stato possibile declinare l’invito…oppure, sull’altro fronte della guerra in Ucraina, la sollecitazione a continuare la guerra per la MADRE PATRIA sino alla “vittoria”, occorre “solo” resistere un altro inverno…Ringrazio Filippo-a Nibbi
La FIAT14 canta la sua imparzialità, madre metallica di figlia metallica, pietra-gesso bianco su pietra-lavagna nera, ladre di sé esse stesse.
Oppure, ripudiando il piombo, statuetta fittile, fiore, foglia-ago, scia, vapore condensato, goccia… dal mare.
Che libertà, Filippo Nibbi!