di Pasquale Balestriere
VISIONE (In assistenza, durante un compito in classe) È morto secco il pino, senza scampo, irto stocco contro il cielo, bagnato d’assurdo sole, perché marzo porta, si sa, talvolta buone e confidenti novelle sul tempo. Intorno ruggisce un verde trambusto d’odori: e assedia il rosso di una casa su pendici d’aranci garruli e limoni. Forte resta comunque il segno della morte in questo giorno, se ti guardi intorno. E irrevocata torna la presenza cupa che infante ti turbava: nera signora d’ossa e falci e occhiaie vuote. Passa sul vivo collo dei ragazzi curvi sul banco, va per ogni dove, poi rapida svanisce sui terrazzi e cerca preda altrove. DOMANDA, D’ESTATE Quando saremo nomi e nient’altro, e del sangue che insorge nelle vene insieme a questo sole si sarà spenta l’eco, quando sarà per sempre morta la primavera e del nostro passaggio nella vita avrà fatto giustizia un fiero vento, non sarà dolce all’anima vagante la pietà d’un ricordo? Qui intanto si consuma l’estate e i falchi lanciano al cielo mille sfide di gridi e voli. VENTO DI TERRA A Rosa che torna a casa Percuotono i tuoi passi le selci del ritorno, entrano calmi e lieti dall’aperta finestra. Li ascolto dalla quiete dei miei libri. Se peso questo vento di terra detto vita, traduco: precarie incarnazioni, numeri transitori siamo e dunque rumori passeggeri, dispersi di Campania (in)felice (Italia, Europa o Terra) ma uniti da casuali e concordi rituali. E tuttavia fidenti per quel sorso di sole che ci ubriaca la mente e ci carezza il cuore. IL SOGNO DEL NATALE Era il presepe il sogno del Natale in anni verdi, quando a dare gioia bastava un pugno di nocciole in tasca per giocarci a castello e il pensiero del dolce a fine pranzo. E mentre in chiesa profumi si spandevano d’incenso e riempivano vuoti di navate scoppi acuti di voci di tenori e onde ampie di bassi, Cristo nasceva nella sua culletta (un bel cestino di soffice paglia) si rinnovava della fede il mito che oggi invece è rito e commuoveva cuori di bambini. (Ma questa è storia di Natali persi così diversi che ora a stento vivono nei versi.) I VOLTI DELLA VITA πάντα ῥεῖ ὡς ποταμός Tutto scorre come un fiume (aforisma attribuito a Eraclito) (A me stesso, sfogliando un album fotografico) Quanti vólti sei stato nella vita, quante forme, persone e che pensieri? Il fitto scrigno d’un album fotografico rivela frammenti ben aguzzi per il cuore, fragili troppo al vento di memoria. Ma tutto scorre, tutto muta, e del biondo sottile fanciullino di due anni nulla rimane oltre un’orma sfinita. Perché stupisci, spirito ribelle, dell’età così lunga consumata in questo corpo se numerose volte la clessidra degli anni hai ribaltata e ormai la sabbia sempre più fine corre più veloce? Intanto scioglie le sue membra il tempo e dolce dorme su quei vólti dove pur manifesta i suoi precari nessi, le non congrue giunture; e tuttavia incide corpo e cuore e lascia segni, deposita scorie in questo passo che chiamiamo vita. Ma tu segui il cammino e guarda al sole, al capovolto giardino del cielo, dove la notte fiorisce di luci d’argento, al saggio fiume di sé pago che stringe la sua vita in corse d’acqua. Tu guarda al raggio che ti piove in petto.
Nota biobibliografica
Pasquale Balestriere è nato a Barano d’Ischia (NA) nel 1945. Laureato in lettere ad indirizzo classico all’Università Federico II di Napoli con una tesi sull’Orfismo, ha poi insegnato discipline
letterarie negli istituti superiori. I suoi interessi culturali e artistici sono stati, nel corso del tempo, vari e molteplici, con particolare predilezione, fin dalla fanciullezza, per la poesia. Così, oltre a racconti, articoli e saggi, soprattutto di argomento letterario, pubblicati su giornali, riviste e blog, ha dato alle stampe varie raccolte di liriche: E il dolore con noi, Avellino, 1979; Effemeridi pitecusane, Ischia (NA), 1994; Prove d’amore e di poesia, Roma, 2007; Del padre, del vino, Pisa, 2009; Quando passaggi di comete, Torino, 2010; Il sogno della luce, Castel di Judica (CT), 2011, Oltrefrontiera, Fondi (LT), 2015. Sempre di poesia, con Carla Baroni ha pubblicato in edizione italo-spagnola E a te rispondo , Siviglia, 2021; e con Carla Baroni, Nazario Pardini, Umberto Vicaretti, Alma Poesia- Verso la luce, Marano Principato (CS), 2019. È presente in vari repertori e dizionari di poeti e scrittori italiani e in parecchi volumi antologici. Per la saggistica ha pubblicato Assaggi critici (Genesi, Torino, 2018). L’attività di scrittura gli ha consentito di ottenere vari prestigiosi riconoscimenti e numerosi primi premi in concorsi letterari. Studioso di dialetto, usi e costumi della sua isola, ha prodotto ampio materiale che attende definitiva sistemazione e pubblicazione. Membro di commissioni giudicatrici in premi letterari, partecipa ad attività e dibattiti culturali con relazioni, conferenze, presentazioni di libri, recensioni, prefazioni, collaborazioni di vario tipo con giornali e riviste, blog ecc. Le sue pubblicazioni sono state sempre accolte con favore dal mondo della critica letteraria. Anche per questo nel 2015
l’Università Pontificia Salesiana di Roma gli ha assegnata la Laurea Apollinaris Poetica, vera e propria laurea in poesia. È inserito nel sito ufficiale di Italian Poetry. Alla sua poesia è stato dedicato il n. 68 di Lettera in versi (Bombacarta) e un cospicuo numero di note critiche ospitate in libri, giornali e riviste, siti, blog.
Alcune immagini molto belle “Se peso/questo vento di terra/detto vita”; “capovolto giardino del cielo,/dove la notte fiorisce di luci/d’argento”: su tutto scorre la morte “la presenza cupa” e il tempo suo paredro, colmo del “vivo collo dei ragazzi”, dei falchi con “sfide/di gridi e voli”, che dorme sui volti giovani del passato, ma, come la morte, “pur manifesta i suoi precari nessi, le non congrue giunture” e le spiana la via “quando … del nostro passaggio/nella vita avrà fatto/giustizia un fiero vento”.
Ringrazio Ennio Abate, sempre gentile, per avermi ospitato e Cristiana Fischer per la nota prodotta. Ancora grazie a entrambi.