di Donato Salzarulo
Ho conosciuto mamma Lucia – come fin dall’inizio mi è venuto naturale chiamarla – nel settembre del 1967, quando sposai Giuseppina, la sua seconda figlia.
Emigrata in Svizzera nel 1963, dopo il nostro matrimonio, ritornò lì e noi l’accompagnammo. Fu il mio primo viaggio all’estero. Conobbi Mels, Sargans, Bad Ragaz…la terra di Heidi. Soprattutto conobbi la Stoffel, la fabbrica di stoffe dove mamma Lucia lavorava. E la vidi fare avanti e indietro fra telai e spolette, attenta a non respirare polvere. Mi mostrò anche il luogo dell’incidente stradale che, nel luglio del 1964, costò la vita al marito Giovanni. Conobbi anche altri bisaccesi ed altri italiani e toccai con mano quanta fatica e sudore costava ai nostri connazionali (meridionali, soprattutto) quell’andare per terre straniere a guadagnarsi da vivere.
In quei giorni feci la scoperta di una mamma Lucia sveglia, vivace, vitale; una donna rimasta vedova a 36 anni con tre figli che affrontava con coraggio e determinazione la situazione. Una donna curiosa e intelligente che, pur non avendo completato neanche la scuola elementare – come molte donne della sua età -, parlava la lingua del luogo, il tedesco, abbastanza bene. Comunque, in una maniera soddisfacente per comprendere e farsi comprendere. In una quindicina di giorni io imparai a dire soltanto “Grüezi” e “Guten Morgen”.
Tra di noi si instaurò subito un buon rapporto. Eravamo nati nello stesso mese!…E questo buon rapporto è durato per sempre, fino a questi suoi ultimi giorni. Mi voleva bene come si può voler bene ad un figlio. Lei esagerava e diceva che mi voleva bene “meglio di un figlio”.
Dopo quel mio primo viaggio, molte altre volte sono tornato in quella vallata, tra quelle montagne.
Finché, a 50 anni abbondanti, tornò a Bisaccia in Via Cavallo, in una delle due casette che coi suoi risparmi era riuscita ad acquistare. Ecco un altro tratto indimenticabile di mamma Lucia: era una grande risparmiatrice, contraria a qualsiasi consumo superfluo. “Aveva conosciuto la miseria” diceva sempre, e comprava stoffe, vestiti a poco prezzo che cuciva o riadattava. Una maglia logora non era da buttare, ma da disfare e ricavarne il filo per tessere mantelle o coperte multicolori. Amava l’eleganza, quella semplice e sobria. Amava anche la cucina, la buona cucina, quella tradizionale; ma siccome aveva vissuto per anni fuori Bisaccia, era aperta alle cucine straniere. Amava ballare, viaggiare, girare, scoprire luoghi nuovi…
Mamma Lucia ha vissuto nelle case dei figli per molto tempo. L’ha fatto sempre con discrezione, ligia al proverbio del “non mettere il dito tra moglie e marito”. Era felice se la coppia era felice.
In casa nostra è stata per molti anni una presenza amata e rispettata. Ha visto crescere nipoti e pronipoti. Li ha aiutati a crescere. Ha conosciuto non solo familiari, ma anche amici ed amiche. Ci ha voluto bene e le abbiamo voluto bene. Con lei se ne va via una parte essenziale del nostro mondo. Finché vivremo, non la dimenticheremo. Continueremo a volerle bene. Buon viaggio, mamma Lucia, e che ti sia lieve la terra.
Condoglianze a tutta la famiglia..
un pensiero semplice, ma non mesto: Mamma Lucia ne rivive la sua storia di donna del sud “sveglia, vivace, vitale” emblematica di molte altre donne forti e determinate a portare avanti le scelte e gli impegni presi verso la vita, costassero sacrifici, migrazione e lutti…ma anche curiosa e aperta ad esperienze nuove. Vicinanza e stima a Donato e a tutta la famiglia…
“…toccai con mano quanta fatica e sudore costava ai nostri (meridionali, soprattutto) quell’andare per terre straniere e guadagnarsi da vivere” (Donato Salzarulo)…Dal dopoguerra sino agli anni citati da Donato, in particolare, la migrazione dev’essere stata particolarmente pesante per gli italiani e non solo per le condizioni di lavoro, anche per i veti nei confronti delle famiglie e la difficile integrazione. Un mio nipote ha scelto per la maturità di stendere una tesi sull’argomento, essendo anche lui residente n Svizzera, ma di origine italiana…L’ha già discussa- cosi’ si usa nel Vaud, cioè prima degli esami veri e propri- e mi è sembrata interessante e persino choccante…
Che lunga storia ha prodotto mamma Lucia? Orgoglio, intelligenza, apertura, i valori intimi della gente del popolo. Lo sappia “il populismo” d’accatto come si forma la consistenza di un popolo!