di Marisa Salabelle
Da qualche anno faccio parte del movimento PaxChristi e in particolare del “Punto pace” di Pistoia. Non sono credente, ma sono cresciuta in ambiente cattolico e al mondo cattolico sono rimasta in parte legata; PaxChristi è un movimento non clericale, aperto al mondo laico e alle altre religioni; d’altra parte, di questi tempi, una delle poche voci che si alzano chiare e nette contro la guerra è quella di papa Francesco.
Siamo un piccolo gruppo di donne e uomini ben oltre la mezza età e non è molto ciò che siamo in grado di fare: tuttavia nel corso di questi anni abbiamo aderito a diverse campagne lanciate dalla Rete Italiana Pace e Disarmo e in questo momento stiamo organizzando, in collaborazione con una ventina di associazioni attive nel nostro territorio, dall’Anpi all’Arci, allo scoutismo cattolico e laico, a Libera e altre ancora, una fiaccolata per la pace in occasione del primo anniversario dell’invasione dell’Ucraina, sotto l’insegna di Europe for Peace.
Non è facile parlare di pace di questi tempi. Non è facile perché siamo assediati da una propaganda bellicista sempre più invadente, perché l’informazione ci sommerge con notizie contraddittorie di cui non siamo in grado di misurare la veridicità, perché sembra che l’unico pensiero accettabile e accettato sia quello che valorizza concetti ed espressioni quali “nemico”, “armi”, “combattere”, “vittoria”. La guerra sembra camminare ormai con le sue gambe, in una spirale che non pare in grado di fermarsi. Sebbene i sondaggi dicano che più della metà degli italiani sono contrari all’invio di armi in Ucraina, parlando con le persone o commentando sui social si percepisce una sorta di pensiero unico che non lascia spazio ad alternative. “C’è un aggressore e c’è un aggredito”: questo slogan ci è stato propinato con tanta insistenza da trasformarsi in Verbo. E se è innegabile che la Russia abbia invaso l’Ucraina, solo il provare a ragionare sulle cause e sugli antefatti pare bestemmia; se la Russia è senza dubbio un Paese dominato da un’autocrazia violenta e liberticida, la leggenda della piccola Ucraina libera e democratica è quanto meno azzardata… per non parlare del sacro Occidente e dei suoi “valori”.
La Nato ha i suoi obiettivi, l’Europa si accoda in maniera acritica, l’Italia si leva come un sol uomo rinnegando il tanto lodato articolo 11 della Costituzione. Sembra quasi che non ci rendiamo conto che il nostro Paese, che ospita tante basi militari, tanto aerei F35 e tante testate nucleari, è destinato ad essere tra i più coinvolti se l’escalation dovesse portarci a situazioni sempre più drammatiche.
Nessuno tra gli attori in campo sembra interessato ad aprire serie trattative: non certo la Russia né gli Stati Uniti, non l’Unione Europea, né l’Ucraina, che aspira alla vittoria sul campo. Intanto si parla del possibile uso di armi nucleari “tattiche” come se fosse diventata una cosa normale. Tra crisi climatica, guerre (che non c’è solo l’Ucraina!), povertà e malattie, l’umanità sembra andare dritta verso il suo autoannientamento, come fosse su una china ormai irreversibile.
C’è una spirale guerresca che appare inarrestabile, oltre che crescente; anche la storia dei palloni spia cinesi, di cui qui ho mostrato la vacuità, incontra negli USA una reazione bellicista acritica e becera, tanto più significativa apparendo su un giornale (per loro) moderato come il NYT. Ed è chiaro che la cosa è fomentata ad arte.
Ormai non ci sono più remore di alcun tipo, a partire dalla quota di ricchezza accentrata nelle mani di una percentuale infima della popolazione mondiale fino al mostrare i muscoli guerreschi senza paura di andare al di là dell’abisso. È partito tutto dagli USA, prima con le 3 torri gemelle e l’attacco alle rotte del petrolio in Afghanistan e Medio Oriente, poi col famoso 94 in Ucraina (con Biden vicepresidente e il figlio speculatore), ma quella che pareva un’Europa più cinica e saggia si è sfaldata come burro al sole, mostrando come la libertà ed indipendenza precedente era solo una veste di lustrini sopra un dominio USA mai diminuito.
Concordo col fatto che il papa sia una delle poche voci sane dell’oggi, ma credo anche sia necessario dire con chiarezza chi sia oggi il Grande Diavolo.
i pensieri esposti da Marisa Salabelle sulle guerre nel mondo, sulla guerra in corso in Ucraina mi paiono tuttaltro che disordinati, piuttosto di una linearità, trasparenza e logica da renderli assolutamente condivisibili, se appena abbiamo a cuore la vita, senza distinzione di territori e di frontiere, oltre il gioco al massacro deciso da potenti …eppure cio’ che mi colpisce maggiormente è il gran numero di persone, la gente come me, rimasta vittima di una sorta di sortilegio, una remissività davanti all’impensabile, una rassegnazione…mi chiedo: è perchè in troppi l’idea dell’estinzione dell’essere umano e del pianeta resta un’idea solo virtuale…oppure il pifferaio che ci porta verso il baratro, passo dopo passo, e noi come pecore seguiamo, cullati da un suono rassicurante e ipnotico…Non sono solo le basi NATO ci incatenano, anche una “cultura” assimilata, modelli proposti e riproposti…e anche ora che scricchilano ancora piu’ pesantemente e immoralmente, sembriamo presi dalla sindrome di Stoccolma…
Hai ragione Annamaria, anch’io mi sento come te. Siamo schiavi di una mentalità, di una cultura dalla quale non riusciamo a liberarci. Lo sono i potenti, quelli che comandano, che proprio non riescono a pensare a un modello di società alternativo, ma lo siamo anche noi persone comuni. Penso che si sarebbero dovute mettere in campo alternative drastiche già da molti anni, che il treno sia ormai passato, e che stiamo discendendo giù per una china forse irreversibile. Ma mi dispiace essere così pessimista…