Cucina

di Cristiana Fischer

Il nostro mangiare moderato
a pranzo e cena
(in intervalli merende e aperitivi)
senza ingrassare ma con cibi magri
sani e controllati, gusto certo
e purificazione di sostanze.
Quel nostro mangiare ci mantiene
beati e nutriti a sufficienza – senza
esagerare – in circostanze
di lotta di classe non estrema, chi teme
la fame qui da noi? Non c'è forse
cibo per tutti?
La moderazione come strategia
di accoglimento e integrazione
non vogliamo respingere ma accogliere
in salute senza esagerare
quelli che arrivano e si vogliono integrare. 
Basta non pretendano abbuffarsi
di una ricchezza che amministriamo
responsabilmente senza accrescere
di peso e grasso i dominati, in nome
di salute spiritualcorporale. 
 
I denti una corona
ferma e forte nonostante
i buchi le aperture le finestre. 
La guerra del cibo con i denti:
sterilizzare le aperture
opporre al nemico le entrature
nutrirmi e rinforzare il chiostro
con mastici di resistenza e apparati
posticci che fronteggiano
l'attacco agli organismi interni
deboli di consistenza.
Attacchi infami del cibo
che assale l'infinita storia
di nutrirsi dei corpi rapinosi. Tanto è
sopravvivere nel mondo.
 
  
Io mangio e i denti che mancano
spostano lo sforzo sugli altri
che rimangono e si guasteranno.
Finirò con pappette gustose
senza costate croste di gamberi e marmellate
senza mandorle zucchero e canditi
perché anche quelli
esigono masticazioni forti.
La dentiera prossima e ventura
si baserà sui pochi denti restanti
per i buchi un apparato temporaneo
più duraturo di ossa e dentina
finché il corpo vive e divora
e preleva senza pudore
da irraggiungibili affamati aggrappati
alla illusa speranza di condividere
il mio pranzo e la cena con loro. 
 
  
C'è uno scambio soprannominato
metabolismo che è appunto scambio (metabolé)
tra il nutrimento che ci assiste in vita
e i rifiuti che il corpo non assimila.
Capire capire ascoltare
quasi tutti, questo so fare
come vecchia europea
prima di morire.
E la sorte certa a molti pare.
Forse sono troppi a rinunciare
a essere gli antichi predatori
attori e alfieri di ricchezze enormi
e di progressi umani in quell'incrocio
tra spiriti e corpi grassi e tronfi
(oggi che tutti alla magrezza aspirano)
ipocriti mortali che nel grasso
respirano e riposano
sempre più difficoltosamente.
 
  
Basta smetto di dire
a cosa serve una vecchia
anche ricca di memoria?
Non sapete che farvene di noi
che pure siamo vivi e gaudenti
in questa vita: una volta la morte
spalancava un futuro infinito
ma l'incredulità ci restringe
al sopravvivere fin che resistenza
fisica ci stringe. L'amore la vita
i piaceri fisici e mentali, tanto è che i mali
del vivere ammalia e circoscrive.
Siamo umani terreni e finiti
vogliamo sopravvivere finché
il corpo curato lo permette.
Siamo otto miliardi tendenti
a dieci in breve tempo:
qui si vive e si gode, del dio
non si cura nessuno, natura
infinita e crudele nella mente
a volte ci limita e l'intelligenza
dei desideri confonde: incongruenza
emerge sempre in fondo
ma non esistono risposte. 

2 pensieri su “Cucina

  1. …non alla prima lettura, ma dopo diverse, il poemetto mi è apparso una notevole ballata e opera tragicomica…l’autrice si sdoppia osservandosi e osservando: “Capire capire, ascoltare/ quasi tutti questo so/ fare/come vecchia europea/ prima di morire.”
    A ciascuno la sua tragedia, sembra dirci con sarcasmo sottile :
    da una parte, nel vecchio continenete e in età avanzata : vitale “La guerra del cibo con i denti”, si intende ben curati per sopravvivere e continuare a godere di piaceri, vita, amore prima di morire: “E la sorte certa a molti/ pare.”(certa o pare? L’illusione di eternità sopravvive?)..In quanto ali’accoglimento e all’integrazione : “…non vogliamo respingere/ ma accogliere/ in salute senza esagerare/ quelli che arrivano/ e si vogliono integrare…” Insomma che rispettino “la dieta” come facciamo noi in corpi snelli, come dire: patite pure la fame, vi terrà in linea!
    dall’altra, la moltitudine di chi fa la fila alla mensa dei poveri (nuove e vecchie povertà) vede i crucci dei benestanti invecchiati da un’altra prospettiva : “…il corpo vive e /divora/ e preleva senza pudore/ da irraggiungibili/ affamati aggrappati/alla illusoria speranza di/ condividere /il mio pranzo e la cena /con loro.” Vede i nostri corpi “predatori”…
    grazie Cristiana, giusta critica …anche se ben piu’ in alto stanno i predatori con le dentiere d’oro…

  2. Grazie Annamaria, a guardare dal basso, dal cibo di tutti i giorni, somiglianze e differenze si impongono, ma soprattutto, mangiare e cucina sono cultura: si mangia per mantenere la salute come fossimo quasi-immortali, intanto il corpo si disfà, quindi… Mangiare come vita rosicchiata dalla morte. Buffo, no?

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