Proprie accussì. Ere sempe chillu cacacazz’e e l’Imperatore Enrico IV ca o minacciave n’ata vote. Allore o Guiscarde ricette ao figlie Boemonde: Piensece tu a cuntinuà a guerre, io torne in Italia pe tirà fore o Pape rae guaie. E accussì sbarcaie a Otrante e arrivaie a Rome ca ere assediate ra e tedesch’e. Ce trasette a maggie 1084 cu n’esercite e seimile cavaliere e trentamile surdate a piere e facetta na strage. Tiraie fore o Papa, ca s’ere asserragliate a Castelsantangelo e so purtaie a Salierne, ca Rome ere distrutte.
( da A principesse Sichegaite, qui)
Tutte le figure in movimento da sinistra a destra. Due campi di colore separati, con figurine pallide di sfondo. Il bianco pastoso dà rilievo alle figure quasi statuario, cosa impossibile perchè il vento che le porta indetermina le forme. Mito e passato si incrociano a ritagliare immagini di una precisione da sogno, in una coerenza di precisione e tagli senza ragione.
ho trovato molto simpatico il dialogo in dialetto salernitano tra l’autore e se stesso bambino, a cui viene raccontata la storia dei luoghi della propria infanzia, il Sud intorno all’anno Mille. Una Storia di potere, di guerre, di lotte tra popoli conquistatori: saraceni, bizantini, longobardi, Normanni, eserciti imperiali e papali: la storia dei signori raccontata attraverso la voce dei cronisti e delle fonti storiche e, nello stesso tempo, con tinte da leggenda…A renderla tale, cioè leggendaria, le figure del cavaliere normanno Guiscarde, valoroso guerriero e conquistatore spietato, rappresentato nella tavola pittorica di Tabeo Nineo e la straordinaria principesse Sichelgaite, bella colta e astuta donna di potere, rappresentata nella scultura di Nicola Di Bartolomeo da Foggia. Un incontro, tra i due, fortunato, forse “un colpo di fulmine” ma anche un matrimonio ben ponderato.
C’è molto movimento nella rappresentazione del cavaliere, che campeggia al centro tra paggi e soldati ma con uno sfondo di ambiente contadino, come il Sud di sempre. A colpirmi sono i colori vari e variegati, come quelli del granito, come sculture in movimento