Morte di Tronti, Lenin e quello che manca oggi

 Mio commento all’articolo di Sergio Fontegher Bologna

” Non ricorda tutto questo il suo editoriale nel primo numero di “Classe Operaia” (1964) “Lenin in Inghilterra”?”( Bologna)

No, Tronti allora aveva ancora in mente Lenin. E nel ’68 l’avevano ancora in mente anche Fortini [1] e i dirigenti dei gruppi “extraparlamentari”. Purtroppo, però, non ne abbiamo avuto uno (nemmeno in sedicesimo) né in Inghilterra, come diceva “il padre dell’operaismo” [Tronti] né in Italia nel ’68-’69. E tantomeno l’abbiamo oggi.

Nota

[1] Quando, polemizzando con Elvio Fachinelli , portava l’esempio del marinaio di guardia al ponte , che nell’Ottobre del 1917 aveva respinto «senza tanti argomenti tutto un secolo di ideologia democratico-borghese nelle persone del Consiglio municipale di Pietrogrado in corteo patriottico verso il Palazzo d’inverno […] perché (ma è tutto) a due chilometri di distanza sta lavorando il cervello di Lenin che direttamente o indirettamente lo ispira (e se ne ispira)».

(Il dissenso e l’Autorità, n. 34 di Quaderni piacentini)

* L’articolo di Sergio Fontegher Bologna si legge qui

 

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