Lynda

 

di Raffaella Ferraiolo Depero

Voglio ricordare pubblicamente la mia amica Lynda Myles. Per me è stata un  bellissimo regalo ricevuto quando, a 66 anni, non mi sarei mai più aspettata di cominciare una nuova vera amicizia.
Ci siamo conosciute frequentando assieme una palestra; ed è stato amore a prima vista. Ero stata colpita dal suo humor, dalla sua allegria, dalla sua empatia e dalla sua bellezza.  Lynda aveva 74 anni ed era ancora bellissima, di una bellezza che irradiava dall’interno e traspariva dai suoi occhi.

Devo aver letto da qualche parte che, affinchè un’amicizia duri, ha bisogno di quotidianità. E le nostre classi di ginnastica si tenevano tutti i giorni. Dopo la gym, Lynda ed io andavamo spesso a mangiare un panino insieme. Abitavamo molto vicine e il nostro quartiere è come un paese, incontri tutti: al bar, dal salumiere, per strada.
Dopo una settimana dall’inizio della nostra conoscenza, lei mi disse  che solo pochi mesi prima aveva perso la sua unica figlia. Si chiamava Hallie ed aveva  solo 40 anni. Era morta perché, a causa del suo Dense Breast (tessuto del seno inspessito). il suo  tumore  non  le era stato individuato  dal normale esame.
Lynda era capace di ridere e di essere sempre allegra,  nonostante avesse dentro il dolore più grande che esista al mondo. E per questo la mia ammirazione per lei crebbe ancora di più.
A quel tempo, con enorme fatica emozionale e fisica, Lynda stava finendo due documentary, che Hallie aveva cominciato ma non aveva avuto il tempo di finire.  Era un tributo che Lynda sentiva di dovere a sua figlia.  Li ho visti e ho trovato che entrambi sono molto belli. Il primo è Happygram, proprio sul problema del Dense Breast ed è  disponibile su Prime-video. L’altro è 3000 Faces su Jan Leighton, padre di Hallie e primo marito di Lynda, che aveva ricoperto  in vari spots televisivi piu di 3000 ruoli, da Einstein a Leonardo Da Vinci.[1]
Nonostante avesse una famiglia allargata, Lynda è stata sempre felice di venire a casa nostra alle feste del Ringraziamento, ai Natali, ai compleanni. In breve è diventata parte della nostra famiglia. Emanuele, mio marito,  andava spesso a casa sua a fare piccoli lavori, come appendere al muro una TV o aggiustare qualcosa. Lynda si era innamorata dell’arte di Serena, mia figlia; e volle comprare  tre dei suoi quadri e che Serena scegliesse il posto giusto per loro nella sua casa. Così è nata una grande amicizia anche tra Lynda,  Emanuele e Serena.

In estate andavamo a tutte le rappresentazioni dello Shakespeare Theater in Central Park. Lynda conosceva a memoria ogni singola battuta dei plays perché era stata lei stessa la protagonista principale in ognuno di essi. Il suo preferito era La Bisbetica Domata. Ovviamente Lynda era stata Kate, la bisbetica. Lynda era stata attrice, drammaturga, sceneggiatrice televisiva ed era stata premiata molte volte. La recitazione l’aveva portata dovunque: da Broadway ai teatri regionali; ed aveva interpretato di tutto: da Neil Simon a Shakespeare, dalla tragedia greca a Bernard Shaw, dalle casalinghe affannate alle rappresentanti Avon. Ha anche scritto molti racconti brevi e vinto premi per il teatro e la televisione (compresi due Emmy per la serie televisiva  “Santa Barbara”).
In una recensione di “Come vi piace” un critico ha inconsapevolmente descritto proprio Lynda: “Rosalind, magnificamente interpretata dalla splendida Lynda Myles, ha uno spirito inestinguibile, franchezza e coraggio.”
Voglio anche ricordare che una delle passioni di Lynda era insegnare.  Teneva corsi di scrittura e lettura agli immigranti, quasi sempre “illegali”.  Aveva cominciato questa attività nella Biblioteca Pubblica (la NY Public library) e poi aveva trasferito la classe a casa sua.
Lynda aveva anche preso sotto la sua protezione Maria, una donna homeless proveniente dalla Colombia e l’aveva subito inserita nel suo Corso di Scrittura. Maria non parlava una parola di inglese, ma secondo Lynda aveva un grande potenziale per diventare scrittrice. Lynda correggeva  le sue bozze e una volta aveva presentato gli scritti di Maria a un concorso del  Symphony Space.  Maria è stata tra i premiati ed io ebbi l’onore di essere invitata alla cerimonia. Devo anche dire che Maria era stata rifiutata dalla sua famiglia in Colombia e che Lynda volle accompagnarla in Colombia, si prodigò perché Maria facesse pace con sua figlia e comprò perino due case – una per Maria e l’altra per la figlia-  per sottrarle al quartiere pericoloso dove vivevano. Questo è soltanto un esempio della sua generosità, anche se devo fare notare che in Colombia le case costano veramente poco.

Ancora altri due ricordi. Un’estate Lynda è venuta in Italia, nella nostra piccolo casa nella campagna intorno a Siena. Ha  diviso con noi l’unico bagno e tutto il resto. E nonostante la barriera della lingua, si è integrata immediatamente nella numerosa famiglia di mia sorella, che abita nella casa accanto. Era deliziata dalle grandi tavolate al fresco e dai “Calici Di Stelle” nei paesini dei dintorni.
In Central Park puoi comprare una panchina e metterci sopra una scritta per commemorare una persona. Lynda ha voluto la mia consulenza nella scelta della “panchina” da dedicare a sua figlia Hallie. Abbiamo scelto insieme una panchina appena fuori dal Conservatory Garden, sempre pieno di bellissimi fiori selvatici. E lei ha voluto scriverci:  “Ad Hallie, perché tu mai hai smesso di vedere la bellezza che ti circonda”. Quante volte ci siamo tornate insieme!

In tutto questo tempo in cui è durata la nostra amicizia, il mostro Trump cresceva ma noi lo sottovalutavamo, cullate nel beato limbo della presidenza Obama. Tuttavia, andavamo a tutte le manifestazioni contro il porto d’armi, che è un diritto costituzionale ma è diventato una delle piaghe più grandi degli US, e alle marce per difendere la Obama Care (Affordable Care Act), minacciata in tutti gli stati repubblicani.
Per le primarie delle elezioni presidenziali del 2016, io e Lynda abbiamo fatto la campagna elettorale per Bernie Sanders, che era in assoluto il nostro favorito ma, quando Hillary Clinton vinse la nomination democratica, spostammo I nostri sforzi su di lei e cominciammo con altre donne una intensa campagna elettorale a suo favore. E, quando  a un certo punto Trump definí  Hillary Clinton “Nasty Woman” (donna cattiva), immediatamente Lynda ed io, quasi per scherzo abbiamo fondato il gruppo di resistenza, Nasty Women. Indossavamo sempre le magliette con quella scritta. Ma il nostro era ancora uno scherzo, convinte, come tutti, che Hillary avrebbe vinto.
L’8 novembre 2016, dopo aver votato, Lynda ed io andammo a comprare due bottiglie di champagne pronte a brindare alla prima donna Presidente degli Stati Uniti. Avevamo organizzato un piccolo party a casa mia e per strada quasi danzavamo. E siccome in tutta New York  chiacchieri anche con sconosciuti come se fossero grandi amici, quella mattina, entrambe felici con in mano  le nostre due bottiglie, fummo avvicinate da uno sconosciuto che ci disse: “Non so se comprare anch’io champagne come avete fatto voi … oppure arsenico.” Quelle parole divennero purtroppo profetiche e rimbombarono nelle nostre menti per anni…
Passammo quella sera incollati tutti davanti alla TV, mangiando e ridendo, con bicchieri sul tavolo pronti per il brindisi e lo champagne in frigo. Poi di fronte al risultato incredulità, dolore, delusione, lacrime, rabbia. E tante notti insonni.
Trump continuava a ripetere che le donne bisogna prenderle per la pussy. Che in inglese ha due significati, uno è gattino, l’altro vagina. Cosi noi democratici abbiamo continuato a lavorare a maglia un infinito numero di cappellini rosa che ricordano i gattini, i famosi Pussyhats.[2]
Il 17 gennaio 2017, alle 5:00 del mattino io e Lynda prendemmo il treno per andare alla marcia della donne in Washington DC.  Eravamo eccitatissime.  C’era un mare di pussyhats, 1 milione.  Abbiamo conservato per sempre come un tesoro il ricordo di quella storica marcia, e I berretti con la scritta: Women March 2017.  Ascoltammo affascinate i  discorsi di Angela Davis, di Gloria Stenheim, di Madonna.  Quel giorno decidemmo di cambiare il nome del nostro gruppo e lo chiamammo reSisters&Brothers. Meglio conosciuto come reSisters. Quando, a sera, stravolte dalla stanchezza, entrammo nella stazione dei bus di Washington DC per tornare a casa, un poliziotto guardandoci negli occhi ci disse semplicemente: Thank You! E quelle due parole ci diedero la forza e l‘energia per continuare il nostro attivismo politico.
Quella marcia è ora ricordata nei libri di storia come il momento iniziale della quarta ondata del femminismo in America ed esempi di Pussyhats sono esposti nelle bacheche di tutti i musei di Storia degli US.

In Italia sono quasi sconosciute le problematiche che riguardano il voto in US. Pensate che l’America è enorme. Per esempio, canvassing  è un termine sconosciuto in Italia. Significa andare di porta a porta a sollecitare voti per i  nostri candidati. Questo non vale per Manhattan, che è tutta democratica (o di sinistra), ma riguarda i posti e gli Stati intorno, come Georgia, Pennsylvania, New Jersey.
Con altre reSisters siamo andate nei colleges a registrare i 18enni perché potessero votare. Abbiamo scritto lettere e cartoline a votanti non proprio convinti, raccolto fondi da mandare negli stati dove votare è stato reso ancora più difficile dai Repubblicani (la destra), raccolto fondi per pagare il trasporto a color che volevano andare a votare. Negli Stati centrali dell’America, in molti casi, per andare a votare ci vogliono ore di bus, babysitting, un giorno di permesso dal lavoro,  etc etc. Per queste difficoltà molti rinunciano a votare.
Facevamo le riunioni ogni settimana a casa di una di noi. Una volta Lynda e due reSisters presero un taxi per andare alla riunione che quel giorno si teneva a casa mia.  Arrivarono ridendo perché Il tassista, sentendole parlare del nostro programma, non aveva volute essere pagato. E spiegò che quello era il suo contributo alla nostra causa. Seguirono le nostre marce contro la detenzione in gabbia dei bambini migranti e contro il trattamento brutale dei migranti in genere. E altre marce per la regolazione del possesso delle armi. Nel frattempo, negli Stati repubblicani, il diritto delle donne di decidere del proprio corpo veniva sempre più minacciato. Il diritto all’aborto, dopo 50 anni di legge a favore, svaniva sempre più. Di conseguenza marciammo tantissime volte anche per la difesa di questo diritto. Poi è arrivato il Covid.  Ma non ha fermato Lynda. Avevamo usato Zoom per le riunioni settimanali delle reSisters e lo abbiamo usato per telefonare a potenziali votanti. Con la sua voce suadente   Lynda era la più efficente tra noi.  Abbiamo fatto pure la campagna per Biden e Harris e abbiamo brindato alla loro vittoria e alla sconfitta di Trump. Quel giorno abbiamo danzato per strada con tutti gli altri newyorkesi inebriati di gioia. Lynda amava ridere,  festeggiare, ballare.

Poi d’improvviso, alla fine di gennaio 2023, Lynda fu ricoverata in ospedale per un forte mal di stomaco. Le fu diagnosticato un tumore terminale. E a metà febbraio volle tornare a casa per morire. Seguirono giorni indimenticabili. Al pomeriggio il suo salotto era pieno di tutte le persone che l’amavano e che lei amava. Non mangiava più. Tutti cercavamo di alleviare  il male terribile che sentiva nello stomaco.  Del nostro gruppo, Nancy e Bob suonando chitarra e sax o con le canzoni di Leonard Cohen, noi altri con spinelli, che erano l’unica cosa che sembrava desse a Lynda un po’ di sollievo.  I suoi due gatti di tanto in tanto le strappavano un sorriso. Perché erano stati i gatti di Hallie. Lynda è finita il 15 aprile.
Lynda ed io eravamo sorprese e sempre grate per aver trovato una vera amica così tardi nella vita e non abbiamo mai perso l’occasione per dirci reciprocamente: “Sono così felice di averti trovato. Non posso credere di averti nella mia vita. Ti voglio veramente tanto bene.”. Eravamo d’accordo su tutto, potevamo dirci tutto, certe che l’altra avrebbe capito completamente e mai avrebbe espresso un giudizio. Avevamo un legame davvero speciale. Oggi tutto questo mi manca, ma sono molto grata per I dieci anni passati con Lynda. E non mi stancherò di ripetere che era una donna bellissima, dentro e fuori. La sua grazia, eleganza, passione, generosità, gentilezza, bellezza e umorismo, insieme alla sua capacità di superare indicibili dolori, vivranno con me per sempre. Riposa in pace, mia cara, bellissima amica.

Note

[1] Cfr. https://youtu.be/9ZbP7I1Juqw?feature=sharedhttps://youtu.be/3LTtdUub-2k?feature=shared

[2] Un pussyhat è un cappello o berretto rosa senza tesa, creato in gran numero dalle donne coinvolte nella Marcia delle donne degli Stati Uniti del 2017.

8 pensieri su “Lynda

  1. Ringrazio Raffaella Ferraiolo Depero per la bella testimonianza di un’amicizia tra donne, nata in età avanzata e vissuta come un dono strardinario e inaspettato della vita! Due donne accumunate da una forte solidarietà affettiva reciproca che spesso nasce dalla presa in carico comune di una sofferenza, dopo gravissimi lutti.. La vita allora rinasce da gioie semplici e dalla condivisione di interessi, quale per l’arte e la natura, e da valori comuni aperti al cambiamento di una società complessa e, secondo me, in declino come quella statunitense…
    Purtroppo è la presenza massiccia delle armi- Biden ha definito, in maniera criminale e mistificatrice, il suo povero paese: “L’arsenale delle democrazie”!!- che inficia anche le migliori intenzioni scaturite dalle donne, dalle minoranze…La prepotenza delle armi sovrasta qualsiasi altra voce umana e civile..

  2. Ringrazio Annamaria Locatelli per il suo commento sull’amicizia tra donne. E anche sul problema delle armi che nel mio racconto ho appena toccato.
    Il problema delle armi è irrisolvibile se non si elimina la potentissima lobby delle armi NRA (The National Rifle Association). Il che è praticamente impossibile finché i Repubblicani sono al governo. La NRA finanzia tutti i deputati e senatori di destra, che spudoratamente mettono i loro guadagni prima delle vite umane.
    Ti ringrazio anche perché, ancora una volta, mi hai dato uno spunto per scrivere un pezzo sulla società americana, che, ti do ragione, è in declino almeno fin quando non riusciamo a cambiare i politici al governo.

  3. mi sembra che sia il partito Democratico attualmente al governo e che la loro politica estera non si scosti da quella Repubblicana, anzi peggio..armi inviate in tutti i teatri di guerra, ovviamente dove si giochino interessi politici e finanaziari della superpotenza…armi micidiali distribuite come caramelle che ovviamente non rovinano solo i denti! Spiace perché molti dissidenti, in diversi ambiti della società, deprecano e protestano contro questa deriva, ma anche la libertà di pensiero e di parola viene largamente penalizzata, con numerosi arresti durante le manifestazioni e i raduni…come durante il raduno di ebrei antisionisti che protestavano per l’invio di armi ad Israele…

    1. Purtroppo non è cosi . I Dem hanno la presidenza è vero, e hanno anche una risicata maggioranza al Senato. La Camera è in mano alla destra più becera.
      Governare in questa situazione è estremamente difficile e tutto il mio appoggio va a Biden, capace di farlo con due guerre in atto e un congresso contro.
      Per quanto riguarda la politica estera possiamo discuterne. Tuttavia non dobbiamo confondere l’estero con il problema delle armi in US.

  4. le armi in US…all’interno dei confini diffusissime non solo in mano all’esercito e alla polizia ma anche ai civili, che compiono frequenti stragi di altri civili, senza essere una guerra civile…all’estero, dustribuite su larga scala e a gettoni, ad alleati e ad amici di alleati…Dove arrivano non hanno mai contribuito alla soluzione di conflitti, se mai al loro intensificarsi ed ampliarsi…in tutti i modi una mattanza!! Certamente contribuiscono agli interessi dell’industria bellica. Con cio’ non dico che solo quel Paese sia responsabile di guerre e atroci stragi… Finchè ci saranno armi…Ma in US il livello di frenesia armata supera ogni immaginazione

    1. Lo scambio tra Raffaella Ferraiolo Depero e Annamaria Locatelli ci dice molto sul significato di democrazia. Difficoltà nel votare, frenesia armata, interessi della potentissima lobby delle armi da un lato. Resistenza di Biden al governo e dure contese tra dem e repubblicani nelle battaglie elettorali dall’altro.
      Il rapporto tra “popolo” e partiti/governo è diverso che da noi: mi pare che negli USA siano ugualmente coinvolti nella vita democratica tutti e due, mentre da noi la democrazia sembra riguardare soprattutto la gente contro la amministrazione e i politici.

    2. È vero che in US il livello di frenesia armata supera ogni immaginazione. Qui negli stati di destra l’accesso ad armi di strage come l’ AR-15 è molto più facile che l’accesso ad avere aiuto per problemi mentali. Quasi tutte le stragi sono state fatte da malati di mente. È purtroppo anche facile trasportare le armi da stati Rep a stati Dem dove invece esiste una regolamentazione del porto d’armi . Manca infatti una regolamentazione a livello federale che non è possible realizzare finché i Democratici non riescono ad avere una forte maggioranza a tutti i livelli: nella giustizia (purtroppo ora di forte maggioranza di estrema destra, grazie a Trump), nella Camera (dove vengono fatte le leggi), nel Senato e nella Presidenza.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *