Dalla pagina Fb di Matteo Marchesini
Matteo Marchesini
Forse, parafrasando una frase ormai storica, ognuno di noi dovrebbe ripetere spesso: “Non temo Franco Arminio in sé, temo Franco Arminio in me”. Perché le espressioni simili ai suoi versi orrendi, o a quelli orrendi di Alessandra Carnaroli, sono oggi legione – e poco conta che manchino gli a capo.
Un “Osho da Pro Loco”, come scrisse qualcuno con callida e mirabile stroncatura.
Non ho mai capito come e da dove è arrivato. Il banale nulla
Sul Dove da Bisaccia, Irpinia, sul come, da una finta lucida banalità a cui finti lucidi banali hanno dato credito. Ma scrivere una poesia per ogni occasione, tenere pronte tante parole appiccicate, non saper dire di no a chi le richiede per leggerle in tv, ha dell’imbarazzante egocentrismo populista.
Ma qui la morta poesì resurga: “ Adesso basta. / Giulia deve diventare / l’ultima donna uccisa. / Dobbiamo portare nelle ossa / il suo terrore, dobbiamo / decidere tutti insieme / una cosa solenne, / dobbiamo dare a tutti / la libertà di amare / e di non amare, / la libertà di volere gli altri / e non volerli più. / Ora dobbiamo decidere / che sia l’ultima volta, / questa storia deve uscire / dalla cronaca, Giulia deve / diventare nostra figlia, / nostra sorella. / Mettiamoci la sua foto / nella cristalliera, nel portafogli, / che sia lei a ricordarci / ogni giorno la via / della tenerezza, che sia lei / a ricordarci di chiedere aiuto / quando siamo nel rancore. / Se vogliamo che qualcuno / ci dia amore / dobbiamo dare amore a tutti. “ (Franco Arminio per il Corriere della Sera) In ogni caso non c’è niente da ridere, c’è da farsi venire i capelli bianchi dalla paura. Chi non li ha già.
secondo me, sarebbe da contemplare anche la lotta armata… non tanto contro questo imbarazzante cialtrone, ma contro un sistema che gli permette di scrivere queste esorbitanti oscenità su un quotidiano considerato serio, autorevole e rappresentativo.
La cosa su bisognerebbe interrogarsi è come sia potuto essere, nella prima fase della sua produzione, un poeta che godeva di buon credito critico e accademico (non faccio nomi per carità di patria, ma ce ne sono alcuni pesanti…