Il mio presepe

Nel mondo di oggi non c'è più posto per il colonialismo» | il manifesto

di Raffaella Ferraiolo Depero

Un villaggio qualunque della Palestina. Casette tutte rotte. Sono rimasti solo pezzi. Pastori senza gambe. Altri senza braccia. Molti irrimediabilmente rovinati. Morti. Da buttare.
Angeli senza ali. Un San Giuseppe senza speranza. Una madonnina stuprata. Un bimbo che non nascerà.
Sulle colline sopra la capanna tutta rotta un castello che una volta era di Erode. Ora di chi è? Di N?
Il cielo non c’è piú. Le stelle sono state  rimpiazzate da droni. La cometa da missili.
Un altro Natale di sangue.
Buon Natale, genti di occidente. Buon Natale

1 pensiero su “Il mio presepe

  1. una terra desolata, un presepe che non c’è…eppure un vilaggetto dove casette, pastori, bambinello, Giuseppe e Maria facevano parte di un presepe vivente con tanto di stelle ad inondarlo di luce…Ora non piu’, tutto a pezzi…mattoni e carne viva…L’Erode N domina la collina, vede solo l’obiettivo da raggiungere sopra e sottoterra…tutto incenerire
    Possibile che nessuno possa intervenire? Solo i cessate il fuoco senza valore, voci vane di genti senza strumenti da opporre ai potenti…voci disarmate, raccolte forse dagli uccelli in volo..Che un gigante cattivo e invidioso abbia preso a calci un tale piccolo capolavoro di grazia e di semplicità!? all’infimo gradino degli umani…
    Grazie a Raffella Ferraiolo Depero…mi ha molto colpito

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