di Donato Salzarulo
insomma l’inverno è morte apparente attraversamento del dolore nuovo inizio avvio tempo adatto a scrutare i segni della prossima stagione cova la vedo sugli alberi scheletriti sulle foglie secche delle querce sgretolate sui marciapiedi ammucchiate sui prati ingialliti e inariditi vicino alle reti metalliche che recingono i parcheggi foglie che volano al primo vento come granelli di polvere o si raccolgono e marciscono come concime nei campi arati della cascina di fronte la colonia di colombi becchetta non so che sementi mentre i cespugli di rosa potati assorbono silenziose energie dalla brina mattutina
te lo volevo dire da tempo l’inverno è la prima stagione dell’anno da queste parti si apre con l’evento epocale il ricordo della nascita in Terrasanta ove grande è la guerra di un profeta ebreo che avrebbe voluto cambiare le sorti del mondo un po’ l’ha fatto ma non così tanto da porgere l’altra guancia a chi ti dà uno schiaffo un gesto che nessuno tra gli espositori di presepi ai balconi o di babbi natale in scalata col sacco pieno di regali farebbe non lo farebbero ne sono sicuro neanche i frequentatori della Pieve che in memoria hanno allestito all’entrata la culla vuota nella grotta di Betlemme col bue e l’asinello la Madonna e Giuseppe le ragnatele d’edera sui muri e le isole di muschio decorano il presepe immaginario dell’avvento che ripete stancamente la sua buona novella evanescente nessuna foglia adorna il fico selvatico cresciuto sulla palizzata della metro dalla stazione scendono passeggeri con cuffie e cellullari indaffarati e frettolosi di prendere i pullman o di salire nella macchina in attesa ai bordi del marciapiede io mi godo il sole al tramonto è apparso a mezzogiorno ed ora continua a mandare i suoi tiepidi raggi in quest’angolo di Terra ma è sempre così? la mia ombra si fa sempre più lunga la morte eterna mi hanno detto di stare all’erta di stare sveglio di prestare attenzione alla chiamata alla telefonata che potrebbe arrivare da un momento all’altro e invece niente dall’altra parte del mondo tutto rimane indifferente i morti possono continuare a morire le guerre a farsi gli umani a distruggersi nulla nulla che dia fuoco ai rametti di speranza alla legna secca raccolta nei parchi buone feste grida dalla vetrina un babbo natale sorridente vicino al bar che facendo rivoltare nella fossa il poeta di Venosa si chiama Carpe Diem tutt’altro che elogio dell’inverno quasi di fronte alla piscina incontro un compagno col berretto di lana e la sciarpa stretta sul collo mi domanda come sto sto gli rispondo e lui subito s’imbarca sul nodo della sanità ridotta allo sfascio e quasi tutta in mano ai privati deve fare una visita ed ha un appuntamento fissato per la fine del prossimo anno. a me è andata meglio ho replicato devo togliermi una cataratta all’occhio sinistro e mi hanno annunciato che in aprile forse interverranno ma me lo diranno con sicurezza quindici giorni prima intanto mi hanno prenotato messo in fila e dotato di foglio informativo per il pre-ricovero e quel loggionista il compagno aggiunge identificato dalla Digos per aver gridato alla prima della Scala Viva l’Italia antifascista…Capisco che il compagno ha bisogno di sfogarsi capisco che vorrebbe un partito che non c’è una sezione in cui confrontarsi e lo incoraggio: hai visto che grandi manifestazioni recentemente? il mondo sindacale è in subbuglio e le donne ci danno sotto contro femminicidi e patriarcato... abbi fede qualcosa accadrà come l’altra sera anche stasera nello stesso spiazzo di fronte alla Pieve i ragazzi giocano a pallone il più alto è uno spilungone di colore che parla meglio di tutti senza essere puoi giurarci! nostro concittadino oh questa copiosa fertilità di piante che regalano frutti immangiabili come il flusso d’informazioni che m’investe da mattina a sera travolgendomi senza produrre conoscenze che dico? una briciola di conoscenza erbe secche tra i sassi c’è chi pensa agli affari anche coi piedi sulla fossa l’empatia non è universale ci sono persone che non si vorrebbe mai incontrare inquinano l’aria aprendo soltanto la bocca guerra di tutti contro tutti babele questo è il grande disordine sotto il cielo ci serve Marx una visione un sogno di ribellione pure per la buona novella unicamente il tuo amore rende l’inverno la stagione più bella.
14-19 dicembre 2023