Su futuro, bontà, destino e non vivere

Max Ernst

di Franco Nova

IL FUTURO E’ UN DI PIU’
 
Troppo poco si vive,
miliardi d’anni alle spalle
e pure quando più non saremo.
Poter parlare senza cessa,
scorgere prati e monti,
stare giocosi con gli amici
mentre ti coglie l’amore.
Non più ci sono notti,
il Sole splende e ti sorride,
l’orizzonte è carezzevole e
mostra il futuro non mai noto.
In realtà si sta sognando
ma non tutto è irreale,
nel sonno anche fatti veri
e l’animo si arricchisce.
Avremo sorprese non liete,
non conosceremo però la noia,
si eleveranno nuove montagne
che la vita avvolgeranno.
Rendiamo dolce la memoria
lanciandoci sempre in avanti
per quanto si può nell’esistenza.
I ricordi crescono mentre
si accosta irrispettoso lo zero. 
ATTENZIONE ALLA BONTA’
 
Camminiamo per le strade
e odoriamo profumi da sogno,
mischiati a puzze di selvaggi
che si lavano nel fango e fogne.
Essi in realtà sono ignorati;
intorno alle strade percorse
ci sono oasi di fiori colorati
e ruscelli e laghetti limpidi
dove piccole Dee s’immergono
uscendone poi coperte di rose.
Le arie velenose sono smosse
da maschi di tipo preistorico,
che non guardano oltre il corpo
delle fanciulle, prive di attenzione
verso le brutture d’ogni genere.
Si sente l’odore delle parti interne,
creazione demoniaca ignorata
dai buoni, fin troppo storditi.
Niente pietà per quei vili maschi,
solo violenza per eliminarli.
Se ci si riesce si sopravvive
ma senza mai la tranquillità
che ci riporterebbe indietro.  



LOTTIAMO CONTRO IL DESTINO
 
Sentieri assai stretti nella vita
che breve rendono la serenità
con un andare rapido e sciolto.
Troppo spesso nuvole in cielo
e giochi di luce così incerti,
mentre sciami di uccelli
rendono tutto più giocoso.
Passino veloci i pensieri penosi
e si apra un’oasi d’azzurro
che annunci novità inaspettate,
di un colore tanto più acceso
per eliminare ogni delusione
e aprir la via a visioni felici.
Si tratta di semplici speranze,
poche volte veritiere mentre
il futuro è in cupo agguato.
Si resista al bugiardo destino
senza esitazione alcuna e
strappiamo il suo nero velo.
Non giungeremo alla felicità,
ma saremo a lui superiori
per dignità e coerenza di vita.



NON VIVERE, CHE MERAVIGLIA
 
Quanta tristezza, e pure languida,
si vede coagularsi come sangue
che sgorga dall’anima,
mentre il corpo mi irride e
sembra allontanarsi sdegnato.
Mi vedo sdraiato in un campo
dove sparse sono ossa ignote,
non certo di corpi umani.
Nemmeno sono di animali
sconosciuti nel mondo sognato,
mentre tutt’intorno svettano
carcasse di veicoli mai visti
che m’investono da ogni lato.
Sono le delusioni di una vita
ben sprecata nel Nulla
mentre vicende sornione
mi invitavano a viverle.
Non sono però scontento
di averle sognate indifferente
perché una vita non vissuta
mi rende quasi unico nel pianeta.
Non vivere quant’è esaltante,
mentre vivere è la noia comune,
è essere eguale a tutti gli altri
da me considerati minorati.
Non vivere, la più bella vita!

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