di Cristiana Fischer
La vita cambia e non si ferma un'ora tra insulti e precipizi interrogare in presenza ineluttabile la scienza e la ragione di questa assistenza/ assenza imprescrittibile all'esistenza che ci lega. Non ce n'è ragione altro che materiale survivenza. Testimoniamo a chi, denominiamo il demone vitale che ci inchioda a cui giacere insidiato dai dolori e tuttavia fecondo di pensieri. Vita demente e contraddittoria l'unica che abbiamo e confidiamo in speranze indefinite e eterne di una pace ripiena di speranze come finite e mai cassate come se fosse un fine all'esistenza felicità perenne in una vita di spirituale eternità. Potrei desistenziarmi come alberi e insetti che circondano la vita naturale e conciliarmi con una morte chiara che rinasce in ogni forma naturale. Ma il pensiero che mi tormenta a tratti e che mi storna dagli altri astratti organismi animali quasi simili che forse non hanno pensiero della morte e fine individuale ma noi perenni animali pretendenti abbiamo inventato noi già assieme quel dio che ci assomiglia e la natura eccelsa della nostra differenza da ogni altra specie, che la scienza ci presenta diversa e che non ha un dio che la difenda e la proietta con le altre specie in vera infinità come Noé racconta in una storia vecchia nella memoria.