3 pensieri su “I poeti in tempo di guerra non pensano abbastanza (5)

  1. per me la poesia, non necessariamente la forma-poesia, racchiude un pensiero- linguaggio arcaico e/o archetipo ed è, immagino, insieme al suono-canto, verso o vocalizio, la nostra voce piu’ antica, sia del bambino come alla culla dell’umanità e celebra con stupore la vita…Attraverso millenni e secoli quel nucleo si conserva, anche se sempre piu’ fievolmente: la guerra di oggi contro l’essere umano e contro il pianeta è giocata con le armi convenzionali e non, tra queste ultime, subdole e distruttive, quelle che agiscono direttamente sulle menti. La poesia, ma chiamala come vuoi, nei secoli ha accompagnato periodi di fame, carestie, pestilenze, magari nella forma orale attraverso i catastorie testimoniando guerre e amori…testimoniando i vissuti di vittime, spesso donne e bambini e dandoci conto di tiranni e di schiavisti…Secondo voi oggi siamo messi molto meglio? Dal basso abbiamo in apparenza qualche strumento in piu’ di farci sentire, come il voto le manifestazioni le petizioni, ma poi vedi che Ursula è ancora là a sostenere il riarmo e a infiammare la guerra in Europa, Macron è ancora là a credersi il piccolo Napoleone e Netanyahu a considerare terra e popolazione di Palestina , quello che resta, interamente di sua proprietà, vita e morte…Il ruolo della poesia penso che debba sopravvivere anche in tempi di guerra e non è retaggio di una classe sociale soltanto, nei dialetti spesso è piu’ coltivata che nelle lingue ufficiali. Come nel dialetto sardo, Milchela Murgia insegna…

  2. La poesie è soprattutto libertà (di pensiero, comunicazione, invenzione, immaginazione, anticipazione…) per questo è importante coltivarla, da chiunque e in ogni dove, nei circoli come nelle strade, a scuola come nei ricoveri per anziani; in ogni sua forma, scritta, orale, su FB, nei poetry slam ecc.
    Non dobbiamo arrenderci!
    Anche se la parola-poesia raggiunge una sola persona di tutte quelle che incontriamo nella vita è già un successo!

  3. anch’io penso che la poesia sia soprattutto libertà…e diventa liberatoria e potente quando coltivata da carcerati, malati emarginati bambini donne…

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