Essere il peggio

di Gianfranco La Grassa (Franco Nova)

ESSERE IL PEGGIO DEL PEGGIO
 
I sentimenti, che tali non sono,
ridono di me e del  mio essere
uno spudorato mentitore.
Amo eppure nulla sento in me;
corro dalla solo presunta amata
e dalla mia contorta psiche
nascono timori assai pressanti
di non trovarne nemmeno una.
Ed infatti è proprio così e
mi siedo godendo d’essere solo.
Non ho ben capito chi sono
e se veramente io vivo o
si tratta di immaginazione.
Non mi piaccio per nulla
e vorrei essere cancellato
da ogni luogo abitato.
So che non è possibile
ma non ha importanza,
quelli che incontro per la via
sono puri arbusti ingombranti
 
 
TENIAMO VIVO IL NOSTRO EGO
 
Quanto sonno eppur non dormo
per l’incidente all’amata
che ha rischiato di morire
ed è ancora sotto anestesia.
Sorride e non sembra soffrire,
la colpa è stata tutta mia
e mi sento un uomo solo
che ha rischiato la tragedia.
Per rara fortuna anche
l’amputazione è stata evitata
ma la colpa mi ha reso
un automa senza più energia.
Dovrò riprendere la mia vita,
ma solo per darla tutta a lei?
Non so se ne sarò capace,
l’altruismo è stato d’animo
che dura uno schiocco di frusta.
Forse dovrò darmi alla ricerca
di sentimenti tutti nuovi;
la mia donna avrà il rispetto,
ma oltre ad essa quale altra?



1 pensiero su “Essere il peggio

  1. La condizione umana:
    una resa: in fondo l’egoismo (“quelli che incontro per la via/sono puri arbusti ingombranti”) è l’unica forza di “uno spudorato mentitore” che GLG, come chiunque altro, pur detestandosi e ignorando tutto di sè, si siede “godendo d’essere solo”.

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