di Gianfranco La Grassa (Franco Nova)
ESSERE IL PEGGIO DEL PEGGIO I sentimenti, che tali non sono, ridono di me e del mio essere uno spudorato mentitore. Amo eppure nulla sento in me; corro dalla solo presunta amata e dalla mia contorta psiche nascono timori assai pressanti di non trovarne nemmeno una. Ed infatti è proprio così e mi siedo godendo d’essere solo. Non ho ben capito chi sono e se veramente io vivo o si tratta di immaginazione. Non mi piaccio per nulla e vorrei essere cancellato da ogni luogo abitato. So che non è possibile ma non ha importanza, quelli che incontro per la via sono puri arbusti ingombranti TENIAMO VIVO IL NOSTRO EGO Quanto sonno eppur non dormo per l’incidente all’amata che ha rischiato di morire ed è ancora sotto anestesia. Sorride e non sembra soffrire, la colpa è stata tutta mia e mi sento un uomo solo che ha rischiato la tragedia. Per rara fortuna anche l’amputazione è stata evitata ma la colpa mi ha reso un automa senza più energia. Dovrò riprendere la mia vita, ma solo per darla tutta a lei? Non so se ne sarò capace, l’altruismo è stato d’animo che dura uno schiocco di frusta. Forse dovrò darmi alla ricerca di sentimenti tutti nuovi; la mia donna avrà il rispetto, ma oltre ad essa quale altra?
La condizione umana:
una resa: in fondo l’egoismo (“quelli che incontro per la via/sono puri arbusti ingombranti”) è l’unica forza di “uno spudorato mentitore” che GLG, come chiunque altro, pur detestandosi e ignorando tutto di sè, si siede “godendo d’essere solo”.