La Giustizia

Ambrogio Lorenzetti, Allegoria del Buon Governo, la Giustizia, (1338-1339), Siena

Un po’ per celia e un po’ per non morir” (Ettore Petrolini)
Riflessioni sotto forma di filastrocche

di Rita Simonitto

La Giustizia ‘ramingava’,
Molto sola si trovava.
Dubitava di se stessa
Si sentiva compromessa
Nella dura ambiguità
Che ti toglie facoltà
Di capir se sei padrone
O invece un ladrone
Al servizio dei potenti
Che però ai quattro venti
Si palesano modesti
Ed invece sono lesti
Nel truffar; abilitati
A colpir malcapitati.
Come nuova Cinderella
Scarpe rotte, stracciatella
Arrivò in un villaggio
Abitato da un saggio
Toc, toc, toc. “Son la Giustizia”
“Entri pur Sora Mestizia!”
“Come fa a saper di me?
Lui neppure so chi è”.
Nella stanza disadorna
C’è qualcosa che non torna…
“Ma lei… è proprio un ciuco!
Io da tempo mi conduco
Per cercare la verità…
Con un ciuco eccomi qua!”
“Eh, là, là, bella Signora
Zitto son stato finora.
Or le dico poche cose
Che per lei sono noiose.
Si sa che tra animali
Non siamo tutti uguali
Riconoscere il più forte
Ci preserva dalla morte.
Che sia giusto oppure no
È un quesito che non ho.
Voi invece col pallino
Che tutto sia a puntino
Alle Leggi v’affidate,
Buone, sagge, equilibrate.
Far giustizia è strumento
Del potere del momento.
“Super partes”? Creda a me
Non lo è nemmeno un Re
Perché deve stare attento
All’umore del momento.
E si scordi l’uguaglianza.
E’ ‘na pippa, non sostanza!
Se lei vuol cambiare il mondo
Ha sbagliato girotondo!
Vada. Sa ciò che l’aspetta:
che la gente non protetta
trovar deve la cagione
dell’ingiusta situazione!
C’entra proprio la Giustizia?
Non lo so. Non ho perizia.
Anche un ‘mezzo’ a volte può
Governare il sì e il no:
Alla fine della fiera
Chi comanda la filiera?

Salutò. Restò l’amaro
Del buon senso del somaro.

13.08.24

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