di Gianfranco La Grassa (Franco Nova)
PENSIAMO ANCHE IL NON REALE Quanti fiori tenere in bocca baciando senza requie fanciulle e avvolgendo i loro visi nei petali simili alla candida seta, morbidi e odorosi così da far perdere ogni esitazione nello stringerle a sé. I prati sono lì davanti verdi e umidi di rugiada, dove ci si stende sereni con i pensieri più dolorosi che evaporano e si perdono laggiù in leggiadri ruscelli. Gli insetti danno gran fastidio impedendo al gioioso pensiero di scorrere rapido e sicuro così giungendo alla Verità. Cosa questa sia non è chiaro, ma se tutto fosse silenzio ci si potrebbe concentrare. Quante illusioni così sorgono e cancellano il nostro pensare. Per ore si passa ad una realtà fatta di profumi e levità che ti fanno credere di essere ormai tra le nuvole nel cielo, divenuto simile ad un prato azzurro e proteso verso l’alto. L’animo ha belle ore di quiete e nulla lo piega all’amarezza così frequente nella vera vita. Siamo fermi e non parliamo; il mondo ne è ben contento stufo com’è di vederci in movimento anche per nulla. SI VIVA, MA SENZA DOMANDE Quei bimbi stesi nell’erba, giocandovi e rinfrescandosi, non sanno che nella morte molti moti saranno simili. Eppure la vita ci regala a volte la sensazione di aver colto il desiderato. La convinzione passa presto, ma la decisione di aver successo è tenace e mai ci abbandona. E’ raro, ma il risultato c’è e noi crediamo sia definitivo, pensando di vivere sul monte le cui rocce sono le ambizioni quasi sempre in sgretolamento. Intanto si vive e sentiamo solo i nostri vivi desideri senza pensare che tutto finisce. Mentre ci diamo al da farsi arriva il momento indesiderato e nulla mai più esisterà. Abbiamo vissuto, era necessario? Domanda priva di ogni senso. Viviamo e moriamo: è tutto! TANTA INCOERENZA UMANA Quante foglie cadono in autunno e riempiono seccandosi il terreno; stesso andamento hanno i pensieri dei vecchi senza altre alternative. Si medita la morte? Non sempre, la vita, se lunga, ha esperienze di ampio raggio anche se infine interrotte dal Nulla atteso. Quei pensieri vengono scritti e lasciati in buona eredità a chi spesso non vi bada, volendo vivere voglie giovanili. E hanno ragione perché la vecchiaia, se vi si giunge, è tristezza e mali pensieri, solo interrotti da lunghi guai di salute. C’è chi desidera non viverla e chi invece la preferisce ad una fine proprio quando siamo arrivati ad una buona conoscenza delle molte esperienze possibili. Si nasce per poi però sparire, una vera incoerenza logica. Si crede spesso nel buon Creatore; se ci fosse sarebbe da imprecare al suo darci dolore e mala vita. Anche gioie, ma spente presto.