Sei poesie

di Gianfranco La Grassa (Franco Nova)

LA CREAZIONE, IDEA COMPRENSIBILE
 
Che bella vita è passata;
feste, viaggi e motori.
Graditi i rapporti con donne
e ne avrei voluti di più.
Non era l’amore importante,
ma l’estasi della vicinanza
di donne proprio speciali.
Ero in un mondo a parte
dove il suono musicale
tutto rendeva un sogno
e il battito del mio cuore
era il tamburo dell’orchestra.
Nulla ora più esiste,
il bel ricordo rende tristi.
Sento ancora quei battiti,
ma ora segnano un tempo
che corre al finale
da me mai compreso.
Perché mi si è fatto nascere
per condurmi a quella sorte.
Si dice che se così non fosse
saremmo troppi sul pianeta.
Bastava stabilire il numero
di chi doveva vivere sempre,
ci sarebbe stata amicizia
continua di tutti con tutti.
Mi si dirà di non sognare,
ma evito ogni sogno
e prendo solo atto che,
se il mondo fosse creato,
lo sarebbe stato da un sadico
o un minorato e complessato.
L’uomo si è ben creato
il creatore e un altro mondo,
dove si vivrebbe felici.
Invenzione un po’ strana,
ma se rende sereni tanti
accettiamola con un sorriso.



SI MUTA SPESSO
 
Ci sono tante chiamate
per fissare l’attenzione
sulle premure degli amici.
Non lo sono veramente,
solo cortesia certo gradita
piuttosto dell’essere ignorati.
I vecchi tempi ormai finiti
di continua vicinanza
tutt’altro entusiasmo
infondevano ogni giorno,
che si concludeva in serate
con incontri molto fitti di
manifestazioni d’affetto.
Perché tutto il meglio manca
in quest’epoca di lontananza
non ha alcuna spiegazione
dotata di ragionevolezza.
Forse l’umanità è vicina
all’esaltata vita artificiale.
C’è però ancora chi ricorda
i simpatici e rumorosi
incontri dei tempi felici.
Malgrado si aggravino i
conflitti armati tra diversi
gruppi sociali viepiù nemici,
si possono anche stringere
rapporti di migliore vicinanza
e preparare dopo le lotte
nuove solide aggregazioni.
Gli uomini hanno sempre
mutamenti di prospettive
pur spesso solo inventate.
Abituiamoci a come siamo,
sempre in preda ad umori
alternanti abbracci e pugni.
Sia con gli uni e con gli altri
si sopravvive per il rapido
mutamento delle relazioni.
Si cerchi di vivere meglio
senza inutili ottimismi
ma nemmeno umori neri.
 
 

MEGLIO LASCIAR PERDERE
 
C’è senso di fumo intorno
ma non c’è vero fuoco,
è il nostro animo pensoso
di prossimi eventi incerti
ma senz’altro ben penosi.
La vita conosce svolte
per motivi poco compresi.
Non ci sono amici stretti
e ci si deve aspettare
eventi non tanto malefici
ma delusioni ben pungenti.
Ci furono dei compagni
che riempivano la vita,
oggi solo banalità e
nessuna vera vicinanza,
chiacchiere in dissolvenza.
Resta il vasto deserto e
una solitudine di noia
riempiti di inutile vociare.
Non auguro il male a nessuno,
ma vorrei che tutti sparissero,
lasciando il posto libero
dove la mia fantasia
creerà per disperazione
un'amicizia rumorosa
giorno e notte fino
alla molto felice ascesa
ad un nuovo Olimpo.
Non esiste più compagnia,
solo presenze vocianti
a avvolgenti la nube
di fumo assai denso,
che cancella ogni presenza,
sempre vicina ma sparita.
Siamo alla fine dell’esistenza
che speravamo serena e
piena di presenze d’affetto.
Lasciamo perdere tutto
e attendiamo solo il Nulla.



DIVENTA REALE L’IMMAGINATO

Figure eroiche e arcaiche
balzano nella mia stanza
e mi guardano minacciose
per il mio restare steso calmo.
Mi trattano da vile inerte
che non vuole battersi
per liberare una regione
a me del tutto ignota.
Le guardo con distrazione
e dico loro di andarsene.
E infatti se ne vanno e
mi trovo a sbadigliare
nel silenzio più assoluto,
coricato in un letto
senza battaglie in corso.
Non sono spiacente
di non essere in lotta
con vecchie armi e scudi;
e in specie con l’elmetto
pesante sulla mia testa.
Sono assai lieto di essere
lontano dalla turbolenza
di noiosi scontri violenti
dei tempi attraversati
dai nostri antenati,
sempre così esaltati
in libri di storia scritti
da chi non ha vissuto
quei momenti di gloria,
pensati da certi esaltati
o forse solo interessati
a vendere i loro libretti.
Viviamo certo un’epoca
carica di cocente vergogna,
diversa ma forse peggiore
di quelle pensate ricche
di eventi mirabolanti.
Ogni fase storica è unica,
ma tutte mostrano le
miserie dell’umanità,
che si cerca invece
di pensare ricca di eroi
sempre pronti a vincere
i pessimi e diabolici.
D’altra parte è giusto
credere nel meno peggio
elevandolo a ottimo.
Non abbiamo molta gioia,
creiamola con la fantasia
e in essa immergiamoci.


CERTE ESPERIENZE NULLA INSEGNANO

Si ama la fanciulla ed
essa nemmeno ti pensa,
servendosi di te senza
dirti un solo grazie.
Sei un suo sottoposto
per questo tuo sentimento
da tutti mal compreso.
Il sentimento si sente
e la ragione nulla può dire.
E più la donna pensa
solo ai suoi problemi
più la si ama soffrendo.
Fa parte della vita
porre richieste rifiutate.
Un giorno infine ti svegli
e la vedi peggiore di com’è.
Essa tenta varie moine
perché si serviva di te
e teme il mutamento.
Ormai è veramente finita,
sei libero e ti domandi
come mai hai tardato
a capire la misera realtà.
Occorre però un’altra donna
e questa esperienza servirà
a non più sottoporsi.
Sarà proprio così? Mah,
lo si vedrà assai presto.
Non s’impara invece nulla
perché il sentimento cieco
si sovrappone alla ragione.
L’unica salvezza risiede
in un carattere senza affetto.
Non si può acquistarlo
con nessuna esperienza.
Così ti devi formare
in una infanzia priva 
di naturali genitori e
allevato per puro dovere.
Altrimenti rassegnati,
non imparerai nulla
e amerai non ricambiato.


ANCHE NECESSARIA LA STUPIDITA’
 
Da molto tempo ormai
nuove idee riposte
spuntano nella mente
e mi assillano indifeso.
Nessun impegno possibile
in quest’epoca grigia.
Restano desideri vani
e soluzioni tanto pensate
da aver stressato il cervello,
ridotto a strumento di
una ferraglia arrugginita,
ostacolo di ogni logica.
Una corsa di pensieri
mozzi e accavallati che
conducono a movimenti
del corpo solo pericolosi.
Lasciare riposare la mente
senza timore di perdita
di ogni concentrazione
e continui sbandamenti
produttivi di torpore.
Così ci si salva da
pensieri solo inutili
e da lunghi vicoli ciechi
diretti alla rapida cecità
di difficile rimozione.
Si vuole la tranquillità
e diveniamo sciocchi
salvandoci dal peggio.
Torneremo intelligenti
con ogni pericolo passato
e la vita si degnerà di
aprirci varie possibilità.

2 pensieri su “Sei poesie

  1. poesie che mi sembrano la testimonianza di un lavorio della mente e del cuore tra spiragli di speranza che si aprono soprattutto al cospetto di ricordi festosi e vitali del tempo passato e abissi sul nulla al presente. Quando il cervello affronta ogni prova reale e immaginata come Don Chisciotte i mulini a vento: “..,Restano desideri vani/ e soluzioni tanto pensate/ da aver stressato il cervello,/ridotto a strumento di/ una ferraglia arrugginita,/ ostacolo di ogni logica.” ( ‘Anche necessaria la stupidità’ di G.L.G.)
    Notevoli anche le cosiderazioni sull’assurdità di un’ipotesi di esistenza di dio…Insomma, ad un certo punto sembra che tutti i nodi vengano al pettine, ma non è da oggi, nè da ieri…Mi rispecchio molto e penso che se vivo una ragione c’è, che spesso sfugge…

  2. La ruota gira e ripercorre tutti i suoi punti senza godere del percorso. E, come scriveva Michel de Montaigne, “anche sul più alto trono del mondo siamo sempre seduti sul nostro culo”, mai affascinati dal mondo che traversiamo. Boh…

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