di Gianfranco La Grassa (Franco Nova)
LA CREAZIONE, IDEA COMPRENSIBILE Che bella vita è passata; feste, viaggi e motori. Graditi i rapporti con donne e ne avrei voluti di più. Non era l’amore importante, ma l’estasi della vicinanza di donne proprio speciali. Ero in un mondo a parte dove il suono musicale tutto rendeva un sogno e il battito del mio cuore era il tamburo dell’orchestra. Nulla ora più esiste, il bel ricordo rende tristi. Sento ancora quei battiti, ma ora segnano un tempo che corre al finale da me mai compreso. Perché mi si è fatto nascere per condurmi a quella sorte. Si dice che se così non fosse saremmo troppi sul pianeta. Bastava stabilire il numero di chi doveva vivere sempre, ci sarebbe stata amicizia continua di tutti con tutti. Mi si dirà di non sognare, ma evito ogni sogno e prendo solo atto che, se il mondo fosse creato, lo sarebbe stato da un sadico o un minorato e complessato. L’uomo si è ben creato il creatore e un altro mondo, dove si vivrebbe felici. Invenzione un po’ strana, ma se rende sereni tanti accettiamola con un sorriso. SI MUTA SPESSO Ci sono tante chiamate per fissare l’attenzione sulle premure degli amici. Non lo sono veramente, solo cortesia certo gradita piuttosto dell’essere ignorati. I vecchi tempi ormai finiti di continua vicinanza tutt’altro entusiasmo infondevano ogni giorno, che si concludeva in serate con incontri molto fitti di manifestazioni d’affetto. Perché tutto il meglio manca in quest’epoca di lontananza non ha alcuna spiegazione dotata di ragionevolezza. Forse l’umanità è vicina all’esaltata vita artificiale. C’è però ancora chi ricorda i simpatici e rumorosi incontri dei tempi felici. Malgrado si aggravino i conflitti armati tra diversi gruppi sociali viepiù nemici, si possono anche stringere rapporti di migliore vicinanza e preparare dopo le lotte nuove solide aggregazioni. Gli uomini hanno sempre mutamenti di prospettive pur spesso solo inventate. Abituiamoci a come siamo, sempre in preda ad umori alternanti abbracci e pugni. Sia con gli uni e con gli altri si sopravvive per il rapido mutamento delle relazioni. Si cerchi di vivere meglio senza inutili ottimismi ma nemmeno umori neri. MEGLIO LASCIAR PERDERE C’è senso di fumo intorno ma non c’è vero fuoco, è il nostro animo pensoso di prossimi eventi incerti ma senz’altro ben penosi. La vita conosce svolte per motivi poco compresi. Non ci sono amici stretti e ci si deve aspettare eventi non tanto malefici ma delusioni ben pungenti. Ci furono dei compagni che riempivano la vita, oggi solo banalità e nessuna vera vicinanza, chiacchiere in dissolvenza. Resta il vasto deserto e una solitudine di noia riempiti di inutile vociare. Non auguro il male a nessuno, ma vorrei che tutti sparissero, lasciando il posto libero dove la mia fantasia creerà per disperazione un'amicizia rumorosa giorno e notte fino alla molto felice ascesa ad un nuovo Olimpo. Non esiste più compagnia, solo presenze vocianti a avvolgenti la nube di fumo assai denso, che cancella ogni presenza, sempre vicina ma sparita. Siamo alla fine dell’esistenza che speravamo serena e piena di presenze d’affetto. Lasciamo perdere tutto e attendiamo solo il Nulla. DIVENTA REALE L’IMMAGINATO Figure eroiche e arcaiche balzano nella mia stanza e mi guardano minacciose per il mio restare steso calmo. Mi trattano da vile inerte che non vuole battersi per liberare una regione a me del tutto ignota. Le guardo con distrazione e dico loro di andarsene. E infatti se ne vanno e mi trovo a sbadigliare nel silenzio più assoluto, coricato in un letto senza battaglie in corso. Non sono spiacente di non essere in lotta con vecchie armi e scudi; e in specie con l’elmetto pesante sulla mia testa. Sono assai lieto di essere lontano dalla turbolenza di noiosi scontri violenti dei tempi attraversati dai nostri antenati, sempre così esaltati in libri di storia scritti da chi non ha vissuto quei momenti di gloria, pensati da certi esaltati o forse solo interessati a vendere i loro libretti. Viviamo certo un’epoca carica di cocente vergogna, diversa ma forse peggiore di quelle pensate ricche di eventi mirabolanti. Ogni fase storica è unica, ma tutte mostrano le miserie dell’umanità, che si cerca invece di pensare ricca di eroi sempre pronti a vincere i pessimi e diabolici. D’altra parte è giusto credere nel meno peggio elevandolo a ottimo. Non abbiamo molta gioia, creiamola con la fantasia e in essa immergiamoci. CERTE ESPERIENZE NULLA INSEGNANO Si ama la fanciulla ed essa nemmeno ti pensa, servendosi di te senza dirti un solo grazie. Sei un suo sottoposto per questo tuo sentimento da tutti mal compreso. Il sentimento si sente e la ragione nulla può dire. E più la donna pensa solo ai suoi problemi più la si ama soffrendo. Fa parte della vita porre richieste rifiutate. Un giorno infine ti svegli e la vedi peggiore di com’è. Essa tenta varie moine perché si serviva di te e teme il mutamento. Ormai è veramente finita, sei libero e ti domandi come mai hai tardato a capire la misera realtà. Occorre però un’altra donna e questa esperienza servirà a non più sottoporsi. Sarà proprio così? Mah, lo si vedrà assai presto. Non s’impara invece nulla perché il sentimento cieco si sovrappone alla ragione. L’unica salvezza risiede in un carattere senza affetto. Non si può acquistarlo con nessuna esperienza. Così ti devi formare in una infanzia priva di naturali genitori e allevato per puro dovere. Altrimenti rassegnati, non imparerai nulla e amerai non ricambiato. ANCHE NECESSARIA LA STUPIDITA’ Da molto tempo ormai nuove idee riposte spuntano nella mente e mi assillano indifeso. Nessun impegno possibile in quest’epoca grigia. Restano desideri vani e soluzioni tanto pensate da aver stressato il cervello, ridotto a strumento di una ferraglia arrugginita, ostacolo di ogni logica. Una corsa di pensieri mozzi e accavallati che conducono a movimenti del corpo solo pericolosi. Lasciare riposare la mente senza timore di perdita di ogni concentrazione e continui sbandamenti produttivi di torpore. Così ci si salva da pensieri solo inutili e da lunghi vicoli ciechi diretti alla rapida cecità di difficile rimozione. Si vuole la tranquillità e diveniamo sciocchi salvandoci dal peggio. Torneremo intelligenti con ogni pericolo passato e la vita si degnerà di aprirci varie possibilità.
poesie che mi sembrano la testimonianza di un lavorio della mente e del cuore tra spiragli di speranza che si aprono soprattutto al cospetto di ricordi festosi e vitali del tempo passato e abissi sul nulla al presente. Quando il cervello affronta ogni prova reale e immaginata come Don Chisciotte i mulini a vento: “..,Restano desideri vani/ e soluzioni tanto pensate/ da aver stressato il cervello,/ridotto a strumento di/ una ferraglia arrugginita,/ ostacolo di ogni logica.” ( ‘Anche necessaria la stupidità’ di G.L.G.)
Notevoli anche le cosiderazioni sull’assurdità di un’ipotesi di esistenza di dio…Insomma, ad un certo punto sembra che tutti i nodi vengano al pettine, ma non è da oggi, nè da ieri…Mi rispecchio molto e penso che se vivo una ragione c’è, che spesso sfugge…
La ruota gira e ripercorre tutti i suoi punti senza godere del percorso. E, come scriveva Michel de Montaigne, “anche sul più alto trono del mondo siamo sempre seduti sul nostro culo”, mai affascinati dal mondo che traversiamo. Boh…