Quattro poesie

di Annamaria Locatelli

Cortocircuito

Sovente appaiono a noi 
dalle forme bislacche
ritenendo soltanto la nostra 
“normale”.
I multi-zampe ci fanno ribrezzo,
ragni millepiedi e familiari,
e a debita distanza ci teniamo
poiché superiori bipedi siamo!
A noi non tenendo pelliccia,
lustri come brillanti,
appaiono spogli,
di abiti alla moda e firmati,
 i nati già vestiti
impellicciati squamati
pennuti e piumati...
Abbiamo due occhi soltanto
puntuti sulla realtà 
perciò
gli occhi multipli e rotanti
di “mostri” marini e terrestri
ci appaiono postazioni lunari
stravaganti…
Se strisciano, poveri serpi,
non conoscono la reale dignità
della nobile posizione eretta,
se volano forse 
accendono invidia agli umani
ma a loro manca la divina parola
e non sanno comunicare 
visioni aeree e celesti.
E che dire di quel nostro arto,
mirabile e ingegnoso, 
la mano?
Al massimo loro san sbucciare banane
edificare termitai
soffici nidi
aiutandosi con becchi e con zampe
raccogliere, al richiamo, palline
di bava imbevute, i poveri cani! 
La nostra invece, obbediente alla mente
per ingegneria e per arte, 
si vanta a ragione maestra
ma poi impugna le armi
distrugge
scava fosse comuni
incenerisce!


*



 
Noi del Sud

Ci capita
di camminare a testa bassa
su lastricati lucidi di pioggia,
semiombre frettolose,
tra sibilante melma
e spruzzi a ventaglio:
è il moto 
di rane decapitate
saltellanti di pozzanghera
in pozzanghera
per istintivo sopravvivere…
Noi del Sud come voi:
animali in lager deportati
di fattorie macellerie
di recinti spinosi
sotto tende da circo
in corsa negli ippodromi
dietro sbarre infernali
bersagli mobili…
Noi come voi
sui barconi nei cpr
nei campi assolati
negli hangar 
e sui tir clandestini


*


La Città-giardino...

Un genio verde la ideò,
sonora profumata 
di mille colori vestita
viva di infinite presenze
tra fiori piante arbusti
sino al cielo elevati
o nani tra erbette...
e un paradiso parve agli insetti!
Formiche cicale grilli
api coccinelle
mosche calabroni
mangiatori voraci 
di fluidi vegetali 
e di larve animali
da restituire, ingrassata,
alla fertile terra...
Alacri utili alla vita
eppur quasi ignorati
invisibili a distratti umani,
se non a entomologi e a cuori bambini,
spesso cacciati, con ira, da chi
vien raggiunto da fastidiose punture
come se la città-giardino non fosse
di diritto il loro nido d’amore
culla di nascite morti e rinascite
luogo di esotiche costruzioni
termitai...alveari...formocai
architetture avveniriste...
Invisibili insetti! 
Se non che un bel giorno,
nulla sfugge all’occhio consumistico, 
divennero appetibili quindi commestibili
sul banchetto di menù futuristi 

*


Foglie 

Quanti versi quante canzoni
ispirate alle foglie d’autunno
dai colori straripanti 
vestite, 
rapide o veleggianti
nella pioggia e al vento
di morte naturale,
infine,
restituite alla terra!
Oh, malinconia per la vita 
transeunte
di abbandoni di lutti
stagione dopo stagione!
E come può ugualmente 
la poesia dire 
lo strazio dei bambini
che la guerra strappa alla vita
mutila restringe umilia?
Dai generali alcun trattamento
d’onore
per vite in fiore
di speranze lunghe nel cuore
degli anni recisi
di gioie di giochi di giorni felici...
I versi ammutoliscono.

2 pensieri su “Quattro poesie

  1. “è il moto/di rane decapitate/saltellanti di pozzanghera/in pozzanghera/per istintivo sopravvivere…” Annamaria Locatelli si decentra: Noi del Sud, noi come voi.
    Prevalgono fortunatamente la tenerezza e la malinconia per la bellezza e la ricchezza di vita, e solo amara ironia, tuttavia i versi non ammutoliscono per i “generali” che distruggono vite in fiore.

  2. grazie Cristiana per il tuo commento che centra molto bene quanto d’ingiustizia volevo esprimere e la modalità ironica. Riguardo a ‘I versi ammutoliscono’, nel senso che qualcosa ci hanno provato a dire sulle migliaia di vite in fiore stroncate dalla guerra ma poi ammutoliscono davanti all’enormità e all’orrore del fatto, sentendosi pure impotenti…

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